LA VERA FEDE
Contro una religiositร formale
Questo brano รจ una dura requisitoria contro i pastori di Israele, sulla linea dei profeti, di Amos, Michea, Geremia, Isaia, ma รจ anche un grave ammonimento per tutti coloro che nella Chiesa hanno obblighi e responsabilitร .
โLa prima critica รจ diretta allโambizione che si esprime nella ricerca di riconoscimento pubblico. ร controverso se gli scribi utilizzassero un vestito lungo che li distinguesse (tallith). Forse il loro distintivo erano le frange vistose (cicith) che ornavano le estremitร della veste. Si suppone che il primo seggio nella sinagoga fosse un posto di fronte agli reliquiari della Torah e riservato a personalitร eminenti e ufficiali. Il posto dโonore al banchetto va cercato a tavola accanto al padrone di casa o allโospitante (Lc 14,7-10). Piรน pungente รจ la seconda critica che stigmatizza lโaviditร degli scribi. Non si capisce bene in che modo essi si appropriano dei beni delle vedove. Offrivano la loro consulenza giuridica ed esigevano in cambio un compenso esorbitante? Ancora piรน corrotta sarebbe la loro condotta se allโatto di sfruttamento si collega la loro lunga e ipocrita preghiera. Di Rabbi Aqiba (morto verso il 135) si diceva che quando pregava con la comunitร lo faceva brevemente: quando pregava da solo per conto suo vi dedicava molto tempoโฆ
Gesรน si siede di fronte al gazaphylakion, espressione derivata dal persiano gaza, cioรจ tesoro. Il termine puรฒ indicare sia la stanza del tesoro, che si trovava nella parte interna del tempio, precisamente nellโatrio delle donne, come pure le cassette delle offerte. Nella stanza del tesoro erano infatti disposte 13 cassette per le offerte, dalla forma di tromboni, una delle quali era destinata alle offerte volontarie. Queste ultime servivano soprattutto per lโallestimento degli olocausti che, in quanto sacrifici totali, erano quasi esclusivamente a beneficio di Dioโฆ Molti ricchi offrono molto. Il termine chalcos deve essere riferito pertanto in senso generale al denaro, non soltanto alla moneta di rame. Il lepton, che corrisponde alla perutha giudaica, รจ la piรน piccola delle monete di rame. La vedova offre due lepta. Lโequivalenza col quadrante traduce il valore di questa moneta trasportandola nel sistema monetario romanoโฆ Quel โdueโ non รจ casuale: avrebbe potuto dare una moneta sola, tenendo lโaltra per sรฉ. Una parallela storia rabbinica che viene continuamente citata narra di una povera donna che viene schernita dal sacerdote per la povertร della sua offerta, una manciata di farina. Al sacerdote viene detto da Dio nel sogno: ยซNon disprezzarla, perchรฉ รจ come una che ha sacrificato se stessaยป. Il parallelo รจ in grado di far luce sullo sfondo psicologico della situazione del povero. Del resto il giudaismo rabbinico giudica come Gesรน nella nostra storiaโ (J. Gnilka).
Eppure queste parole noi le abbiamo prese un poโ per scherzo, perchรฉ anche noi nella chiesa abbiamo i nostri Pastori spesso che portano vesti speciali, che si fanno chiamare reverendo, monsignori, eccellenza, eminenza, che vengono portati ai posti di onore.
Gesรน invece non faceva cosรฌ: Gesรน era un laico, banchettava con i peccatori e i pubblicani, opera in incognito, rifiuta una rivelazione come Messia potente, sfugge lโapplauso delle folle: allora guai (v. 40) a quelli che hanno una religiositร formale, a quelli che pregano, che si dicono Chiesa, e poi non praticano la giustizia, non praticano il soccorso agli ultimi, di cui la vedova, donna senza marito, รจ il prototipo.
Anche la religione puรฒ diventare peccato, anche la preghiera puรฒ diventare ostentazione: cโรจ il continuo richiamo allโinterioritร , alla semplicitร , ma soprattutto alla โkenosisโ, allo svuotamento, allo scegliere lโultimo posto sullโesempio del Maestro.
