โIn quel tempo, Gesรน, uscito dalla sinagรฒga, entrรฒ nella casa di Simone. La suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per lei. Si chinรฒ su di lei, comandรฒ alla febbre e la febbre la lasciรฒ. E subito si alzรฒ in piedi e li servivaโ.
Come si puรฒ entrare in una casa e rimanere indifferenti alla sofferenza che vi รจ dentro? Come ci si puรฒ sedere a tavola di una famiglia e ignorare che nella stanza accanto cโรจ a letto una persona che soffre? Eppure molte volte il nostro modo di essere Chiesa รจ davvero molto miope. Ci prendiamo sempre la parte migliore e vincente della societร , dimenticando che la nostra prioritร devono averla i sofferenti.
A tutti piace un gruppo giovani, ma a pochi piace perdere tempo nelle case degli anziani. A tutti piacciono le famiglie felici, ma pochi si domandano cosa si potrebbe fare per tutte le ferite familiari che si consumano nel silenzio. A tutti piacciono i bambini vivaci che ti rallegrano la giornata, ma pochi sono disposti a prendersi a cuore bambini con disturbi o gravi forme di handicap.
Eppure devo testimoniare che molte volte scherzando con qualche prete ci diciamo โpossibile che tutti i casi piรน disperati vengono in parrocchia da noi?โ. Ebbene si, vengono da noi perchรฉ Gesรน ci ha insegnato che cโรจ sempre posto per la โsuocera di Pietroโ nel nostro stare insieme come Chiesa.
Dobbiamo come Gesรน โchinarciโ, ed essere Chiesa cosรฌ. La guarigione non consiste per forza o prioritariamente nel togliere un problema, ma nel farlo smettere di essere una prigione. Cโรจ un servizio che puรฒ scaturire anche dalla sofferenza. Un apostolato che puรฒ essere fatto solo da chi soffre, da chi si trova su una cattedra scomoda che รจ quella della croce. Cโรจ un rimettersi in piedi che coincide con una ripresa di libertร che nella solitudine a volte si perde.
La vicinanza di Gesรน guarisce/libera quella donna. Non dovremmo essere anche noi cosi? Non dovremmo anche noi โchinarciโ, prendere per mano, accompagnare chiunque si sente prigioniero di quella febbre che รจ lโinfelicitร ?
Fonte: fede 2.0
NUOVO COMMENTO DALLA PAGINA FACEBOOK DI DON LUIGI
โLa suocera di Simone era in preda a una grande febbre e lo pregarono per leiโ. Il Vangelo di oggi ci riporta un chiaro esempio di quella che noi chiamiamo preghiera dโintercessione. Pregare per qualcuno non รจ un atto magico, ma รจ un modo per voler concretamente bene. Infatti รจ proprio la mediazione di queste persone che permette a Cristo di compiere per questa donna qualcosa: โChinatosi su di lei, intimรฒ alla febbre, e la febbre la lasciรฒโ. Il primo miracolo รจ il โchinarsiโ di Gesรน.
La nostra vita viene radicalmente cambiata quando ci si accorge che non si รจ soli, e che qualcuno si รจ avvicinato a noi soprattutto quando tutti magari sono andati via. Gesรน fa questo, si avvicina a noi quando siamo soli e senza forze. Oserei dire che si avvicina a noi anche quando siamo senza fede e senza preghiere, infatti il Vangelo non ci riporta nessuna parola di questa donna, ma solo la preghiera degli altri.
E in questa prossimitร ci risolleva, ci rimette in piedi donandoci di nuovo uno scopo, un motivo per cui serviamo: โLevatasi all’istante, la donna cominciรฒ a servirliโ. Ecco il miracolo dellโintercessione: pregare fino al punto in cui attraverso di noi il Signore puรฒ agire nella vita degli altri.
Ciรฒ sta a significare perรฒ che pregare non significa solo mettere a disposizione le nostre parole e la nostra fede, ma anche le nostre mani e il nostro impegno. In questo modo anche il nostro corpo diventa intercessione, diventa come un sacramento attraverso cui Cristo tocca la vita degli altri.
AUTORE: don Luigi Maria Epicoco | PAGINA FACEBOOK



