don Pasquale Giordano – Commento al Vangelo del 27 Novembre 2022

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Lectio

Is 2,1-5ย 

Il Signore unisce tutti i popoli nella pace eterna del suo Regno.

Il profeta Isaia indica nel monte Sion di Gerusalemme, sul quale sorgeva il tempio del Signore, il luogo del raduno di tutte le genti provenienti da ogni parte della terra attorno alla Parola di Dio. Il desiderio di conoscere la veritร , che alberga nel cuore di chi non si accontenta di una vita mediocre, spinge a mettersi in cammino per cercarla. Colui che non si rassegna davanti allโ€™ingiustizia sente che deve lottare per la pace con le armi della giustizia che solo Dio puรฒ fornire. La Parola di Dio non ha semplicemente un valore informativo ma formativo e performativo perchรฉ trasforma il cuore di chi cerca la Sapienza e si mette in ascolto di essa. La novitร  traspare dalle opere che, non ispirandosi alla bramosia del potere, traducono in gesti fecondi di bene lโ€™umile obbedienza alla volontร  di Dio. Lโ€™assemblea che si riunisce, accogliendo lโ€™invito del Signore, non fugge dalla realtร  ma nellโ€™incontro comunitario con la Parola trae forza e creativitร  per essere nella storia in cui vive e nel mondo che abita germe di rinnovamento, seme di gioia e di pace, luce profetica del regno di Dio.

Sal 121

Andiamo con gioia incontro al Signoreย 

Il Sal 121 รจ un canto delle ascensioni che intonavano i pellegrini giunti alle porte di Gerusalemme. Si avverte tra le righe lโ€™entusiasmo di coloro che pregustano la gioia di essere nella Cittร  santa dove abita il Signore. La presenza di Dio รจ garanzia di forza e coesione. Le fazioni, che alimentano dissidi e incomprensioni, rendono il cammino della vita piรน lento e faticoso. Sollevando lo sguardo dalle miserie umane lo si dirige verso la cittร  del cielo la cui bella armonia suscita nel cuore di chi la contempla con gli occhi della fede il desiderio di abitarla e appartenerle.

Rm 13,11-14ย 

La nostra salvezza รจ piรน vicina

San Paolo, dopo aver trattato il tema della giustificazione, sottolineando il fatto che la santificazione รจ opera di Dio per mezzo dello Spirito Santo effuso da Gesรน crocifisso e risorto, traccia la linea da seguire affinchรฉ la vita nuova ricevuta dal Signore si traduca in vita santa. Per ogni battezzato lโ€™amore di Dio diventa regola di vita che orienta le sue scelte in ogni ambito dellโ€™esistenza. In tal modo qualsiasi situazione, anche dolorosa, รจ il tempo propizio per amare. Il discernimento cristiano non deve ridursi ad analisi e giudizio ma si effettua mettendosi in ascolto di quello che Dio sta dicendo alla propria vita con animo disposto alla realizzazione della sua volontร .

+ Dal Vangelo secondo Matteoย (24,37-44)

Vegliate, per essere pronti al suo arrivo.

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In quel tempo, Gesรน disse ai suoi discepoli:ย 
ยซCome furono i giorni di Noรจ, cosรฌ sarร  la venuta del Figlio dellโ€™uomo. Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noรจ entrรฒ nellโ€™arca, e non si accorsero di nulla finchรฉ venne il diluvio e travolse tutti: cosรฌ sarร  anche la venuta del Figlio dellโ€™uomo. Allora due uomini saranno nel campo: uno verrร  portato via e lโ€™altro lasciato. Due donne macineranno alla mola: una verrร  portata via e lโ€™altra lasciata.
Vegliate dunque, perchรฉ non sapete in quale giorno il Signore vostro verrร . Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. Perciรฒ anche voi tenetevi pronti perchรฉ, nellโ€™ora che non immaginate, viene il Figlio dellโ€™uomoยป.

