p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 25 Gennaio 2023

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Oggi la lettura del vangelo di Marco fa un salto di qualche capitolo per meglio celebrare la figura di s. Paolo, lโ€™evangelizzatore per eccellenza. La festa della conversione di san Paolo chiude la settimana della preghiera per lโ€™unitร  dei cristiani. Una settimana che รจ grande preghiera interconfessionale fra le grandi religioni, per la pace.

Il vangelo di questโ€™oggi si situa alla fine del vangelo di Marco, anzi al di fuori. Infatti dal versetto 9 al versetto 20 del capitolo sedicesimo, รจ una aggiunta che รจ stata fatta in seguito, probabilmente nel secondo secolo, dalle comunitร  cristiane primitive. Lo scritto originario probabilmente รจ andato perso e le comunitร  cristiane, per non lasciare monco il discorso del vangelo di Marco, hanno aggiunto questi ultimi versetti.

Ci troviamo dunque dopo la risurrezione, Gesรน รจ apparso a Maria di Magdala, ai due di Emmaus e agli undici. Ed รจ proprio agli undici che Gesรน fa il discorso dellโ€™invio e della missione che รจ il vangelo di oggi.

Gesรน disse loro: Andate. Gesรน manda i suoi discepoli, non dice loro, adesso state bene assieme, per questo state insieme a scaldarvi. Ma andate: cioรจ siate sale della terra, siate lievito nella pasta, siate luce del mondo, siate lanterne che illuminano. Siatelo, come mandato, comunitariamente, non uno solo ma tutti e undici. Negli undici, tutti i seguaci di Cristo sono chiamati ad andare. รˆ un mandato comunitario. รˆ un invito che Gesรน fa ai discepoli riuniti nel cenacolo impauriti dopo la sua risurrezione: andate, non abbiate timore, non รจ finito tutto, io sono con voi, vi mando e vi accompagno, questa รจ la vostra chiamata, questo รจ il motivo per cui vi ho chiamati tempo addietro.

Lโ€™invito ad andare รจ un invito ad andare in tutto il mondo, non solo nel nostro paese o nella nostra valle.

Oggi, come ogni mattina, il Signore ci manda in tutto il mondo. Ci invita ad uscire di casa per andare: al lavoro, a scuola, a fare i mestieri di casa, ad un incontro. Andate in tutto il mondo. Nessun angolo della nostra vita e del nostro mondo deve rimanere scoperto. Siamo chiamati ad evangelizzare ogni angolo del nostro cuore. Siamo chiamati ad evangelizzare ogni situazione di vita. Siamo chiamati ad evangelizzare ogni posto dove ogni giorno verremo a trovarci. In tutto il mondo lโ€™invito รจ quello di predicare il vangelo ad ogni creatura.

Predicare il vangelo significa celebrare con la vita, fare comunione con tutto quanto siamo e con tutti quanti incontriamo. Non significa non fare, ma significa incontrare ogni uomo e ogni donna con la nostra peculiaritร  e con la propria identitร . Questo predicare, cioรจ celebrare con la vita, noi siamo chiamati a farlo con tutti.

Molti criticano il Papa che prega con gli altri cristiani per la pace, dicendo che questo crea confusione, che la gente non sa piรน quale รจ la religione vera, che รจ un perdere la nostra identitร . Questa รจ pura paura dellโ€™altro e della diversitร  dellโ€™altro. Significa non avere capito il Concilio che dice che in ogni cultura e in ogni uomo ci sono i semi della Parola di Dio e vi รจ lโ€™immagine di Dio. Pregare insieme per la Pace significa fare opera di pace, significa testimoniare il vangelo. Lโ€™accoglienza degli altri fratelli รจ predicare il vangelo ad ogni creatura.

Noi siamo chiamati a dare a noi stessi, ad ogni angolo del nostro cuore, ad ogni persona che incontriamo nella nostra giornata, ad ogni luogo dove un uomo vive, la possibilitร  di credere. Chiamati a dare lโ€™annuncio, chiamati a battezzare, a fare morire lโ€™uomo vecchio per risorgere con lโ€™uomo nuovo. Credere che il vangelo puรฒ parlare al nostro cuore, ai nostri sentimenti, alla nostra mente, alla nostra volontร , al nostro inconscio, al nostro corpo: puรฒ evangelizzare.

Credere che il vangelo parla ad ogni uomo, anche quelli da noi odiati o che ci odiano, รจ invito ad andare in tutto il mondo. Non si tratta di non fare differenze, si tratta di fare veritร  e la veritร  esalta le differenze, non le appiattisce.

Il rifiuto dellโ€™annuncio diventa motivo di condanna e di morte. Lโ€™annuncio ci rende piรน veri, esalta lโ€™immagine di Dio dentro di noi e nellโ€™altro. Se noi rifiutiamo questo annuncio noi diventiamo meno noi stessi, meno figli di Dio, meno persona. Se questo rifiuto si fa persistente diventa scelta di condanna, cioรจ di chiusura, di opposizione al vangelo col risultato di trovarsi condannati.

Vi sono vari segni che accompagnano lโ€™annuncio. Ci fermiamo sullโ€™imposizione delle mani agli ammalati. Siamo chiamati a benedire il male che cโ€™รจ in noi, ad imporre le mani perchรฉ possa guarire. Siamo chiamati ad imporre le mani, a benedire il male che cโ€™รจ nellโ€™altro perchรฉ possa guarire.

Il male puรฒ essere fisico o morale: benediciamo ed imponiamo le mani perchรฉ possa guarire! Andiamo questโ€™oggi e predichiamo imponendo le mani nella benedizione perchรฉ noi e i nostri fratelli possiamo guarire. Amen!

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