Cosa dice la Parola/Gesรน
Continua il nostro cammino alla scuola della liturgia. Un cammino che ci sta educando non solo a seguire il Signoreย Gesรน, ma anche ad abbracciare interiormente lo โstile di Dioโ, unico modo per divenire autentici discepoli. Oggi laย liturgia ci presenta lโintero capitolo 15 del vangelo di Luca, dedicato alle parabole della misericordia: la pecora perduta (vv. 3-7), la moneta smarrita (8-10) e infine la parabola del padre misericordioso, piรน conosciuta come parabola del figliol prodigo (11-32).ย ย
- 1: ยซIn quel tempo, si avvicinarono a Gesรน tutti i pubblicani e i peccatori per ascoltarlo. I farisei e gli scribiย mormoravano dicendo: โCostui accoglie i peccatori e mangia con loroโ. Ed egli disse loro questa parabola.ย Il primo versetto offre il contesto e i destinatari di questa grande parabola. Gesรน accoglie, senza problemi, pubblicani e peccatori. Cโรจ un pronome che merita attenzione: โtuttiโ. ร questo โtuttiโ che scandalizza scribi e farisei. Maย questo โpronomeโ ritornerร nelle diverse parabole: il pastore non ritornerร finchรฉ non avrร riportato a casa โtutteโย le pecore; la donna non si fermi finchรฉ non avrร di nuovo โtutteโ e dieci le monete. Il padre non si darร pace finchรฉย non riavrร in casa โtuttiโ e due i figli. Ma questo โstileโ, questa quantitร , era presente fin dal giorno in cui i genitoriย di Gesรน lo presentarono al tempio, quando Simeone dirร loro: โEgli รจ qui per la salvezza di tutte le gentiโ (Lc 2,31). Eโ lo stile di Dio, tanto che in un altro passaggio si dirร : โNon sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malatiย โฆNon sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatoriโ (Mt 9,9.13).ย
Coerente con questa linea, Gesรน accoglie, ascolta, perdona. Ma scribi e farisei non accettano questo โstileโ: fannoย fatica a vivere con la passione dellโamore (cfr XX domenica, 14 agosto), ad accettare di passare per la porta stretta dellaย croce/di un amore totale (cfr XXI domenica, 21 agosto). Scribi e farisei non sono capaci di abbandonare/rinnegare il loroย stile caratterizzato dal puntare il dito e dallโoccupare i primi posti (cfr XXII e XXIII domenica, 28 agosto e 4 settembre), nonย sono capaci di far proprio lo stile di Dio. E questo li porta a coltivare rabbia e invidia.ย ย
Di fronte alla mormorazione di scribi e farisei Gesรน racconta โuna parabolaโ, formulata in tre scene: la pecora perduta, la moneta smarrita e il ritorno del figlio minore. In tutte e tre ritroviamo qualcosa di โsmarritoโ, di โpersoโ, ilย suo ritrovamento e il momento della festa. Solo nella terza parabola, quella del figlio minore, si evidenzia che qualcuno non accetta di entrare a fare festa, cioรจ il figlio maggiore. Una decisione spiegata da lui stesso: โIo ti servo daย tanti anni e non ho mai trasgredito un tuo comando, e tu non mi hai mai dato un capretto per far festa con i mieiย amici. Ma ora che questo tuo figlio, il quale ha divorato le tue sostanze con le prostitute, per lui hai ammazzatoย il vitello grassoโ. Il figlio maggiore, pur rimanendo sempre in casa col padre, in realtร ha sempre vissuto da schiavo,ย non ha capito di essere un figlio amato e di godere della libertร di figlio: 31Gli rispose il padre: “Figlio, tu sei sempre ย con me e tutto ciรฒ che รจ mio รจ tuo; 32ma bisognava far festa e rallegrarsi, perchรฉ questo tuo fratello era mortoย ed รจ tornato in vita, era perduto ed รจ stato ritrovato”ยป. Il suo รจ uno sfogo carico di rancore. Non รจ stato ancoraย capace di far proprio lo โstile del padreโ: vive ammirando