Monaci Benedettini Silvestrini – Commento al Vengelo del 27 Dicembre 2021

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Vide e credette…

รˆ la festa del discepolo prediletto del Signore, โ€œil discepolo che Gesรน amavaโ€, colui che nell’ultima cena pose il suo capo sul petto del Signore, percependone l’intensitร  dei palpiti, colui che ai piedi della croce si sentirร  ripetere da Gesรน morente: โ€œfiglio, ecco tua Madreโ€. รˆ insieme a San Pietro, uno dei primi testimoni oculari della risurrezione di Cristo.

รˆ lui l’autore del quarto Vangelo e di due splendide lettere che inneggiano alla caritร  e all’amore e del libro dell’Apocalisse. Possiamo definirlo il grande teologo che afferma in modo inequivocabile la divinitร  del Cristo. รˆ anche l’apostolo che, pur non narrandoci l’ultima cena, meglio degli altri approfondisce il mistero eucaristico e la teologia del pane di vita.

Coglie in profonditร  anche il significato recondito del disegno divino della incarnazione e redenzione del Verbo che si fa carne e viene ad abitare in mezzo a noi, perchรฉ noi diventassimo figli di Dio. รˆ lui a riferirci del Cristo Luce del mondo, รจ ancora lui che parla di segni piรน che di miracoli per smuovere alla fede autentica i suoi lettori.

Viene da pensare che la sua prima fonte, dopo l’esperienza personale diretta, sia stata la Vergine Madre, non perchรฉ la citi particolarmente, ma per la profonditร  con cui tratta di Cristo e dei suoi misteri. Dobbiamo molta gratitudine a questo apostolo ed evangelista per le grandi veritร  che ci ha insegnato, formano ora il prezioso bagaglio della rivelazione a cui tutta la Chiesa si ispira.