โIl brano evangelico ci testimonia un attacco molto duro di Gesรน verso gli scribi e i farisei, diventati nel mondo cristiano figure tipologiche, che incarnano perfidia, ipocrisia, orgoglio. Attenzione perรฒ, perchรฉ qui si richiede da parte nostra un esercizio ermeneutico sapiente, che sappia anche essere ยซgiustoยป.
Gli scribi erano gli esperti delle sante Scritture, uomini che fin dallโinfanzia si dedicavano alla lettura e allo studio della tradizione di Israele; giunti poi allโetร matura, diventavano persone autorevoli, rabbini, ยซmaestriยป, dotati di poteri giuridici nelle diverse istituzioni giudaiche. I farisei โ lโabbiamo sottolineato altre volte โ erano invece un ยซmovimento ecclesialeยป, un gruppo che con zelo cercava di vivere la Legge di Mosรจ e la precettistica elaborata dai padri rabbinici. Erano semplici fedeli, appartenenti al popolo, e rappresentavano una componente forte, molto presente e anche missionaria allโinterno di Israele. Certamente gli scribi e anche alcuni farisei furono avversari di Gesรน, ma la polemica di Gesรน, riattualizzata dagli evangelisti in un contesto di aspro confronto e di persecuzione dei cristiani, ritenuti dai farisei una setta eterodossa, riguardava soprattutto la loro postura di ยซpersone religioseยป. Nel riprendere questa polemica gli evangelisti intendevano inoltre denunciare quelli che nella chiesa cristiana avevano ormai assunto lo stesso stile. Si faccia dunque attenzione a non finire per leggere i vangeli in modo antigiudaico: non tutti gli scribi erano arroganti, non tutti i farisei erano ipocriti, anzi a volte i vangeli testimoniano di scribi vicini al regno di Dio (cfr ย Mc 12,34) e di farisei retti e giusti che sono stati ben disposti verso Gesรน (cfrย Lc 13,31).
Sรฌ, cโรจ stato un conflitto aspro, ma Gesรน oggi potrebbe rivolgere gli stessi duri avvertimenti a tanti ecclesiasticiโฆ Basta leggere con attenzione le parole rivolte da Gesรน alla folla, che si potrebbero cosรฌ parafrasare e attualizzare: ยซDiffidate degli scribi, degli esperti di Bibbia e di teologia! Quando escono, appaiono con vesti lunghe, filettate, addirittura colorate, indossano abiti sgargianti, si ornano di catene, di croci gemmate e preziose, cercano i volti di chi passa per essere salutati e riveriti, senza discernere le persone nel loro bisogno e nella loro sofferenza: volti che non sono guardati, ma chiamati a guardare! Nelle assemblee liturgiche hanno posti eminenti, cattedre e troni simili a quelli dei faraoni e dei re, e sono sempre invitati ai banchetti di potentiยป. Davvero queste invettive di Gesรน sono piรน che mai attuali: sono parole che dovrebbero farci arrossire e spingerci a interrogarci nel cuore su dove siamo finitiโฆ
Quando si adotta questa postura di arroganza, si assume inevitabilmente uno stile che chiede ammirazione, che desidera adepti, che esige applausi da parte di persone devote. Per mantenere un tale atteggiamento occorre poi avere molto denaro, e cosรฌ si finisce per divorare le case delle vedove ed esigere soldi proprio da parte dei piรน poveri, soldi derubati! ร stato cosรฌ ed รจ ancora cosรฌ qua e lร nella chiesa, e ognuno di noi in cuor suo conosce in quali modi, magari diversi da quelli stigmatizzati da Gesรน, รจ tentato di apparire, di mostrarsi, di ricevere riconoscimenti e applausi anche nella vita ecclesiale! Non possiamo qui non rendere testimonianza a papa Francesco per i suoi richiami e i suoi sforzi in vista di una chiesa povera, nella quale ยซi primiยป, quelli che governano o presiedano, non ricadano nei vizi degli uomini religiosi, che chiedono agli altri di dare gloria a Dio dando gloria proprio a loro, che si pensano suoi rappresentantiโฆ
