TUTTO QUELLO CHE AVEVA
In quel tempo, 38. Gesรน [nel tempio] diceva alla folla nel suo insegnamento: โGuardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, 39. avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti.
Il brano odierno รจ ambientato nel Tempio di Gerusalemme. Gesรน si rivolge agli ascoltatori e li mette in guardia nei confronti dei capi religiosi. Questi hanno lโincarico di guidare il popolo, invece cercano il prestigio, la ricchezza e il tornaconto personale.
โGuardateviโ: spesso le persone in vista sono additate per il successo, ma non dobbiamo farci sedurre dai facili miraggi che ci propongono. Impariamo a non idolatrare nessuno in modo da avere il cuore libero per compiere la volontร di Dio e seguire il Vangelo.
โScribiโ: erano esperti nella lettura e nellโinterpretazione della Legge di Mosรจ, per cui erano anche chiamati โdottori della Leggeโ, i nostri moderni teologi. Alcuni facevano parte del Sinedrio, altri della setta dei farisei. Studiavano fin da piccoli e, raggiunta la maturitร , diventavano rabbini, persone autorevoli, avvocati di professione, ben remunerati.
โSinedrioโ: era lโorgano amministrativo piรน importante del popolo di Gerusalemme. Nonostante la dominazione romana, aveva ancora una grande autoritร . Era composto di anziani e di scribi. ร stato il Sinedrio a condannare Gesรน, quindi anche gli scribi che ne facevano parte.
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โLunghe vestiโ: le vesti lunghe erano segno di distinzione e la caratteristica delle persone benestanti. Chi le indossava manifestava che si poteva permettere di vivere senza lavorare, a differenza del popolo che svolgeva lavori manuali e faticosi.
โSaluti nelle piazzeโ: gli scribi bramavano la riverenza della gente, gonfi della loro superba apparenza.
โI primi seggiโ: gli scribi sono persone ambiziose che desiderano mettersi in mostra, anche nel luogo di preghiera. Vogliono essere i primi davanti a Dio oltre che ad essere i primi rispetto agli uomini.
โPrimi posti nei banchettiโ: dalla loro posizione gli scribi cercano un interesse materiale.
- Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna piรน severaโ.
โVedoveโ: erano tra le persone piรน deboli e indifese. Emarginate perchรฉ donne e, oltretutto, senza la protezione del marito, erano alla mercรฉ di usurai e approfittatori, tra cui vi erano anche gli scribi. Prive di diritti e di riconoscimento giuridico e sociale, vivevano nella solitudine e nella miseria.
โPregano a lungoโ: gli scribi ostentavano religiositร e pietร , in realtร la loro intenzione non era pura, ma condizionata al plauso della gente.
โRiceveranno una condanna piรน severaโ: Gesรน si scaglia contro le ingiustizie del suo tempo, contro chi cerca vantaggi materiali invece di essere a servizio di Dio e dei fratelli. Gli scribi sono persone senza scrupoli che, invece di difendere le vedove, in nome della Legge, le sfruttano a proprio vantaggio, impossessandosi dei loro averi.
Sembra che Marco voglia mettere in guardia persone della sua comunitร , impegnate nellโaiuto alle vedove, dal perpetrare ingiustizie e dallo sfruttare la propria posizione di privilegio. Forse รจ per questo motivo che accentua le critiche di Gesรน contro coloro che approfittano delle situazioni di disagio sociale per arricchirsi.
- Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano
Gesรน sa scrutare i cuori e le intenzioni delle persone. Il suo รจ un vedere in profonditร , al di lร delle apparenze, come รจ scritto nel primo libro di Samuele 16,7: โIo non guardo ciรฒ che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, il Signore guarda il cuoreโ. Impariamo dalla vedova cosa vuol dire consegnare se stessi e non una parte del proprio superfluo. Scegliamo di donarci proprio come lei si รจ donata.
โSedutoโ: Gesรน si pone nellโatteggiamento del maestro che insegna. Egli stesso, perรฒ, impara dalla concretezza della vita, osservando quanto accade e facendo discernimento.
โDi fronte al tesoroโ: in collegamento con i versetti precedenti, in questa seconda parte del brano si parla ancora di ostentazione. Nel tempio di Gerusalemme, esisteva il tesoro del tempio e un contenitore per la raccolta delle offerte, chiamato โgazofilacioโ, simile alle nostre colonnine di legno o metallo, che si trovano nelle chiese. Il gazofilacio del tempio era costituito da tredici casse. Era usuale che i fedeli facessero offerte liberali in denaro. Il sacerdote di turno contava le monete davanti a tutti i presenti e proclamava lโammontare finale ad alta voce. Riceveva piรน lode chi offriva di piรน.
