Potremmo cogliere, grazie a questo brano di Luca, lโinvito a diventare ciรฒ che attendiamo! Attendere Colui che deve tornare cambia la vita. Troppo spesso noi siamo attenditori della morte, normalmente di altri, piuttosto che vitali.
In questa attesa forse la nostalgia รจ un atteggiamento che invade la nostra esistenza. Nostalgia della casa e di Colui/Colei che vi abitano!
Il tempo dellโattesa non รจ vuoto! ร il tempo della salvezza. Per questo la nostra storia รจ luogo di decisione e di conversione, di vigilanza e di fedeltร . Non luogo dove tutto va bene, รจ luogo dove ci lasciamo inondare dalla Parola che ci feconda e ci abita, che diventa Pane da mangiare per nutrire.
La nostra vigilanza non รจ uno scrutare nel buio, รจ un tenere accesa davanti al mondo la luce del Signore lasciando che Lui, grazie a noi illuminati, continui la sua missione fra i fratelli.
Camminare per questo come Lui ha camminato, รจ prestare i nostri piedi al suo ritorno.
Con questi piedi che camminano siamo chiamati a vivere un tesoro nei โcieliโ grazie al condividere quello che siamo e abbiamo.
State pronti non per apparire ma grazie alle โvesti strette ai fianchiโ, come tenute di lavoro che vive nel servizio e nel cammino. Vivere questo dono significa avere delle luci buone accese, luci che illuminano noi e gli altri. In fondo questa รจ lโidentitร che siamo chiamati a vivere divenendo luce, non grazie alla nostra bravura, quanto invece grazie al dono.
Siamo chiamati ad accorgerci che ciรฒ che รจ โdentroโ appare fuori, nella sua veritร di ciรฒ che รจ.
Siamo chiamati a scoprire e riscoprire che noi siamo ciรฒ che attendiamo: sempre! Essere pronti si concretizza proprio in questo essere in attesa.
Lโuomo รจ ciรฒ che attende! Il cristiano attende il suo Signore. Signore che non puรฒ venire se non รจ atteso.
Essere gente in attesa ci rende capaci di attenzioni naturali. Gesรน, lo Sposo, quando viene e arriva, bussa. Questo avviene perchรฉ il Signore si invita a cena a casa nostra.
Noi sentiamo che uno bussa e comprendiamo chi bussa, se viviamo in attesa. Solo in attesa, pronti con le vesti ai fianchi e le lampade accese, cogliamo la sua venuta come la venuta del fratello. Noi apriamo a Lui come al fratello, se siamo gente in attesa. Noi a Lui come al prossimo apriamo subito perchรฉ lo desideriamo; lo desideriamo perchรฉ gente in attesa.
Gente che, grazie allโattesa che ci rende pronti, diveniamo capaci di vedere oltre le apparenze. Vedere oltre le apparenze รจ cammino di liberazione che non รจ schiavo di ciรฒ che appare bene. Occhi che vedono le apparenze sono manifestazione del vero desiderio. Orecchi che sanno udire sentono il battito del cuore dellโaltro. Bocca che sa baciare non perchรฉ desidera di ricevere, ma perchรฉ esprime il desiderio di incontrare. Una carezza che sana la ferita รจ dono dove, con gratuitร , incontri la veritร di ciรฒ che lโaltro รจ.
Questa รจ beatitudine non perchรฉ possiedi, come spesso pensiamo, ma perchรฉ vegliando nella notte vediamo il fratello che passa.
ร tempo di smettere di pensare di essere umani perchรฉ economi: lโuomo non รจ tale perchรฉ possidente. Lโuomo non รจ tale perchรฉ la tira per le lunghe e riconosce che tarda il padrone a venire, per questo se la gode.
Se siamo desiderosi di essere ricchi accumuliamo indipendentemente dalla vita. Vita allโapparenza che sia degli altri ma che in realtร รจ la nostra.
Fede e fedeltร รจ essere amministratori che agiscono secondo la volontร del Signore. Volontร che, se la comprendiamo, ci rende saggi. Questa รจ attesa di ogni giorno a cui siamo chiamati.
Vivere questa attesa ci libera dal nostro essere problematici perchรฉ non sappiamo lโora. Vivere questa attesa ci porta a vivere lโoggi come vita piena dove noi siamo pronti, non abbiamo bisogno di fare i pronti per dimostrare chissร che.
La bellezza di questa attesa ci rende bellamente responsabili di non lasciare mancare il pane: servi del Pane e della Parola. Questa รจ vera eucaristia.
Vivere cosรฌ ci rende beati perchรฉ liberi da ogni necessitร di tesorizzare cose o persone. La Tenerezza ci rende non dipendenti da ciรฒ che abbiamo ma da ciรฒ che si dร ! ร proprio vero che perdere la vita per Dio nel dono, ci salva!
ร proprio vero che noi attendenti possiamo cogliere come il mangiare e il bere da stolti possidenti non รจ un godere, รจ invece un ubriacarsi, non per vivere il โriposoโ nella terra promessa, ma per calpestare in schiavitรน i fratelli.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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