don Giovanni Berti (don Gioba) – Commento al Vangelo del 19 Febbraio 2023

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Piccole tregue quotidiane

Si narra che durante il primo Natale della Prima Guerra Mondiale, nel 1914, accadde un evento davvero singolare che รจ passato alla storia con il nome de โ€œla tregua di Nataleโ€. Non ci sono notizie certe a riguardo, ma sembra che spontaneamente giร  qualche giorno prima del 25 dicembre, mentre le truppe delle opposte nazioni erano nel freddo delle loro trincee, qualche soldato si incontrรฒ di nascosto con qualcuno della nazione opposta per uno scambio di auguri e amicizia, coinvolgendo poi altri durante le pause dei combattimenti. Si dice che molti soldati celebrarono anche momenti di preghiera in ricordo dei caduti, arrivando a fraternizzare anche con improvvisate partite di calcio. Nella terribile carneficina che fu quella guerra, quei momenti ebbero davvero dellโ€™incredibile, ma quando la cosa venne risaputa dai vertici militari, questi ultimi proibirono che si continuasse e la cosa non si ripetรฉ piรน.

โ€œAmate i vostri nemiciโ€ dice Gesรน ai suoi discepoli, dopo averli invitati a non opporsi al malvagio, a porgere lโ€™altra guancia, a privarsi di tutto pur di non entrare in conflitto.

La proposta di Gesรน esce da ogni logica umana e punta davvero in alto, anzi sembra davvero puntare al di sopra delle possibilitร  umane. La sintesi delle indicazioni che dร  Gesรน รจ nellโ€™ultima frase del Vangelo: โ€œsiate perfetti come รจ perfetto il Padre vostroโ€ฆโ€. Essere come Dio? Ma รจ davvero possibile?

Il discorso della montagna, iniziato con le beatitudini, e che ora ci porta a queste indicazioni concrete nella vita di relazione tra esseri umani, fa apparire quella montagna troppo alta e dal percorso impossibile e forse senza giustizia. Ma รจ giusto perdonare sempre? รˆ giusto non pretendere il contraccambio a chi ci ha fatto un torto ed รจ malvagio? Come posso amare il mio nemico? โ€œAmoreโ€ e โ€œnemicoโ€ sono due parole che si oppongono e non possono stare insieme. Ma non per Gesรน, non per Dio Padre, e non per la proposta cristiana su come mandare avanti il mondo.

Nella Bibbia ci sono molti passaggi che sembrano smentire le parole di Gesรน. Ci sono tanti episodi narrati in cui Dio stesso ordina stragi e stermini di nemici. Ma come sempre la Bibbia va presa tutta insieme, come un racconto che svela il vero volto di Dio ma anche svela lโ€™uomo, le sue durezze e cattiverie. La Bibbia inizia con un racconto di vita e creazione armoniosa, prosegue con una contrapposizione continua tra bene e male, tra amore e odio, e si conclude per noi cristiani con il racconto di Gesรน, che definitivamente abbandona ogni forma di violenza e vendetta, e apre la strada ad un unico senso che รจ quello dellโ€™amore, anche a costo della vita stessa, ma che fa vincere davvero la vita.
Gesรน aveva molti amici ma anche molti nemici, e sembra che siano questi ultimi a prevalere, perchรฉ lui a loro non oppone un potere armato ma lโ€™amore disarmante. Non ha trasformato forzatamente i nemici in amici, ma anche per i nemici lui ha dato la vita e li ha amati, sapendo che in questo amore cโ€™era la vera vittoria.

Anche io non posso trasformare magicamente i miei nemici in amici, non posso far sparire i torti e le ingiustizie che ho subรฌto. Anche quello che io stesso sbaglio e il male che faccio non posso cambiarli e farli sparire verso coloro che ho ingiustamente colpito. Posso perรฒ cambiare atteggiamento e provare la strada della non violenza e dellโ€™amore, che spezza le spirali di vendetta e getta nuovi ponti di perdono. Posso iniziare con una tregua, tante piccole quotidiane tregue, e cercare di costruire la pace con parole non violente, cercando di tacere giudizi impulsivi e cattiverie gratuite, provando a mettermi nei panni dellโ€™altro, che se anche รจ mio nemico รจ pur sempre un essere umano come me con lo stesso Dio Padre.

In questa assurda e terribile guerra in Ucraina mi rattrista come questa sia entrata fin dentro lโ€™esperienza della tradizione cristiana dei due popoli ucraini e russo. รˆ di questi giorni la decisione da parte della Chiesa ucraina di cambiare la data tradizionale del Natale ortodosso e portarla a quella nostra del 25 dicembre e non piรน al 7 gennaio come per la Chiesa russa. Anche la religione diventa dunque campo di battaglia, e in questo cโ€™รจ davvero una sconfitta per tutti. Preghiamo che altre โ€œtregue di Nataleโ€, come quella cosรฌ incredibile di 100 anni fa, possa ripetersi ancora e mettere piccoli semi di pace, piccoli mattoni di ponti tra i popoli.

La pace che costruisco fuori di me attraverso i piccoli gesti, nelle relazioni con gli altri, aumenta la pace in me, e mi rende piรน libero e piรน simile a Dio.

Fonte: il blog di don Giovanni Berti (“in arte don Gioba”)