Ad accompagnarci nel nostro percorso รจ il vangelo di Mc, meglio conosciuto come il vangelo del catecumeno, di chi, cioรจ, si sta aprendo alla fede. Mc ci ha presi per mano e attraverso lโesperienza dei discepoli che accompagnano Gesรน, vuole portarci gradatamente a comprendere sempre di piรน i tratti di quel Maestro dietro cui abbiamo scelto di muovere i nostri passi.
Ci siamo sentiti interpellare quando ci ha annunciato un Dio alle porte della vita dellโuomo (il regno di Dio รจ vicino); ci siamo sentiti guardare con sguardo di predilezione quando aveva chiamato i primi discepoli a lasciare le loro occupazioni quotidiane per avventurarci in una nuova esperienza di vita.
Lo abbiamo accompagnato il mattino di un sabato nella sinagoga dove aveva compiuto un primo segno subito colto dalla gente: quellโuomo parlava in maniera diversa, nuova. Le sue parole avevano un timbro differente rispetto a quelle che si era soliti sentire sulla bocca degli scribi. In quella sinagoga cโera gente oppressa da un male che quasi faceva perdere il contatto con la realtร . E Gesรน aveva liberato un uomo posseduto da uno spirito maligno. In quella sinagoga, anche noi abbiamo toccato con mano la necessitร di riprendere il contatto con le cose nella giusta luce.
Gli avevano parlato, poi, della suocera di Simone, a letto con la febbre. E anche con lei Gesรน aveva usato attenzione e vicinanza tanto da rimetterla in piedi. Ma quella guarigione era figura di ben altra guarigione, molto lenta, a cui dovrร sottoporre il gruppo dei Dodici che a fatica si lasceranno schiodare dal proprio โioโ piuttosto gretto.
La suocera di Pietro, infatti, รจ figura di chi, a motivo della sua condizione di infermitร , non puรฒ amare perchรฉ deve avere cura di sรฉ: la malattia puรฒ rendere egocentrici, nel bene e nel male. Non poche volte la cura che il malato deve a se stesso, finisce per far chiudere gli occhi sulla situazione altrui. Per questo Gesรน deve schiodarla dal suo ripiegamento e rimetterla in condizione di farsi carico di chi le sta attorno. Quante resistenze a essere schiodati dal delirio di un egoismo assoluto!
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E poi, sul far della sera, quellโaccorrere in massa di quanti portavano segni evidenti di un limite di carattere fisico o psichico-spirituale. Gente impura e indegna di avere a che fare con Dio, si era data appuntamento alla porta della cittร perchรฉ quel Rabbi era lโincarnazione di un Dio non a distanza. Attraverso Gesรน riconoscevano il volto di un Dio che entrava nelle loro case e non disdegnava la loro compagnia: aveva appena preso per mano una donna restituendola al ritmo della sua vita ordinaria. La religione stabiliva che il contatto con la malattia lo avrebbe reso impuro. Cosa stava accadendo se egli che รจ il Figlio di Dio non temeva di toccare un malato?
A noi sfugge, probabilmente, il senso di tutto questo perchรฉ abbiamo della malattia una lettura clinica. Allora non era cosรฌ: la malattia aveva dei risvolti morali. Malati e indemoniati erano considerati maledetti da Dio e peccatori: malattia e disgrazie, infatti, erano viste come una percossa inflitta da Dio allโuomo per chissร quale ragione. La guarigione di cui erano beneficiari era un vero e proprio riscatto umano. Prima che un ritrovare energie perdute o mai avute, la guarigione era un essere reinseriti nella vita sociale.
Piรน avanti nel corso del vangelo Gesรน metterร a tema proprio questo suo farsi carico della dimensione vulnerabile dellโuomo allorquando dirร di non essere venuto per i sani (cfr. Mt 9,12). Gesรน รจ letteralmente assalito da infermi. Mc dice che โtutta la cittร โ รจ lรฌ davanti alla porta.
Ma questa pagina di Mc annota un particolare che non puรฒ essere taciuto. Al mattino, quando ancora era buio, Gesรน si ritira in un luogo appartato per pregare. Cโรจ qualcosa di essenziale che va cercato nella solitudine e nella preghiera. Ecco dove nasceva quel suo diverso modo di parlare ed ecco dove attingevano forza e veritร i gesti della cura.
Qualcuno perรฒ non capisce che motivo ci sia di sottrarsi al lavoro proprio in quel momento. In fondo, il proprio spazio cโรจ sempre occasione per ritagliarselo. Per Simone e i suoi compagni non ci si puรฒ sottrarre alla ricerca della folla. Ma Gesรน รจ perentorio: Andiamocene altroveโฆ perchรฉ io predichi anche lร .
Chi non vorrebbe trattenere presso di sรฉ uno che dispensa prodigi, guarigioni? Pietro fatica a comprendere e per questo mette in atto quel meccanismo proprio di ciascuno di noi di โriportare Gesรน indietroโ, al giร vissuto, a quello che di vero e di bello era stato sperimentato grazie alla sua presenza. Non accade forse anche a noi di subire la tentazione seducente di trattenere la vita conosciuta? Il lasciare il giร vissuto รจ esperienza che cogliamo come fastidiosa e quindi da scongiurare il piรน possibile. Per Gesรน, invece, i passi vanno affrettati verso altre mete, altrove. Egli non puรฒ mai diventare un pretestuoso possesso personale. Va piuttosto portato a tutti. Potessimo ripetere anche noi con lโapostolo Paolo: Guai a me se non annunciassi il Vangelo!
AUTORE: don Antonio Savone
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