Gesรน fa questi discorsi nel tempio, di fronte alla sala del tesoro, dove i fedeli, i pellegrini saliti a Gerusalemme, mettono le loro monete in ยซcassette per le offerteยป. Come sempre, Gesรน osserva, vede, comprende e discerne: sa cosa accade accanto a sรฉ, รจ vigilante e trae dalla concreta realtร lezioni di vita. Qui che cosa vede? Nota che ci sono alcuni che mettono grandi somme di denaro: sono i ricchi, quelli che senza grande fatica e senza privarsi di qualcosa di essenziale, nella loro devozione possono mettere anche molto denaro nel tesoro del tempio. Anche di questo abbiamo avuto e abbiamo esperienza nella chiesa. Solo cinquantโanni fa i primi banchi in chiesa avevano la targa in ottone con incisi i nomi dei ricchi che avevano fatto grandi offerte, e quei banchi erano loro riservati. E i poveri? In fondo alla chiesa, in piedi, perchรฉ anche le sedie messe a disposizione erano a pagamento. Nulla di nuovo dunque!โ (E. Bianchi).
La Chiesa โcasta meretrixโ
La Chiesa รจ โcasta meretrixโ, come dicevano i Padri, santa e peccatrice: รจ santa perchรฉ Cristo lโha โpurificata per mezzo del lavacro dellโacqua accompagnato dalla parolaโ (Ef 5,26-27): ma in essa cโรจ โchi si dice fratello, ed รจ impudico o avaro o idolatra o maldicente o ubriacone o ladroโ (1 Cor 5,9-13).
A questa Chiesa Gesรน chiede che nessuno in essa si faccia chiamare โRabbiโ (letteralmente: โmio grandeโ, โMagnoโ), nรฉ โPadreโ, nรฉ โMaestroโ (โkatheghetรจsโ riflette il rabbinico โmorehโ), perchรฉ Gesรน รจ lโunico Signore e โvoi siete tutti fratelliโ (Mt 23,9-10).
Una delle caratteristiche degli ultimi Papi รจ la loro costante predicazione contro i peccati della Chiesa. Diceva giร Benedetto XVI: โSul volto di questa Chiesa non mancano purtroppo delle rughe, delle ombre che ne offuscano lo splendoreโ (Colonia, Giornata Mondiale della Gioventรน); โMa non dobbiamo pensare anche a quanto Cristo debba soffrire nella sua stessa Chiesa? A quante volte si abusa del santo sacramento della sua presenza, in quale vuoto e cattiveria del cuore spesso egli entra! Quante volte celebriamo soltanto noi stessi senza neanche renderci conto di lui! Quante volte la sua Parola viene distorta e abusata! Quanta poca fede cโรจ in tante teorie, quante parole vuote! Quanta sporcizia cโรจ nella Chiesa, e proprio anche tra coloro che, nel sacerdozio, dovrebbero appartenere completamente a lui! Quanta superbia, quanta autosufficienzaโฆ! Il tradimento dei discepoli, la ricezione indegna del suo Corpo e del suo Sangue รจ certamente il piรน grande dolore del Redentore, quello che gli trafigge il cuore… Signore, spesso la tua Chiesa ci sembra una barca che sta per affondare, una barca che fa acqua da tutte le parti. E anche nel tuo campo di grano vediamo piรน zizzania che grano. La veste e il volto cosรฌ sporchi della tua Chiesa ci sgomentano… Abbi pietร della tua Chiesa!โ (โVia crucisโ del Venerdรฌ Santo).