โComeโ: Gesรน non guarda quanto una persona dร , ma COME offre il suo dono. Un conto รจ dare le briciole di quanto si possiede, con il cuore distaccato di colui che sa di avere molto denaro in piรน, e un conto รจ dare poco, ma che costituisce il tutto.
- Ma, venuta una vedova povera, vi gettรฒ due monetine, che fanno un soldo.
Si presenta a fare lโofferta una donna vedova, che viveva nella povertร assoluta, nella completa mancanza di mezzi. ร pochissimo quello che dร , ma rappresenta la totalitร di quanto possiede. Non si vergogna di passare in mezzo agli sguardi curiosi dei presenti, che appositamente si appostavano per commentare quanto ognuno versava nella cassa del tempio. La vedova vince ogni giudizio umano e, libera interiormente, non si cura dellโopinione della gente, nรฉ si cura della sua stessa vita.
โDue monetineโ: la vedova avrebbe potuto trattenersi almeno una monetina, invece il suo dono รจ completo, senza riserve. La sua fiducia in Dio รจ talmente grande che rinuncia ad ogni possibilitร di sostenersi in vita.
โFanno un soldoโ. Il soldo era la moneta utilizzata al tempio di Gerusalemme. Marco spiega il valore del denaro versato dalla donna, che corrisponde a una moneta di circa tre grammi di bronzo: un valore minimo. ร un particolare necessario per far capire ai non ebrei, destinatari del Vangelo, a quanto ammonta lโofferta della vedova. Per mantenere il tempio, la somma รจ irrisoria, ma il giudizio di Gesรน non riguarda la quantitร di denaro in sรฉ, quanto la fede immensa della vedova che si priva di ogni sostentamento, oltre ogni misura.
- Allora, chiamati a sรฉ i suoi discepoli, disse loro: โIn veritร io vi dico: questa vedova, cosรฌ povera, ha gettato nel tesoro piรน di tutti gli altri.
Gesรน sa cogliere ogni occasione per insegnare ai suoi discepoli. Addita la vedova come modello di gratuitร , di dono disinteressato, di fiducia totale nella Provvidenza del Padre, al quale ella consegna la sua vita. Senza quelle due monetine, infatti, non aveva piรน nessun mezzo di sopravvivenza.
La vedova che dona tutto รจ emblema del dono che Gesรน fa di sรฉ: non si riserva nulla, confidando unicamente nel Padre suo.
Anche noi dobbiamo imparare il dono disinteressato, a donare senza secondi fini, sapendo che Egli legge nel nostro cuore e che provvede ad ogni nostra necessitร . Siamo chiamati a dare gloria al Padre fidandoci di Lui ad occhi chiusi, proprio come la vedova, proprio come Gesรน.
- Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere”.
Al di sopra di tutto, la vedova cerca la gloria di Dio, che vale piรน della sua stessa vita. Dร tutto quello che ha, a favore del tempio che, tuttavia, poi sarร distrutto. La sua รจ una fede limpida, piena di amore per il Signore e di fiducia incondizionata nella sua Provvidenza.
Il mondo รจ pieno di persone che non si notano, di cui nessuno parlerร mai, ma che si donano nel silenzio e nel nascondimento. Sono proprio queste persone che sorreggono lโumanitร e costruiscono la storia, anche senza avere mai alcuna menzione nei libri di storia.
โTutto quello che avevaโ. Il Regno dei Cieli ha una logica che รจ diversa da quella umana: i primi sono gli ultimi e gli ultimi i primi (cfr. Marco 10,31).
Gesรน stesso darร tutto, come ha fatto la vedova. Gesรน non poteva offrirci di piรน di cosรฌ: ha dato il suo corpo, che sarร distrutto come avverrร per il tempio, e la sua stessa vita, fino allโultimo respiro.
Se vogliamo essere autentici discepoli di Cristo, dobbiamo dimostrare senza vergogna che amiamo Dio sopra ogni cosa. Saremo credibili solo se non teniamo nulla per noi stessi, se amiamo senza cercare ricompensa, se diamo tutto, spontaneamente, senza obblighi, nรฉ imposizioni. Come Gesรน, che si รจ fatto ultimo degli ultimi, servo dei servi. Si รจ confuso nella pasta come lievito per farla fermentare. Fino al suo ultimo respiro si รจ immolato per farci vivere in eterno.
Diamo tutto, come Lui ha dato tutto, perchรฉ Dio provvede ai poveri e ai piccoli! Gratuitamente abbiamo ricevuto, gratuitamente diamo. Niente per noi, tutto per Dio e per gli altri. Tutto รจ grande se รจ dato con amore e per lโAmore.
Suor Emanuela Biasiolo delle Piccole Suore della Sacra Famiglia
