AUTORE: don Luigi Maria Epicoco
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“ยซLasciate che i bambini vengano a me, non glielo impedite: a chi รจ come loro infatti appartiene il regno di Dio. In veritร io vi dico: chi non accoglie il regno di Dio come lo accoglie un bambino, non entrerร in essoยป. โจE, prendendoli tra le braccia, li benedicevaโ.
Un bambino solitamente usa lo stupore non il possesso. Gli adulti cercano sempre un utile nelle cose, i bambini invece godono delle cose punto e basta. Gli adulti perdono tanto tempo a commentare le proprie cadute, i bambini invece si rialzano. Gli adulti cercano rassicurazioni prima di fare qualcosa, i bambini invece sono ostinati e rischiano. Questo significa farsi piccoli. Ma farsi piccoli significa anche accettare di perdersi e di essere ritrovati.
ย Accettare di sbagliare e lasciarsi portare sulle spalle dalla misericordia. Farsi piccoli significa accettare di perdonarsi. Magari Dio ci perdona ma siamo noi a non accettare di aver sbagliato. Un bambino non ragionerebbe mai cosรฌ, per questo vive meglio. Dovremmo allora imparare la lezione che ci viene dai bambini, non tanto nellโessere sprovveduti nel modo di vivere, o ingenui, ma nella capacitร di essere semplici, cioรจ di saper puntare tutto sullโessenziale, su ciรฒ che conta e non su ciรฒ a cui noi diamo solitamente importanza perchรฉ preoccupati del giudizio degli altri, di noi stessi e molto spesso di quello di Dio. Non si fa molta strada quando ci si sente addosso uno sguardo di giudizio.
ร la fiducia, la benevolenza, che tira fuori i capolavori. I bambini sanno far tesoro di questo sguardo. Ciรฒ li rende capaci del regno di Dio piรน di tutti gli altri.
Un altro commento dopo il video.
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Il Figlio di Dio, secondo i discepoli, puรฒ toccare un malato, un indemoniato, un peccatore, ma un bambino no. Perchรฉ finchรฉ la misericordia si presenta come guarigione, liberazione e perdono allora riusciamo anche a capirla, ma quando si presenta come tenerezza gratuita senza un fine immediatamente evidente allora cominciamo a fare fatica.
Eppure innanzitutto la misericordia รจ un gratuito e disinteressato gesto di tenerezza di Dio nei nostri confronti. E se delle volte diventa guarigione, liberazione e perdono, questo non deve ingannarci nel farci pensare che quellโamore รจ sempre un amore con un motivo pratico. Noi siamo amati per noi stessi, e lo siamo in maniera gratuita e senza secondi fini, fossero anche fini buoni.
โGesรน, veduto ciรฒ, si indignรฒ e disse loro: ยซLasciate che i bambini vengano da me; non glielo vietate, perchรฉ il regno di Dio รจ per chi assomiglia a loro. In veritร io vi dico che chiunque non avrร ricevuto il regno di Dio come un bambino, non vi entrerร affattoยปโ.
Ricevere il regno di Dio come i bambini significa lasciarsi evangelizzare da questa gratuitร di amore con cui siamo amati da Gesรน. ร mettersi nellโatteggiamento non di chi deve dimostrare qualcosa o meritarselo, ma da chi si lascia voler bene senza opporre resistenza. Credo che sia questo il motivo per cui il vangelo finisca con unโimmagine che dovrebbe costantemente accompagnarci: โE, presili in braccio, li benediceva ponendo le mani su di loroโ.
โE presili in braccioโฆโ, lasciarsi prendere in braccio da Lui รจ questo il segreto per accogliere nel migliore dei modi il regno di Dio. Da quella nuova prospettiva tutta la nostra vita cambia, si rinnova, ci libera davvero.



