Gesรน era stato appena accusato di essere compagno dei pubblicani e dei peccatori, uno che mangia e beve con gli esattori delle tasse (Mc 2,16). Eppure, proprio questo suo atteggiamento di condivisione, da medico che si prende cura dei malati e non dei sani, da figlio dellโuomo venuto a chiamare peccatori non i giusti, non poteva non incontrare ostilitร in coloro che si guardavano bene dal confondersi con gente sospetta e pericolosa. Ed eccoli allora introdurre una seconda accusa nei confronti di Gesรน, dopo quella circa il perdono dei peccati.
โPerchรฉโฆ i tuoi discepoli non digiunano?โ. Eโ ovvio che si tratta di un pretesto per coglierlo in fallo. Ma alla provocazione Gesรน non risponde direttamente. Introduce, invece, due motivi di riflessione, che suonano come accusa severa nei confronti di chi resiste al cambiamento. La resistenza al cambiamento sembra essere la malattia di tutti gli ambienti religiosi di sempre. Quando uno non fa le cose tradizionali, quando uno inventa un atteggiamento nuovo lo si mette sotto accusa. Come pure unโaltra malattia รจ il sospetto sulla gioia della gente, su ciรฒ che fa piacere, sul far festa. Un maestro dello spirito deve avere il taglio asciutto dellโasceta. Nel nostro immaginario gli uomini di Dio sono quelli che digiunano e non quelli che mangiano. Eโ come se ci fosse un sospetto, come se la religione fosse da abbinare sempre ed esclusivamente al digiuno e non alla festa, al viso rabbuiato e non al volto sorridente, alle prediche e non alla convivialitร umana. Certo lo stile di Gesรน รจ dirompente, se da pubblicami e peccatori non aveva preteso una dichiarazione di conversione prima che si mettessero a tavola con lui: per Gesรน lo stare a tavola era giร una grande e indimenticabile omelia.
โPossono i compagni dello sposoโฆโ: i discepoli di Gesรน si dimostrano poco devoti, poco osservanti. Il loro anticonformismo doveva essere addirittura provocatorio agli occhi dei farisei che preferivano mantenere lo status quo. E Gesรน li difende: ci penserร la vita a portare i giorni del digiuno, della lontananza. Fintanto che lo sposo รจ presente lasciamo che i volti abbiano lโimmagine della festa. Gesรน rivendica a se stesso lโimmagine biblica dello sposo: Dio, nei confronti del suo popolo che lo ha tradito infinite volte, usa lโarte del corteggiamento e della seduzione. Siamo continuamente chiamati a scegliere tra una religione di persone e di incontri e una religione di leggi e sospetti. Attenzione, sembra dirci Gesรน, a mummificare il cristianesimo. Non si tratta di esaltare il disordine e lโanticonformismo per se stessi: in se stessi valgono quanto il loro contrario. Si tratta di capire che ci sono delle disobbedienze significative, che rappresentano il segno profetico dellโavvento di tempi nuovi: โVino nuovi in otri nuovi!โ: il pericolo da cui Gesรน ci mette in guardia รจ quello di ridurre la fede a un pezzo di panno nuovo su un vestito che rimane vecchio. Un pericolo tuttโaltro che superato.
Continuiamo ad aggiungere cose nella vita personale e comunitaria, continuiamo a inventarne altre ma dentro un modello, un impianto e un programma per lo piรน vecchio.
Si puรฒ essere praticanti senza fede, si puรฒ fare la caritร senza amore, si puรฒ essere gelosi dei dogmi senza assaporarne la veritร . Vuol dire che a dominare รจ la lettera (โla lettera uccide, lo Spirito da vitaโ), la legge, che di volta in volta prende il volto del formalismo, della ripetizione sterile, della disciplina tutta esteriore. In questo modo si finisce per essere persone che patiscono e fanno patire una noia mortale, persone vecchie incapaci di aprirsi al modo in cui Dio si manifesta nella storia degli uomini e perciรฒ lโobbligo รจ quello di deplorare ogni novitร . Il Signore non ci vuole collezionisti di otri vecchi ma uomini e donne che continuamente si rivestono di quellโabito nuovo che รจ Gesรน Cristo!
AUTORE: don Antonio Savone
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