Il brano del vangelo รจ tratto dal quinto e ultimo discorso della narrazione di Matteo che occupa i capp. 24-25. Attraverso il linguaggio apocalittico si trattano gli argomenti delle ยซcose ultimeยป, sicchรฉ รจ chiamato ยซdiscorso escatologicoยป. Il primo evangelista colloca questo discorso sul monte degli Ulivi creando un collegamento con quello detto ยซdella Montagnaยป (Mt 5-7) e lโ€™invio missionario del Risorto (Mt 28, 16-20). Lโ€™insegnamento di Gesรน รจ introdotto dal racconto di un episodio che culmina con la domanda dei discepoli. Essi chiedono al Maestro spiegazioni sullโ€™annuncio della fine del tempio che egli aveva profetizzato. I discepoli colgono nelle parole di Gesรน lโ€™indicazione di un evento che avrebbe segnato la fine di unโ€™epoca e lโ€™inizio di una nuova inaugurata con lโ€™avvento del Messia.

La fine del mondo (Mt 24,3) era considerata non in termini catastrofici ma rivelativi della giustizia di Dio. I discepoli di Gesรน colgono nelle sue parole lโ€™annuncio dellโ€™avvento del regno di Dio e chiedono di sapere quali sarebbero stati i segnali premonitori. Gesรน, con linguaggio apocalittico (rivelativo) giร  utilizzato dai profeti dโ€™Israele, parla dei ยซdolori del partoยป (Mt 24, 8) per indicare che la tribolazione subita รจ parte di un processo di cambiamento e di compimento. La luce della Pasqua renderร  intelligibile il discorso di Gesรน ma ancor di piรน la condizione di sofferenza patita dai primi cristiani perseguitati.

Il contesto nel quale la Chiesa rilegge le parole del suo Maestro รจ caratterizzato da una profonda crisi dovuta allโ€™esperienza del dolore che genera conflittualitร  allโ€™interno della comunitร , ma al contempo rivela su quali basi รจ fondata la fede dei discepoli. La prova a cui รจ sottoposta la comunitร  giudeo-cristiana suscita smarrimento perchรฉ รจ stretta tra lโ€™accusa di essere โ€œfuori dal mondoโ€ e lโ€™istinto di fuggire dal mondo in cui si trova, quasi rinnegando le proprie origini e nascondendo la propria identitร . Un desiderio di rivalsa e di riscatto genera lโ€™attesa di un Messia giustiziere, piรน che giusto.

Il linguaggio apocalittico, fatto di immagini dai colori molto accesi, evoca il giudizio di Dio come un capovolgimento della realtร . Crolla tutto ciรฒ che appariva, al giudizio di tutti, come indistruttibile โ€“ il tempio ne รจ un esempio โ€“ affinchรฉ si manifesti la gloria di Dio in tutta la sua potenza. La Pasqua, morte e risurrezione di Gesรน, รจ il segno del cambiamento e il tempo del compimento.

La Pasqua non รจ semplicemente la conclusione della storia che lo riguarda, ma Gesรน la presenta come il fine della sua vita e di quella dei suoi discepoli. Tutta lโ€™esistenza terrena di Gesรน รจ sotto il segno della Pasqua che rappresenta lโ€™orizzonte imprescindibile per comprenderne il valore salvifico. Senza questa prospettiva pasquale non si riesce a cogliere il significato dellโ€™esistenza attraversata da profonde crisi e la loro portata nel progetto di Dio.

Le parole di Gesรน piรน che un avvertimento minaccioso suonano come un annuncio che informa per preparare a vivere il doloroso cambiamento e per sperimentare il gioioso compimento (beatitudine). In tutto questo Dio non รจ semplicemente il regista che dirige gli attori dallโ€™esterno del set, ma รจ coprotagonista della storia insieme agli uomini. La relazione con Lui diventa fondamentale nella salvezza, ovvero nella riuscita della vita soprattutto quando si attraversano le prove. Esse rivelano la qualitร  del rapporto con Dio che non puรฒ ridursi a verbalismo vuoto di sentimento e sterile di opere buone.

Lโ€™esempio di Noรจ รจ portato perchรฉ chi ascolta Gesรน (il Crocifisso risorto che parla alla Chiesa nellโ€™assemblea liturgica riunita anche nei momenti di profonda crisi) possa leggere la sua storia riconoscendo il valore della Parola di Dio che va messa in pratica e non semplicemente conosciuta. Quelli che vivevano insieme a Noรจ conducevano una vita normale ma incapsulati nel loro mondo nel quale il cambiamento non era coniugato al compimento. Vivere lโ€™oggi senza il domani di Dio significa scivolare verso il buco nero della morte che tutto divora.