Scrive Papa Francesco nellโโEvangelii gaudiumโ: โPaolo VI invitรฒ ad ampliare lโappello al rinยญnovamento, per esprimere con forza che non si rivolgeva solo ai singoli individui, ma alla Chieยญsa intera. Ricordiamo questo testo memorabile che non ha perso la sua forza interpellante: ยซLa Chiesa deve approfondire la coscienza di se stesยญsa, meditare sul mistero che le รจ proprioโฆ Deยญriva da questa illuminata ed operante coscienza uno spontaneo desiderio di confrontare lโimmaยญgine ideale della Chiesa, quale Cristo vide, volle ed amรฒ, come sua Sposa santa ed immacolata (Ef 5,27), e il volto reale, quale oggi la Chiesa presentaโฆ Deriva perciรฒ un bisogno generoso e quasi impaziente di rinnovamento, di emendaยญmento cioรจ dei difetti, che quella coscienza, quaยญsi un esame interiore allo specchio del modello che Cristo di sรฉ ci lasciรฒ, denuncia e rigettaยป (Ecclesiam suam, n. 10). Il Concilio Vaticano II ha presentato la conversioยญne ecclesiale come lโapertura a una permanente riforma di sรฉ per fedeltร a Gesรน Cristo: ยซOgni rinnovamento della Chiesa consiste essenzialยญmente in unโaccresciuta fedeltร alla sua vocazioยญneโฆ La Chiesa peregrinante verso la meta รจ chiamata da Cristo a questa continua riforma, di cui essa, in quanto istituzione umana e terrena, ha sempre bisognoยป (Unitaยญtis redintegratio, 6)โ (Evangelii gaudium, n. 27).
Radicalitร nella sequela
E infine cโรจ il bellissimo brano della piccola offerta di una povera vedova (vedi Lc 21,14). La vedova รจ il resto di Israele: la vedova รจ lโIsraele fedele, cui sarร tolto lo Sposo (2,20) e il Tempio (Lam 1,1), ma che dร a Dio tutto (v. 44: hรณlon tรฒn bรญon autรชs; letteralmente: โTutta la sua vitaโ); dai poveri, dagli ultimi, dobbiamo prendere lezione per entrare nel Regno di Dio; e la povertร รจ condizione indispensabile per dare a Dio โtutta la nostra vitaโ.
Questo racconto รจ strettamente collegato al precedente: il comportamento degli scribi e dei dottori della legge e il comportamento della vedova povera. I discepoli sono invitati a confrontarsi e a riconoscersi. ร su di lei che Gesรน richiama lโattenzione dei discepoli con parole che il Vangelo riserva per gli insegnamenti piรน importanti: โIn veritร vi dicoโฆโ. Gesรน ha trovato un gesto autentico e vuole che i discepoli lo imparino. Ciรฒ che lโha colpito non รจ soltanto lโassenza di ostentazione, ma soprattutto la totalitร del dono: non ha dato il superfluo, ma โtutta la sua vitaโ.
Questa vedova รจ lโesempio della vera religiositร giudaica, che Gesรน aveva cercato invano nel tempio, รจ il frutto buono che Gesรน aveva cercato invano sul fico da lui definito fico secco.โ
Ella dร a Dio tutto quello che ha, tutti i suoi spiccioli, non ne tiene neanche uno per sรฉ. La Parola nel testo Biblico รจ veramente forte: โdร tutta la sua vitaโ! Il racconto dellโobolo della vedova non รจ la parabola del โbasta pocoโ: รจ la parabola del โdare tuttoโ, del dare tutta la propria vita. La povertร รจ ancora una volta la condizione indispensabile per dare a Dio tutta la nostra vita, mentre noi invece che siamo ricchi, che magari diamo a Dio molte cose, in realtร diamo a Dio il superfluo, e non tutta la nostra vita. Dio, amante geloso ed insaziabile, ci indica che ci vuole tutti per sรฉ, e indica la strada della povertร , delle rinunce alle sicurezze economiche, come la via obbligata per seguirlo.
Questa donna รจ il vero scriba saggio del Nuovo Testamento: essa ha tutto e dร tutto per entrare nel Regno. Al giovane ricco Gesรน aveva detto: โBravo, hai osservato i comandamenti sin dalla nascita; una sola cosa ti manca; vaโ, vendi tuttoโ (Mc 10,17-21); precedentemente abbiamo visto il comandamento piรน grande: anche lรฌ mancava ancora qualche cosa (Mc 12,34). A questa donna invece non manca piรน niente, รจ oramai vicina al Regno di Dio, รจ colei che ha gettato tutto, รจ colei che ha dato tutta la sua vita per Dio.
