No Pietro, non c’è da mettere la tenda. Per quando possa essere uno spettacolo fantastico ed incredibile. É vero, forse sei stato preso un po’ alla sprovvista, non stavi capendo nulla di ciò che stava accadendo, come d’altronde ti capita anche altre volte. Quindi hai sentito il bisogno di dire qualcosa.
Ma perché non stare semplicemente lì e contemplare, in silenzio, la meraviglia alla quale stavi assistendo. Invece no, dovevi dire per forza qualcosa. Dovevi metterti al centro delle attenzioni, dovevi sentirti un po’ protagonista. Non ti bastava il dono gratuito fatto solo a te e altri due discepoli, nessun’altro dei dodici e di tutti quelli che seguivano il Signore. Perché vedi, poi il rischio è quello di voler rimanere imprigionati nella comodità.
Come quelle coppie di fidanzati che stanno sempre insieme, fanno tutto insieme, hanno il profilo social insieme e poi dopo un po’ scoppiano. No Pietro, c’è da scendere giù, nella quotidianità, nelle difficoltà e nelle preoccupazioni di tutti i giorni, accompagnato però dalla grazia che hai appena vissuto.
Perché forse la tenda la devi lasciar mettere al Signore nel tuo cuore. Allora si che i volti che incontrerai saranno trasfigurati, non più volti luminosi e vesti candide ma volti sporchi e segnati dalla vita. Volti di ragazzi e di amici, volti di familiari, volti di fratelli e sorelle, di uomini e donne. Volti della quotidianità nei quali vedere trasfigurato il volto del Signore.
Forse il commento di oggi è un po’ lungo, però prova a rileggerlo un’altra volta e sostituisci il nome di Pietro con il tuo, e se anche tu vuoi mettere la tenda fallo, ma davanti ad un tabernacolo, o nel segreto della tua stanza. Quindi fai silenzio e contempla i volti della tua quotidianità riconoscendo il volto del Signore che ti ama e ti chiede di amare
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