quanto ha attorno, desideroso di impossessarsene, maย prigioniero delle sue paure. Sono atteggiamenti che riflettono e amplificano la dinamica del peccato originale descritto in Genesi: โLa donna vide che lโalbero era buono da mangiare, gradevole agli occhi e desiderabile per acquistareย saggezza; prese del frutto e ne mangiรฒ, e ne diede anche al maritoโ (Gen 3, 6-7). La tendenza a lasciarsi attrarre dalย fascino del peccato รจ ormai insita in ciascuno di noi, fa parte del nostro DNA: lโinclinazione non รจ ancora peccato,ย ma la spinta talvolta รจ talmente forte e violenta, che ci lasciamo attrarre da tale ingannevole fascino, illusi di poterย aprire gli occhi e diventare come Dio (cfr Gen 3,5). Il figlio maggiore vive con questo stato dโanimo. Non รจ capace diย vivere nella casa del padre godendo di stare con lui, gioendo delle sue gioie. Lโesperienza ricorda il padrone di casaย che chiamรฒ al lavoro vari uomini in varie ore del giorno, e alla fine disse a chi aveva lavorato di piรน: โโฆNon possoย fare delle cose mie quello che voglio? Oppure tu sei invidioso perchรฉ io sono buono?โ (Mt 20,14). Come il pastore che haย ritrovato la pecorella e la donna che ha ritrovato la moneta, cosรฌ anche il padre fa festa e di fronte al rifiuto del figlioย maggiore di entrare in casa, gli va incontro per coinvolgerlo nella sua gioia. Ma il figlio non capisce, รจ fuori di sรฉ.ย Lui si era fatta unโidea ben precisa, che ora si frantuma di fronte alla bontร del padre. Per capire questo passaggio, ย รจ importante riprendere il testo dellโEsodo che la liturgia ha scelto come prima lettura, lโepisodio del โvitello dโoroโ. ย Dato che il popolo non vede rientrare Mosรจ, decide di farsi โun vitello dโoroโ e di adorarlo come colui che ha resoย possibile lโuscita dalla schiavitรน dellโEgitto. Il popolo dimostra di non avere memoria, di cercare solo di soddisfare pruriti immediati e superficiali, ma dimentica Chi veramente lo ha reso libero. Chi veramente sta allโorigine del suo essere popolo. Cosรฌ il fratello maggiore: dimentica la cosa piรน importante: di essere figlio. E descrivendo la reazioneย del figlio maggiore, Gesรน โ senza esprimere giudizi โ fa capire ai suoi interlocutori โ scribi e farisei โ che sono comeย il fratello maggiore: incapaci di partecipare alla gioia del Padre del cielo perchรฉ accecati da invidia e da rancore eย prigionieri di una legge che si sono costruiti; non sono piรน capaci di ri-cordare la Legge di Dio: โTrascurando il co mandamento di Dio, voi osservate la tradizione degli uominiยป (Mc 7,8). Hanno dimenticato Chi sta allโorigine della loroย e nostra vita: Dio, Padre nostro. ย
Gesรน รจ venuto per ricordare a chi รจ smarrito (come il figliol prodigo) che puรฒ sempre tornare a casa, perchรฉ รจ laย casa del Padre e resterร sempre anche la sua casa. Ma รจ venuto anche a ricordare a chi รจ rimasto in casa, spesso oย talvolta osservante di ogni regola esteriore, che non siamo chiamati a vivere da schiavi, ma da uomini e donneย liberi, e che la regola somma รจ lโamore, perchรฉDio โVuole che tutti gli uomini siano salvatiโ (cfr 1Tm 2,4). Un camminoย di salvezza che si potrร realizzare solo nel rispettoso riconoscimento che siamo tutti figli dello stesso Padre, siamoย โFratelli tuttiโ. In questo modo Gesรน, nel suo viaggio verso Gerusalemme, ci aiuta a fare un passo ulteriore: comeย Lui รจ pronto a dare la vita โper tuttiโ, cosรฌ anche noi siamo chiamati a farci tutto a tutti, nellโamore. Un camminoย che non รจ stato facile per i primi discepoli, e non lo รจ neppure per noi: ma