Il memori mortis, il ricordati che devi morire, รจ un adagio di sapienza che ha accompagnato generazioni di umanitร e di cristiani. ร una pillola di saggezza che potrebbe ritornare a pervadere la nostra meditazione quotidiana.
Ricordati che devi morire non vuole essere una minaccia quanto invece un ricordo, appunto. Un memoriale per la nostra mania insana di volere dimenticare tutto, di non ricordarci di nulla, di non fare piรน memoriale. Ricordati che devi morire รจ un adagio che ci aiuta a mettere le cose al loro posto. ร un aratro che scava dentro di noi la possibilitร di relativizzare ciรฒ che invece noi assolutizziamo e che assoluto non รจ.
ร aiuto a ritornare a ciรฒ che รจ essenziale discernendo in mezzo al ciarpame del nostro quotidiano e alle cianfrusaglie che abitano il nostro cuore.
Ricordati che devi morire รจ un bellโadagio che ci invita ad uscire da una vita basata sulla competizione e sulla meritocrazia. Ricordati che devi morire รจ un bellโadagio che ci invita ad evidenziare come la necessitร schiavizzante del dovere accumulare, puรฒ essere redenta, puรฒ essere ribaltata.
Senza accumulo, ci diciamo e ci ripetiamo, uno non รจ sicuro di nulla. Con lโaccumulo, ci diciamo noi, uno muore ugualmente, magari lasciamo un sacco di beni in ereditร , beni che diventano fonte di divisione e di contrasto, beni che non sono un atto di bene ma un boccone avvelenato che rischia di rovinare affetti e legami di amicizia, in nome di una competizione ad avere di piรน che giร di per sรฉ รจ veleno per il nostro cuore.
Ricordati che devi morire e tutto quello che hai accumulato di chi sarร ? ร un adagio che ci invita a scoprire la novitร rivoluzionaria della bellezza a condividere. Avere un cuore attento al condividere significa avere un cuore libero dalla paura. La paura del domani, lโincertezza del futuro รจ una dimensione del cuore, piรน che una dimensione di insicurezza esteriore e sociale.
La vera crisi non รจ quella economica. Vogliono darcela da bere che la vera crisi sia quella, ma non รจ vero. La vera crisi รจ quella del cuore e della fiducia nella vita che ci spinge a subire le avversitร anzichรฉ ad affrontarle. La vera crisi รจ quella di credere che lโaccumulo risolva la nostra vita, mentre invece non risolve nulla. La vera crisi รจ la mancanza di fiducia e di speranza in un futuro che รจ in mano nostra.
La vera crisi รจ la schiavitรน nei confronti di quello che oggi ho e che domani non avrรฒ piรน.
Lโinvito a condividere รจ un invito che tocca il profondo del nostro cuore e ci pone in una dimensione di veritร e di libertร . Condividere significa mettere al primo posto la relazione con lโaltro, non la competizione inimicante con lโaltro.
Il bisogno di competere su tutto fino ad arrivare ad eccessi indicibili, nasce da una insicurezza adolescenziale dove dobbiamo dimostrare di esserci e di essere qualcuno. La competizione sulle cose รจ cosa insana, รจ cosa sana solo per il mercato, non certo per lโuomo e per la cosa piรน preziosa che lโuomo abbia: la relazione con lโaltro.
Non possiamo dimenticarci di ciรฒ che nella vita non รจ essenziale. Ma ancor piรน non possiamo fare passare in secondo piano, come spesso facciamo, ciรฒ che nella vita รจ essenziale. Recuperare il cuore e riscoprire la bellezza di condividere quello che siamo, prima ancora che quello che abbiamo, รจ un atto di umanitร altamente cristiano che ci riconcilia con la vita e ci riporta ad amarla come dono piรน che come conquista.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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