don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 15 Marzo 2022

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Il percorso a noi proposto dalla liturgia รจ un vero e proprio processo di integrazione tra ruolo e identitร .

Quando il ruolo ha nulla a che spartire con la propria esistenza e il personaggio ha la meglio sulla persona, si finisce per diventare mercanti di parole, uomini e donne che inalberano orgogliosamente insegne e titoli, gente che dimena di contentezza quando si sente osservata.
รˆ il rischio dal quale ci mette in guardia questa pagina di vangelo troppo poco frequentata e che ci invita a prendere in considerazione i fatti non le apparenze, le scelte non i discorsi, i gesti non i proclami. Si diventa grotteschi โ€“ sembra ripetere Gesรน โ€“ quando, per un piccolo ritaglio di potere, si crede di poter spadroneggiare su tutto e su tutti. Purtroppo, nessuna forma di potere โ€“ neanche quello religioso โ€“ รจ esente da questo rischio.
Forse dovremmo tradurre diversamente il secondo comandamento (non nominare il nome di Dio invano) con non utilizzare il nome di Dio invano.

Ci condiziona uno spasmodico bisogno di doverci distinguere a tutti i costi; siamo fagocitati dalla sete di dominio; ci seduce la voglia di esibirci pur di ricevere plauso e stima altrui, ci illudiamo di poter fare a meno di assumere il peso della partita che abbiamo scelto di giocare; ci attraversa una sorta di nevrosi quando ci rifugiamo in piccole o grandi manie rituali; diventiamo intransigenti nei giudizi sugli altri mentre a noi concediamo larghi sconti.ย  Ma tutto questo รจ una strada senza uscita, strada delle nostre inconsistenze, strada che scambia lโ€™essere con lโ€™apparire: per questo non troviamo alcun eufemismo nelle parole di Gesรน mentre denuncia la situazione di chi, chiamato a favorire la possibilitร  di conoscere Dio, ne รจ divenuto addirittura un ostacolo.

Altra รจ la strada che la comunitร  cristiana รจ chiamata a imboccare: quella di una presenza che non ricerca posti prestigiosi ma ruoli umili, nascosti; quella di una presenza che non ambisce riconoscimenti ma รจ capace di assumere ciรฒ che spesso risulta sgradito ad altri.
Non poche volte siamo attraversati dalla convinzione che lโ€™autoritร  delle nostre parole passi attraverso quel ruolo che ciascuno di noi riveste nei confronti di qualcun altro (della serie: tu non sai chi sono io?). Ma non รจ una cattedra o un qualsiasi ruolo istituzionale a conferire peso a ciรฒ che di valido possiamo trasmettere, quanto lโ€™autorevolezza che passa attraverso uno stile che, prima ancora che dire, giร  incarna quanto poi potrร  essere enunciato con la bocca.

Non fate come loroโ€ฆ
Se almeno riuscissimo a cogliere lโ€™affetto che parole come queste lasciano trasparire. Non fare cosรฌ, ripete chi ha a cuore la vicenda delle persone a cui si sente legato.
Non fate come loroโ€ฆ
Dire e non fare tradisce un comportamento ipocrita.

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Legare fardelli e non portarli, equivale a compiere uno sfruttamento: quanto diverso il clima lร  dove รจ dato di respirare dal proprio stile lo sforzo di vivere almeno con un dito quanto si annuncia agli altri!
Operare il bene per suscitare ammirazione e adulazione, significa essere persone superbe: la vita ridotta a spettacolo.
Amare posti di onore e ossequi, attesta tutta la nostra stupida boria mentre siamo incapaci di un sano realismo su noi stessi.
Un modo distorto di intendersi genera un modo distorto di operare.

Trapela dalle parole evangeliche un invito ad essere umili che equivale, poi, ad essere veri.
Mi piace concludere con le parole di un pastore cristiano che รจ stato in mezzo ai fratelli fino alla fine, proprio come il Signore Gesรน:
โ€œLa comunitร  cristiana non ha bisogno di personalitร  brillanti, ma di fedeli servitori di Gesรน e dei fratelli. Non le mancano elementi del primo tipo, ma del secondo. Si puรฒ riconoscere autoritร  nella cura pastorale solo al servitore di Gesรน Cristo, che non cerca autoritร  per sรฉ, ma che si inchina allโ€™autoritร  della Parola, come un fratello tra i fratelliโ€ (D. Bonhoeffer).


AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM