Siamo stanchi, siamo stanchi delle continue guerre che condiscono le nostre giornate. Siamo stanchi di essere schiavi della necessitร di fare guerre in nome di una non meglio precisata legge o virtรน o valore, che dir si voglia. Siamo oppressi sotto il giogo del nostro odio e delle nostre rivendicazioni. Questo avviene anche se siamo stanchi delle guerre e delle aggressivitร altrui.
Siamo oppressi e stanchi a causa della nostra incapacitร ad affrontare la realtร di ogni giorno, con gioia nel cuore e pace nellโanimo, pace a noi donata dal Risorto.
Siamo oppressi dalle nostre schiavitรน e dalle schiavitรน delle nostre societร . Siamo stanchi di dovere continuamente misurare la nostra vita sui metri dellโeconomia e del guadagno che riusciamo a fare. Non ne possiamo piรน di essere carne da macello degli stravolgimenti dellโalta finanza o di gruppi di pressione mondiale che, col loro strapotere economico, provocano vere e proprie migrazioni di massa e guerre di guadagno. Siamo stanchi di vedere gente che non vale nulla perchรฉ non valutata sul suo lavoro e perchรฉ dallโoggi al domani puรฒ perdere il suo lavoro. Non รจ cosa dei nostri tempi, รจ cosa che avviene da sempre.
Non possiamo non reagire di fronte a tante ingiustizie. Uno non puรฒ perdere la sua dignitร a causa di una ragione economica o una ristrutturazione economica di unโazienda. Vale di piรน una persona di tutte le ristrutturazioni di questo mondo, anche se sono orientate, ma non รจ detto, a salvaguardare il lavoro. Dico che non รจ detto che questo sia vero perchรฉ il piรน delle volte รจ vero il fatto che conviene al capitale e allโeconomia. Troppi sono i fallimenti utili a chi il fallimento lo provoca, piรน che alla gente che si dice di voler salvaguardare.
Di fronte a tanta ingiustizia la domanda รจ dโobbligo: come possiamo reagire? Come possiamo fare? Di sicuro non possiamo non fare nulla. Ma che fare? La guerra, lo sappiamo, anche le guerre sociali, sono una avventura senza ritorno. Qualsiasi tipo di guerra, personale o sociale che sia. Ma allora, se non vogliamo guerreggiare e non vogliamo che lโingiustizia possa continuare impunemente, che cosa possiamo fare?
Non fa parte molto della mia esperienza personale, ma sempre mi ha intrigato lโinvito di Gesรน ad essere come Lui: miti e umili di cuore.
Se vogliamo risollevare la pesantezza dei nostri cuori dalle guerre che continuamente ci sentiamo obbligati a mettere in moto, rispondiamo alle ingiustizie con mitezza e umiltร di cuore. Ci vuole coraggio, ci vuole fermezza, ci vuole lungimiranza per rispondere alla violenza con la pace tenace e ferma della veritร . Non so quanto una persona possa resistere di fronte alla violenza senza rispondere alla violenza con la violenza, e non so neppure se sia possibile non rispondere alla violenza con la violenza. In certi casi sembra cosa improponibile. Eppure il Signore Gesรน ci manda questo invito e ci dona questa sapienza. Sapienza da noi, almeno da me, poco compresa. Una sapienza che contempla lโesperienza della croce come risposta non violenta alla violenza. ร la sapienza dei piccoli che oscura la saputelleria dei dotti e dei sapienti, cioรจ la nostra. ร la sapienza degli agnelli di Dio che non si fanno lupi perchรฉ in mezzo ai lupi, ma continuano fermi nella loro identitร cristiana di agnelli.
Mah รจ poi cosรฌ, Signore? So che cosรฌ รจ come ci vuoi. So che le nostre stanchezze e le nostre pesantezze di vita, ce le costruiamo continuamente con le nostre dinamiche di vita e con i nostri cuori e le nostre mani, piรน abituati alla violenza che alla pace. Siamo oppressi da labbra impure che non conoscono nรฉ mitezza nรฉ umiltร .
Due atteggiamenti che reputiamo deboli e improponibili in una dinamica sociale come la nostra, in qualsiasi dinamica sociale. Eppure tu a questo ci inviti, se vogliamo ritrovare la pace dei cuori e la pace sociale, la pace mondiale e la pace fra i popoli. Ritrovare, dopo averla cercata per molto tempo invano, la nostra fedeltร a Cristo, passa sulla via della mitezza e dellโumiltร . Allora il giogo dellโamore e della condivisione, per noi che siamo spossati nelle nostre guerre quotidiane, sarร leggero e soave. Non tanto perchรฉ non serio e concreto, quanto perchรฉ frutto di un dono, quello della mitezza del Signore nostro Gesรน, che dona pace ai nostri cuori, ristoro alle nostre braccia, forza alle nostre gambe spossate.
Accettiamo lโinvito ad essere piccoli accogliendo il dono del โVenite a me, voi tutti che siete stanchi ed oppressi, e io vi darรฒ ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti รจ dolce e il mio peso leggeroโ.
Cosรฌ come ha vissuto santa Caterina, vergine e dottore della chiesa, patrona dโItalia e dโEuropa con il suo invito alla vita, non alla violenza.ย Lei che si sforzรฒ di conoscere Dio in se stessa e se stessa in Dio desiderando di rendersi come Cristo crocifisso, lottรฒ con forza e senza sosta per la pace.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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