AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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La liturgia odierna ci fa festeggiare la figura di San Giuseppe. Di lui ci sarebbe tantissimo da dire e da scrivere e questo paradossalmente sarebbe in contrasto con il protagonismo che ha avuto nel Vangelo, dove non รจ riportata nemmeno una sua parola. Infatti proprio nel Vangelo di oggi salta subito allโorecchio il silenzio dei due protagonisti.
Giuseppe e Maria non parlano. Agiscono, scelgono, seguono, rischiano, dubitano, soffrono ma il racconto registra un lungo silenzio. ร il silenzio di chi รจ davvero umile. Gli umili non si perdono dietro le parole, dietro quegli interminabili racconti dei โperchรจโ, ma prendono la realtร sulle loro spalle senza troppo storie, con una mansuetudine coraggiosa non umiliante.
Eppure Dio guarda nei loro cuori, scorge, ad esempio, in quello di Giuseppe una profonda paura. ร la paura che forse le cose non stanno come ha capito, che forse i suoi sogni sono finiti, che forse non sarร mai veramente felice cosรฌ come aveva immaginato. Cosรฌ Dio manda angeli nei suoi sogni. Manda risposte che giungono dritte a quel cuore impaurito, senza togliergli perรฒ la โfacoltร di sceltaโ.
Giuseppe davanti a quel sogno deve rischiare se crederci o meno. Non ha certezze ma suggerimenti, intuizioni. Senza il rischio della libertร niente varrebbe la pena, sarebbe solo tutto da copione.
ร questo rischio di fidarci di ciรฒ che si mostra certo solo in regioni non verificabili del nostro cuore che ci fa essere liberi. ร cosรฌ per ogni cosa, quando si ama qualcuno, quando si sceglie di fare quel lavoro, o di fidarsi di quellโamico. ร un rischio che esige la nostra scelta.
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La festa di San Giuseppe ci ricorda che il cristianesimo รจ vincente solo se รจ vissuto alla maniera di questo immenso uomo. Infatti Giuseppe รจ un uomo come noi che si ritrova con la vita frantumata dalle circostanze che gli accadono. Chi piรน di lui poteva lamentarsene, arrabbiarsi, fuggire. Eppure egli rimane lรฌ, nelle cose che gli accadono e che alla fine si rivelano come storia di salvezza.
Guardando le sue scelte capiamo, ad esempio, che davanti a una difficoltร , a un dolore, a un evento inaspettato, non serve a molto rifletterci, pensare, analizzare, si ha bisogno di accogliere una chiave di lettura piรน grande che รจ appunto dono dello Spirito. I sogni di Giuseppe sono segno della sua vita spirituale. Egli con i suoi ragionamenti arriva a una soluzione umanamente giusta ma realmente sbagliata, ecco allora che Dio interviene e gli spalanca la prospettiva.
La preghiera รจ il luogo dove i nostri ragionamenti ricevono un orizzonte piรน grande. Ogni volta che Giuseppe dovrร vivere cose simili agirร sempre alla stesso modo: prega e affronta; prega e si prende la responsabilitร di ciรฒ che ha davanti in quel momento; prega e si ingegna ad affrontare con il suo possibile le cose che gli stanno capitando. Non ci sono effetti speciali nella sua esperienza, รจ lui invece ad essere speciale, perchรฉ รจ lโemblema della fiducia e della concretezza.
In questo senso tutta la sua personalitร รจ racchiusa in questo dettaglio: โDestatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sรฉ la sua sposaโ. Non esiste nessun altro modo per realizzare i sogni se non destarsi e mettersi in gioco imparando il dono di se stessi.