non dobbiamo rinunciare a tenere fissaย la Meta e da essa lasciarsi guidare. Distogliere lo sguardo, significa perdersi. Basterebbe ricordare lโesperienza diย Pietro a Giaffa, quando vide scendere dal cielo una tovaglia con dentro ogni genere di animale: di fronte al rifiutoย di Pietro di prendere e mangiare, il Signore gli disse: โNon devi considerare impuro quel che Dio ha dichiarato puroโย (cfr At 10). Con questo โsognoโ Pietro capรฌ che il Signore era venuto per tutti, anche per i pagani, anche per Cornelioย che lo stava cercando in cittร .ย
In queste parabole Gesรน svela non solo lo โstile di Dioโ, ma il suo โstesso cuoreโ. Dio non puรฒ che essere amore.ย Non puรฒ che agire con misericordia, perchรฉ Egli รจ misericordia. Anche noi siamo chiamati a โritornare in noi stessiโย come il figliol prodigo, a prendere coscienza che a volte, lungo il cammino della vita, anche noi prendiamo abbagli.ย Ci illudiamo di poter fare da soli, di costruirci da soli la nostra vita. Ma non รจ cosรฌ. Inoltre anche noi, come il figlioย maggiore, talvolta ci poniamo in atteggiamento di giudizio verso coloro che hanno sbagliato, non siamo capaci diย accettare che tutti, veramente tutti, possiamo sbagliare. Una lotta che ritroviamo prima di tutto nei nostri cuori,ย quando non siamo capaci di reagire di fronte le nostre fragilitร , e restiamo rintanati per paura e vergogna. Ma bastaย alzare un pizzico lo sguardo del cuore per capire che Dio ci sta attendendo a braccia aperte, come fece con Pietroย dopo la risurrezione: โPietro, mi ami? Sรฌ, Signore, tu sai che ti voglio beneโฆallora seguimiโ. (cfr Gv 21)! Non dobbiamoย far risuonare in noi le voci del fratello maggiore che tenta di tenerci allโangolo, ma la voce del Padre del cielo. Nonย dobbiamo lasciarci imprigionare dal ricordo delle nostre fragilitร , ma dal ricordo delle grandi gesta che Dio ha compiuto e continua a compiere in noi e attraverso noi.ย ย
Perchรฉ alla fin fine ciรฒ che dobbiamo diventare non รจ il figlio maggiore che sta sempre in casa โ e comunque lo fa sbagliando โ ma diventare come il Padre del cielo, che fa piovere sui giusti e gli ingiusti (cfr Mt 5,45). Perchรฉ โVi sarร ย gioia nel cielo per un solo peccatore che si converte, piรน che per novantanove giusti i quali non hanno bisogno di con versioneโ (cfr Lc 15,7).ย ย
Ecco perchรฉ รจ importante andare sempre a confessarsi! A non temere di andare a confessare i nostri peccati da vanti a un sacerdote: lui รจ sempre pronto a donarci lโabbraccio misericordioso del Padre, sapendo che in cielo fannoย festa per me, per ciascuno, perchรฉ come รจ avvenuto per san Paolo, cosรฌ avviene per noi in ogni istante: โMi รจ stata usata misericordia, perchรฉ agivo per ignoranza, lontano dalla fedeโ (cfr 1Tm 1,13).
Cosa rispondo io oggi alla Parola/Gesรน
Colletta anno C
O Padre, che in Cristo ci hai rivelato la tua misericordia senza limiti, donaci di accogliere la grazia del perdono, per chรฉ la Chiesa si rallegri insieme agli angeli e ai santi per ogni peccatore che si converte.ย
Signore Dio,ย
Tu sei Porta aperta,ย
aiutami a ritornare da Te!ย
Signore Dio,ย
Tu sei Amore,ย
aiutami a lasciarmi amare da Te! Signore Dio,ย
Tu sei Misericordia,ย
aiutami a lasciarmi perdonare da Te! Signore Dio,ย
Tu sei Festa infinita,ย
aiutami a gioire con Te!ย
Signore Dio,ย
Tu sei Storia di salvezza,ย
aiutami a vivere questa Avventura con Te!ย Signore Dio,ย
Tu sei Dio,ย
aiutami ad essere figlio in Te.ย ย
Cosรฌ sia.ย
Il commento al Vangelo di domenica 11 SETTEMBRE 2022 curato da don Andrea Vena. Canale YouTube.