โBeati i poveri, perchรฉ di essi รจ il Regno di Dioโ
Cโรจ qui un richiamo forte alla totalitร della sequela dei Signore, ancora una volta la radicalitร del seguire Cristo, ma cโรจ anche un altro richiamo: Dio, dirร Paolo in 1 Cor 1,27-28, โha scelto ciรฒ che รจ stolto per confondere i sapienti, Dio ha scelto quelli che gli uomini considerano ignoranti, per coprire di vergogna i sapienti, ha scelto quelli che gli uomini considerano deboli, per distruggere quelli che si credono forti. Dio ha scelto quelli che, nel mondo, non hanno importanza e sono disprezzati o considerati come se non esistessero, per distruggere quelli che pensano di valere qualcosaโ.
โGesรน perรฒ vede e discerne tra tutti una donna โ per di piรน vedova โ, cioรจ una persona che non conta nulla in un mondo dominato da uomini, che sentono anche il tempio come qualcosa che appartiene a loro: le donne, infatti, non facevano assemblea davanti a Dio come loro e con loro. Questa povera donna avanza tra molti altri, nella sua umiltร , e sembra che nessuno possa notarla. Gesรน invece la nota e la addita tra tutti come ยซla vera offerenteยป, la vera persona capace di fare un dono, di dare gloria al Signore. Costei getta solo due spiccioli, due piccole monete, ma ecco che Gesรน commenta il suo gesto. E lo fa in modo solenne, introducendo le sue parole con: ยซAmenยป, cioรจ: ยซร cosรฌ, รจ la veritร e io ve la dicoยป. ยซAmen, io vi dico: questa povera vedova ha gettato nella cassetta delle offerte piรน di tutti gli altri. Tutti, infatti, hanno preso dal loro superfluo; lei, invece, nella sua povertร , ha dato tutto quello che aveva, tutto quello che aveva per vivere (hรณlon tรฒn bรญon autรชs; alla lettera, โtutta la sua vitaโ)ยป. Questa vedova non dร , come gli altri, briciole di ciรฒ che possiede; non dร lโofferta senza che ne consegua per lei una sofferenza; non offre denaro di cui non ha affatto bisogno, perchรฉ ne ha tanto in piรน: no, questa donnaย si spogliaย di ciรฒ che le era necessario per vivere, di tutto ciรฒ che aveva, non di una sua porzione minima. Questa donna รจ per Gesรน unโimmagine dellโamore che sa rinunciare anche a ciรฒ che รจ necessario: ecco una donna anonima, ma unaย vera discepola di Gesรน. In questa pagina del vangelo il contrasto diventa ancora piรน forte: scribi che divorano le case delle vedove perchรฉ donne (non divorano le case dei vedovi!), perchรฉ povere, non difese da nessuno; e, al contrario, una di queste che dร in sacrificio al Signore ciรฒ di cui lei ha bisogno per vivere, spogliandosi oltre misura.
Oggi quando parliamo di ยซchiesa dei poveriยป dovremmo fare memoriale di questa donna, discepola di Gesรน nella chiesa dei poveri da lei inaugurata, e dovremmo interrogarci su cosa diamo a quelli meno muniti di noi, ai piรน poveri. Noi che facilmente buttiamo via il cibo, qualche volta diamo ai poveri qualcosa che ci costringe a sentire un bisogno, a fare a meno di ciรฒ che ci piacerebbe possedere o consumare? Si fa troppo presto a dire ยซchiesa poveraยป o ยซdi poveriยป: ne facciamo parte o ne siamo esclusi?โ (E. Bianchi).
I poveri ci evangelizzano
Questa donna, nella sua povertร , dร un esempio di radicalitร nel dono al Signore. Gesรน chiama a sรฉ i discepoli per imitare questa povera donna, per indicarci che รจ dai poveri, dagli umili, dagli ultimi che dobbiamo prendere lezione per entrare nel Regno dei Cieli.
Anche noi siamo in questo momento convocati da Dio che ci indica questa donna che ha dato tutta la sua vita come esempio per staccarci dai nostri beni, dalle nostre posizioni, dalle nostre reticenze, per dire totalmente โsรฌโ nellโamore a questo Dio che chiede a noi un amore totale.
Rispondere alla chiamata alla condivisione con i poveri apparentemente sembra un dono fatto a loro. Ma in realtร sono i poveri che colmano i credenti di una ricchezza ben piรน profonda e piena di quella che questi con essi spartiscono. Se il regno di Dio รจ dei poveri (Lc 6,20), รจ alla loro scuola che bisogna mettersi per potervi accedere. Non dimentichiamo mai questo mistero: sono essi i maestri per entrare in quella beatitudine che รจ โloroโ (Lc 6,20). โLa storia dei poveri sembra rovesciarsi…ย I senza voce parlano e mettono in discussione la maniera di essere cristiani, di essere sacerdoti o vescovi… I poveri diventano evangelizzatori… ยซEssi sono i soli a poter dire una parola di fede senza la quale il messaggio resterร troppo incompletoยป (E. Grangier)… ยซEโ ai piccoli, a coloro che non possono parlare o che non li si lascia parlare, che รจ data la parola da Dio, perchรฉ essi annuncino il suo regno. La follia della croce รจ morte per lโintelligenza dei saggi, di coloro che non capiscono la parola. Una riflessione sulla fede che non passi attraverso questa follia, questa morte, e anche per la rivelazione ai poveri, sbaglia stradaยป (G. Gutierrez). E la chiesa dei poveri, la parte piรน martire dellโunica chiesa, diviene evangelizzatrice e missionaria. ยซPerchรฉ la povertร รจ come una grande luce in fondo al cuoreยป (R. M. Rilke)โ (A. Persic).
Scriveva monsignor Bello, citando la lettera pastorale di un Vescovo della Patagonia, monsignor Hesayne: โยซDesde los pobres a todosยป, cioรจ: dai poveri a tutti!… ร un atto di fede nellโimprevedibilitร del nostro Dio che, per annunciare e realizzare le sue meraviglie, non utilizza necessariamente truppe scelte, sfornate dallโaccademia, ma si serve degli straccioni, dei diseredati, della gente che non conta e che viene disprezzata. Proprio questa gente, questa accozzaglia di ultimi, ha il compito e il privilegio di annunciare ai primi che la salvezza รจ vicinaโ. Solo alla scuola dei poveri si puรฒ imparare la sequela di Colui che รจ diventato il Povero per eccellenza (2 Cor 8,9).
E oggi piรน che mai, al nostro Occidente opulento e triste, supertecnologico e privo spesso di sapienza, i poveri hanno tante cose da insegnare, tanti valori che abbiamo perduti. LโAfrica ci insegna lโamore per la natura, la vita, gli antenati, il senso della festa. LโAsia e lโOceania la ricerca dellโassoluto di Dio, della pace interiore, dellโarmonia, la gratuitร . LโAmerica Latina lโattenzione agli ultimi, la lotta per la giustizia, il senso della vita comunitaria e della condivisione. E tanti poveri anche nei Paesi ricchi sono per noi maestri di semplicitร , di essenzialitร , di saper godere delle piccole cose, di solidarietร reciproca.
โEโ stando con i poveri e lasciandoci convertire da loro che si puรฒ sentire, nel frastuono del consumismo, dellโarrivismo, della competizione, la voce di Dio che parla nella voce e nella carne degli scartati dalla nostra economia. Dio sta dove nessuno penserebbe di trovarlo: nella passione dei poveri; e in loro e con loro vuole costruire il suo Regnoโ (A. Agnelli).
Carlo Miglietta
Il commento alle letture di domenica 7 novembre 2021 a cura di Carlo Miglietta, biblista; il suo sito รจ โBuona Bibbia a tuttiโ.



