don Francisco Varo – Commento al Vangelo di domenica 14 Novembre 2021

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Gesรน, seduto sul monte degli ulivi, di fronte al Tempio di Gerusalemme, parla ai suoi discepoli. Uno di loro commenta la soliditร  e la magnificenza della costruzione, e tutti rimangono stupiti quando risponde: ยซVedi queste grandi costruzioni? Non sarร  lasciata qui pietra su pietra che non venga distruttaยป (Mc 13, 2).

Le sue parole, che interrompevano un commento pieno di ammirazione, risultavano sorprendenti: di quale catastrofe stava parlando? Per loro quello che avevano udito poteva accadere solo alla fine del mondo. La fine era imminente?
Nelle parole di Gesรน sono intrecciate parole dellโ€™Antico Testamento, precisamente del libro di Daniele, con altre di Isaia ed Ezachiele. Usa immagini del genere apocalittico ben note nella tradizione di Israele: ยซil sole si oscurerร , la luna non darร  piรน la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolteยป (Mc 13, 24-25).

Perรฒ, le previsioni degli antichi profeti culminano nella gloriosa manifestazione di Gesรน Cristo, il Messia atteso, che, al di sopra dei cataclismi del cosmo e delle vicende della storia umana, rimane come un punto fermo e stabile: ยซAllora vedranno il Figlio dell’uomo venire sulle nubi con grande potenza e gloriaยป (Mc 13, 26).

Il Maestro svia lโ€™attenzione dai dettagli secondari, come quelli relativi al tempo e al momento preciso nel quale arriverร  la fine, per concentrarsi sullโ€™essenziale. ยซCristo รจ il Signore del cosmo e della storia – insegna il Catechismo della Chiesa Cattolica -. In lui la storia dell’uomo come pure tutta la creazione trovano la loro ยซricapitolazioneยป, il loro compimento trascendenteยป[1].
La risposta di Gesรน non ci descrive quello che succederร , ma รจ un invito a vivere bene il presente, ad essere attenti, sempre pronti per il momento nel quale verrร  il Figlio dellโ€™uomo e ci chiederร  conto della nostra vita.

Il Maestro insegna che la storia dei popoli e delle persone ha una meta, che รจ lโ€™incontro definitivo con il Signore. Quando e come accadrร  non ha per noi un interesse piรน grande, per questo Gesรน dice, provocatoriamente, che ยซnessuno lo sa, nรฉ gli angeli nel cielo nรฉ il Figlio, eccetto il Padreยป (Mc 13, 32).

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In maniera deliberata ci allontana da una curiositร  superficiale riguardo agli avvenimenti futuri, per mostrarci ciรฒ che รจ veramente importante. Ci presenta la via piรน giusta per avere la vita eterna: ยซIl cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passerannoยป (Mc 13, 31). Tutto passa โ€“ ci ricorda โ€“ ma la Parola di Dio non cambia, ed รจ la guida ferma per regolre i nostri comportamenti. Una vita ha senso e stabilitร  soltanto se si appoggia e ha fondamento nella Parola di Dio che Gesรน ci ha dato.

Nel Credo professiamo che ยซGesรน salรฌ al cielo, siede alla destra di Dio, Padre onnipotente. Di lร  verrร  a giudicare i vivi e i mortiยป. ยซAllora verrร  condannata l’incredulitร  colpevole che non ha tenuto in alcun conto la grazia offerta da Dio. L’atteggiamento verso il prossimo rivelerร  l’accoglienza o il rifiuto della grazia e dell’amore divinoยป[2]. Nel Giudizio finale sarร  evidente se nel corso della nostra vita abbiamo camminato alla luce della Parola di Dio, e se lโ€™abbiamo disprezzata, fidandoci solo di noi stessi.

Francisco Varo

[1] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 668.
[2] Catechismo della Chiesa Cattolica, n. 678.

Fonte: Opus Dei

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