Simeone e Anna, pur essendo carichi di anni, sono riusciti a rimanere giovani. Tutta la loro esistenza si dipana sul filo dellโattesa e della speranza. Aspettare, infatti, significa sperare. Eโ possibile aspettare quando si spera. E, viceversa, la speranza si manifesta nella disposizione dellโattesa. E io che cosa attendo ancora? Attendo, piuttosto?
Gli anni che annoverano piรน che fargli registrare esperienze e delusioni, hanno permesso loro di accumulare speranza. Hanno avuto il coraggio dei propri sogni. Non hanno mai rinunciato alla follia dellโattesa di quellโincontro. Sono rimasti creature di desiderio. Lโabitudine non li ha appiattiti. Gli anni, le solite cose, le solite persone, il solito lavoro non hanno prosciugato la loro freschezza. I giorni, pur nella loro monotona successione, non hanno inaridito il loro cuore. Neppure tutto lโapparato istituzionale che loro non hanno rinnegato, col suo cerimoniale stantio, รจ riuscito a spegnere nei loro occhi la luce accesa dalla promessa del Salvatore.
Pur inseriti nella struttura rigida del Tempio, di fatto lโappartenenza allโistituzione non ha determinato in loro uno sguardo rivolto al passato. Eโ proprio vero che lโuomo รจ ciรฒ davanti a cui sta, โon devient ce quโon regardeโ. Pur inseriti in un mondo vecchio, gli occhi di Simeone e Anna sono rimasti fissi sullโavvenire. In tal senso non gli era possibile invecchiare. Dovevano tenersi pronti per un incontro.
Nel tempio, due persone sono state capaci di rinunciare allโesperienza delle cose vecchie e si sono dimostrate totalmente disponibili ai tempi nuovi. Sono due persone in grado di superare la logica del โgiร vistoโ, per aprirsi al nuovo.
Simeone รจ uno che ha scoperto il segreto di allungare la propria vita: ha dilatato oltre misura il corso della sua esistenza per la voglia che aveva di vedereโฆ Non poteva morire perchรฉ gli restava ancora una cosa da vedere. Gli mancava ancora lโincontro decisivo. E non cโera agenda che riportasse la data di quellโappuntamento. Perciรฒ non poteva che restare in attesa e vivere di speranza. A differenza di tanti anziani โlaudatores temporis actiโ (cantori del tempo che fu), lui non guardava indietro ma puntava i suoi occhi verso il futuro. Quando ci si ritiene ormai arrivati e convinti di aver giร visto tutto si รจ irrimediabilmente vecchi, anche a trentโanni. Simeone, a dispetto degli anni, non perde la memoria. Quale memoria? Quella del futuro.
A buon diritto si possono applicare a lui le parole del Salmo 90: โInsegnaci a contare i nostri giorni e giungeremo alla sapienza del cuoreโ. Si tratta di un contare a partire da una meta, non giร da un punto di partenza, per cui invece di invecchiare si diventa sempre piรน giovani. Dobbiamo imparare a contare non ciรฒ che abbiamo avuto, ma ciรฒ che ci manca, non le nostre conquiste, ma ciรฒ cui non siamo ancora giunti.
Anna, la donna non del mugugno ma della lode. Non abitata dal rimpianto ma dalla meraviglia. Di nuovo una donna di 84 anni a riconoscere, accogliere e annunciare la novitร .
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AUTORE: don Antonio Savone
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