Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 28 Novembre 2022

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Ogni volta che siamo a messa, subito prima di accostarci alla comunione ripetiamo una frase molto simile a ciรฒ che qui dice il centurione: “Signore, non sono degno di partecipare alla Tua mensa, ma di’ soltanto una parola ed io sarรฒ salvato”.

Dire che non siamo degni non significa sminuirci o autocommiserarci. Anzi, significa fare davvero i conti con chi siamo… quanto siamo nella sofferenza o nel peccato, o semplicemente quanto ci scontriamo con i limiti che ci rendono umani. Insomma, un po’ bloccati al letto come il servo del centurione.

Eppure solo prendendo consapevolezza di ciรฒ che siamo possiamo renderci conto dell’Amore di Cristo. Perchรฉ dovrebbe venire a salvare me, proprio me in questa situazione che mi paralizza, se io non valgo niente? Non ne vale la pena, no? Eh no!

Tutta qui si gioca la misericordia del Signore, che ci ama talmente tanto da venire nella nostra casa anche se non ce lo meritiamo. Perchรฉ non รจ sui meriti o sul valore o sulla bravura che ci giochiamo l’Amore di Dio e quindi la salvezza, ma solo nel saper accettare la gratuitร  del Suo sacrificio.

Sarebbe bello in questa prima settimana di avvento fermarsi un po’ di tempo soli con Gesรน Eucaristia, in silenzio, a lasciarci abbracciare dalla Sua presenza.

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