Il messaggio di Gesรน aiuta a vivere lโ€™oggi alla luce del domani di Dio, il โ€œgiorno terzoโ€, che รจ la vita risorta. La Pasqua รจ la ยซvenuta del Figlio dellโ€™uomoยป. Il termine greco (parousia) tradotto con ยซvenutaยป letteralmente significa ยซpresenzaยป e nel linguaggio greco-romano indicava la visita ispettiva ufficiale e solenne del re o del generale. Nel contesto della letteratura profetica il termine ยซparousiaยป evoca il giudizio finale di Dio che si erge quale giudice universale per separare i santi dagli empi. La separazione รจ evidenziata nella duplice immagine della coppia di uomini che lavorano nei campi e di donne che macinano alla mola. Cosa determina questa diversitร  di sorte?

Essi non si distinguono tra loro per le opere ma per le intenzioni. I santi non si distinguono dagli empi per il numero di opere buone che compiono ma dal fatto che esse sono fatte in obbedienza a Dio oppure a prescindere dalla sua Parola. In altri termini, le opere buone possono essere il mezzo per autorealizzarsi o il modo con il quale mettere in pratica la volontร  di Dio collaborando con Lui alla storia della salvezza. Noรจ si salva e salva anche chi accoglie la sua proposta, che agli occhi degli altri appariva assurda, perchรฉ, conoscendo lโ€™approssimarsi del diluvio, segue il comandamento ricevuto da Dio. Il diluvio non รจ una punizione di Dio ma rappresenta le crisi della vita.

Esse le appartengono e sono lo strumento del suo cambiamento: in meglio se vissuto come occasione di rinnovamento, in peggio se affrontate con superficialitร  e arroganza. La parabola del padrone che custodisce la sua casa dalle intrusioni del ladro spiega bene quali sono i sentimenti che devono albergare nel cuore di chi sa che deve affrontare delle prove dolorose ma ne ignora il tempo e le modalitร . Le tribolazioni sono passaggi necessari, benchรฉ dolorosi, affinchรฉ il cambiamento diventi compimento.

รˆ necessario prepararsi allโ€™incontro con il Signore che viene vigilando su sรฉ stessi con una condotta di vita sobria. Vegliare significa lottare contro il sonno della paura che induce a regredire ripiegandosi su sรฉ stessi e i propri interessi. La lotta contro la paura si ingaggia con le armi della Parola di Dio che illumina con la speranza gli enigmi del presente e permette di tenere desta lโ€™attenzione verso Dio e i fratelli.

Meditatio

Nel tempo liturgico dellโ€™Avvento risuona lโ€™annuncio della ยซparousiaยป, ossia della presenza di Dio nella storia, e lโ€™esortazione allโ€™attesa, intesa in senso dinamico, quale tensione verso Dio che viene a salvarci. Con un linguaggio volutamente provocatorio Gesรน vuole attirare lโ€™attenzione distogliendola dallโ€™esclusiva cura dei nostri interessi. Nella pagina evangelica della domenica che inaugura un nuovo anno liturgico, Gesรน parla della sua venuta. La celebrazione del Natale, con cui culminerร  il tempo dellโ€™Avvento, ci ricorda che in Gesรน bambino si manifesta la bontร  di Dio che si fa uno di noi in tutto.

Infatti, canteremo con Santโ€™Alfonso Maria De Liguori: ยซTu scendi dalle stelle, o Re del cielo e vieni in una grotta al freddo e al geloยป. Nel Libro dellโ€™Apocalisse Gesรน, crocifisso e risorto si presenta come ยซColui che รจ, che era e che vieneยป. Dio viene in mezzo a noi per camminare insieme a noi, abitare la nostra casa, essere partecipe e condividere le nostre gioie e i nostri dolori, fatiche e successi. Egli viene per accompagnarci verso la Casa di Padre e fare festa con Lui. La presenza di Dio non รจ invasiva ma discreta e propositiva. Egli viene, bussa alla porta del cuore, chiama per nome, si appella alla coscienza e nel silenzio resta in attesa della nostra risposta.

