So che dovrebbe colpirmi il miracolo operato da Gesรน nel Vangelo di oggi, ma anche io, come Lui, mi sento piรน colpito dalla personalitร del centurione che dalla guarigione del suo servo. Infatti non si puรฒ non provare ammirazione nei confronti diย un uomo che ha a cuore la sofferenza di chi gli รจ accanto:
โSignore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmenteโ
dice questo soldato a Gesรน. Sentire nel nostro cuore la sofferenza o la gioia di chi ci รจ accanto รจ ciรฒ che normalmente si chiamaย empatia.ย Per provare empatia bisogna far funzionare il cuore.
E per far funzionare il cuore bisogna accettare di essere vulnerabili. Molto spesso per non soffrire, e quindi per non essere vulnerabili, ci induriamo fino al punto da diventare cinici, indifferenti alla vita altrui. Ma ciรฒ che rende possibile il miracolo raccontato nel Vangelo รจ proprioย lโumanitร vulnerabileย di questโuomo.
โAll’udire ciรฒ, Gesรน ne fu ammirato e disse a quelli che lo seguivano: โIn veritร vi dico, presso nessuno in Israele ho trovato una fede cosรฌ grandeโโ.
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Per avere una fede grande non bisogna avere una โgrande religiositร โ, ma una โgrande umanitร โ.
Fonte: nellaparola.it
NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK
La storia del centurione romano che chiede a Gesรน la guarigione del suo servo ha due caratteristiche che a mio avviso non possiamo trascurare. La prima riguarda proprio lโempatia che questo militare ha verso un suo servo. Non รจ qualcosa di scontato. Questโuomo non rimane indifferente davanti alla sofferenza di questa persona anche se culturalmente era considerata non un suo pari: ยซSignore, il mio servo giace in casa paralizzato e soffre terribilmenteยป. Il centurione non domanda per sรฉ ma intercede per un altro dando voce a una persona che soffre talmente tanto da non riuscire essa stessa a formulare una preghiera. […] Continua a leggere qui.



