“Signore, io non sono degno”
La preghiera che il centurione rivolge al Signore è di una dolcezza straordinaria. Non chiede di guarire il suo servo, ma si ferma solamente a presentare la situazione al Signore. E quando il Signore gli manifesta la sua disponibilità a guarirlo, anche allora la sua richiesta non si fa esigente, ma riguardosa. Che bel modo di presentarsi davanti a Dio per manifestare le proprie necessità. A volte la nostra preghiera al Signore si fa esigente, quasi obbligante. Più che ammirare la bontà e la misericordia di Dio, alle volte la sua magnanimità è utilizzata da noi come un pretesa verso di Lui, come un nostro diritto a dover ottenere quanto chiediamo.
Quanto è bella questa richiesta fatta con umiltà, con semplicità e con rispetto. Il centurione sa in che modo rivolgersi a Dio perchè nella sua vita è abituato ad ascoltare le richieste di altri e ad esaudirle attraverso i suoi subalterni. Prima di rivolgerci a Dio, anche noi dovremmo verificare in che modo ascoltiamo le richieste degli altri, e come le esaudiamo. Forse è proprio perchè siamo poco inclini ad ascoltare e ad esaudire, che non sappiamo nemmeno con quali disposizioni interiori rivolgere a Dio le nostre richieste.
In breve
La preghiera umile, semplice e riguardosa verso Dio apre il suo cuore ad esaudirci al di sopra delle nostre aspettative.
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