Il richiamo ai giorni di Noรจ e il racconto che gli evangelisti fanno della nascita di Gesรน, mettono in evidenza il clima nel quale Dio viene in mezzo a noi. La freddezza, richiamata nel canto popolare di Natale, si riscontra nelle nostre relazioni spesso vissute in maniera meccanica perchรฉ sganciate dalla fede e dallโ€™attesa dellโ€™incontro con Dio. ยซI giorni di Noรจยป sono anche i nostri nei quali abbiamo trasformato la prima benedizione di Dio allโ€™uomo, ยซcrescete e moltiplicateviยป, nella maledizione dellโ€™aviditร  e dellโ€™indifferenza.

I nostri giorni sono una corsa contro il tempo in cui lโ€™affanno dellโ€™attivismo ruba lo spazio al respiro silenzioso dellโ€™ascolto e contemplazione. Piรน che seguire la voce dello Spirito rincorriamo i sogni propri e le attese (o pretese) altrui. La parola dโ€™ordine รจ ottenere tutto e subito. Dal vocabolario di uso quotidiano sono scomparse le parole quali riflessione, pazienza, discernimento, ponderazione, prudenza. La compulsivitร  con la quale affrontiamo la vita ci dร  lโ€™impressione di essere in una notte buia senza punti di riferimento per orientare le nostre scelte. Presi dalla paura dellโ€™incognito afferriamo qualsiasi cosa ci venga sottomano con lโ€™illusione che sia un punto dโ€™appoggio sicuro.

Gesรน, venuto e presente in mezzo a noi, chiede di vigilare, cioรจ di tenere gli occhi aperti per riconoscerlo e amarlo. Il desiderio di Lui ci aiuta a tenere desta lโ€™attenzione contro il ladro, che vuole rubarci la speranza, ma anche a trasformare lโ€™ansia in trepidazione che si traduce in sollecitudine e cura premurosa ai piรน piccoli.

Lโ€™attesa cristiana non รจ statica e rassegnata aspettativa della realizzazione di un fato. Il tempo dellโ€™Avvento ci forma ad attendere con cuore aperto per accogliere il Signore che viene. Lโ€™attesa รจ risposta al suo invito ad abitare con Lui, sul monte. Ci chiama a salire lasciando la valle delle nostre beghe di bassa lega, trasformando le armi con le quali ci facciamo guerra in strumenti con i quali coltivare le relazioni che giร  abitiamo.

Attendere รจ avere uno sguardo attento per cogliere tutte le possibilitร  dโ€™incontro, di dialogo, senza fuggire i conflitti, ma affrontandoli in maniera matura e costruttiva. Essi sono opportunitร  nelle quali prendere coscienza delle differenze e decidere se trasformarle in spazio dโ€™incontro e reciproco dono oppure usarle come alibi per marcare le distanze e creare divisioni.

Lโ€™attesa non รจ lโ€™insieme delle nostre attese da soddisfare, ma รจ la faticosa ricerca del senso degli eventi. La vita, come la terra, la si possiede veramente non quando la si difende con le armi, ma quando la si coltiva per renderla feconda di frutti.

Lโ€™attesa cristiana รจ preparazione allโ€™incontro con il Liberatore che non viene per mettersi dalla parte di uno contro qualcun altro, ma per renderci veramente liberi costruttori della civiltร  di pace.

Lโ€™attesa รจ giร  incontro con il Signore che viene nel sole che sorge inaugurando un nuovo giorno, nella pioggia che bagna la terra perchรฉ faccia germogliare, fiorire e fruttificare il seme custodito in essa. Dietro ogni sguardo, negli occhi di chi si affaccia alla vita e di chi si congeda da essa, nelle membra doloranti di chi soffre e di quelle di chi si unisce per amore, in ogni persona che lotta per la giustizia e sโ€™impegna con lo studio e il lavoro a costruire un futuro piรน bello per sรฉ e per gli altri, Dio viene, Dio cโ€™รจ. Dove cโ€™รจ Caritร  lรฌ cโ€™รจ Dio che mi attende!

Leggi la preghiera del giorno.

Commento a cura di don Pasquale Giordano
Vicario episcopale per l’evangelizzazione e la catechesi e direttore del Centro di Spiritualitร  biblica a Matera

Fonte – il blog di don Pasquale “Tu hai Parole di vita eterna