p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 28 Aprile 2022

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Continuiamo a volere essere della terra rifiutando la grazia di essere dal cielo. Essere dal cielo significa lasciarci avvolgere e coinvolgere dalla dinamica di comunione della Trinitร . Il Padre ha mandato il Figlio che dona se stesso per il mondo e โ€œsenza misura dร  lo Spiritoโ€. Lasciarci avvolgere e coinvolgere da questa vita รจ il desiderio del Padre. Noi che siamo del mondo, siamo chiamati a non perderci nel mondo. Anzi, vivendo della stessa vita della Trinitร , siamo chiamati a rivoluzionare la saggezza/stoltezza di questo mondo, rendendolo coi piedi per terra divinamente umano.

Tutta la nostra umanitร , il nostro essere del mondo, la nostra saggezza di buon senso che altro non รจ che stoltezza, tutte le nostre tradizioni, tutti i detti dei nostri vecchi: sono tutte cose belle che non riescono a dare vita, quella vita di Dio in noi e per noi.

Non vorremmo continuare ad essere parte di quel โ€œeppure nessuno accetta la sua testimonianzaโ€. Accettare la testimonianza di Dio, significa accettare la testimonianza del martire Gesรน, del martire Dio. Colui che ha dato la vita non per unโ€™idea, ma per una realtร . La realtร  del senso del nostro mondo che trova se stesso solo nel donare la propria vita, vivendo da Agnello.

Entrare in questa dinamica vitale, significa entrare in una dimensione di obbedienza che va oltre i nostri confini. Abbiamo sempre pensato allโ€™obbedienza come a qualcosa che richiami lโ€™obbedienza del bambino verso il genitore, niente di piรน falso. Lโ€™obbedienza a cui siamo chiamati รจ ascolto della testimonianza della Trinitร . Testimonianza che รจ mandato del Padre verso il Figlio che dona con abbondanza lo Spirito di amore. Ascoltare per comprendere non tanto con la testa, quanto invece col cuore. Ascoltare con tutto noi stessi fino a che il nostro desiderio si lasci avvolgere da questa vita fa scattare in noi la convinzione di vivere secondo il cielo e non secondo la terra. Vivere secondo la saggezza di Dio, quella del cielo che รจ stoltezza per gli uomini, avviene abbandonando la saggezza degli uomini, che รจ stoltezza per Dio.

Cosรฌ viviamo lโ€™obbedienza vera, quella del Figlio, quella al Figlio. Abbiamo accolto la testimonianza Trinitaria che รจ Parola, che รจ Vita, che รจ Croce, che รจ Risurrezione, che รจ Pentecoste. Avendo accolto tale testimonianza siamo divenuti capaci di obbedienza. Obbedienza da adulti, non da bravi bambini. Obbedienza che nasce da un centro di vita che รจ arrivato in noi e che รจ in noi, che non ha un limite nella sua fonte. La sua fonte รจ in Dio: quello che ci muove abita profondamente dentro di noi.

Qui sta il segreto di ogni uomo che rinasce dallโ€™alto: โ€œbisogna obbedire a Dio invece che agli uominiโ€. Quel Dio nel quale nessuno si puรฒ identificare. Quel Dio che non si identifica assolutamente nellโ€™autoritร , come troppo spesso abbiamo propagandato. Lโ€™autoritร  serve per la dinamica strutturale e sociale di gestione. Si spera che lโ€™autoritร  continui a ricercare la volontร  della Trinitร . Ma Dio non si puรฒ lasciare ingabbiare da unโ€™autoritร , fosse anche la piรน santa che vi sia. La ricerca continua dellโ€™autoritร  di Dio in noi, la continua ricerca di ascolto, il continuo ricercare la presenza testimoniale della Trinitร  in mezzo a noi, รจ compito di ogni pellegrino che mai si adagia sul pensiero di essere arrivato. รˆ proprio di ogni pellegrino che vive in una comunitร  dove si continua nella ricerca dei segni della presenza di Dio. รˆ proprio di noi pellegrini che non ci spaventiamo dei segni che si tracciano continuamente in questo mondo. Segni belli e segni cattivi; segni che dobbiamo imparare a leggere e a comprendere per camminare sulla via della Vita, quella Trinitaria.

Senza questo non possiamo che sperimentare โ€œlโ€™ira di Dioโ€. Lโ€™ira di Dio altro non รจ che la nostra chiusura alla vita Trinitaria, nascondendoci dietro strutture che sono di questo mondo piรน che di Dio. Strutture da ricchi, strutture dove possiamo vivere in pace mentre il mondo brucia, strutture dove si giustifica lo sfruttamento dei poveri. In questo, noi chiesa, siamo stati piรน che colpevoli e continuiamo ad esserlo.

Accettiamo la sfida! Accettiamo la sfida che si trova nellโ€™invito ad entrare in quellโ€™obbedienza della fede che รจ che entrare nella vita Trinitaria. Accettiamo la sfida ad aderire allโ€™obbedienza del Figlio al Padre, quellโ€™obbedienza che รจ accettare e fare propria la passione di amore del Padre per lโ€™umanitร . Obbedienza fino alla morte e alla morte di croce, fino ad essere rifiuto a causa della sapienza della croce. Il suo darsi senza misura diventa un tracciante che ci indica la via e che muove la nostra passione, il nostro desiderio, se ci lasciamo toccare lโ€™orecchio e il cuore dalla testimonianza.

Non ci interessa difendere il nostro mondo e le nostre strutture per le quali siamo sempre pronti ad entrare in guerra. Ci interessa che Dio irrompa nella nostra vita perchรฉ con Lui possiamo co-generare la grazia vitale a servizio del nostro mondo.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM