p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 25 Settembre 2021

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A un certo punto della nostra esperienza di vita, scatta un atteggiamento di paura e di chiusura che ci conduce a negare la realtร  che abbiamo davanti.

รˆ chiaro lโ€™atteggiamento dei discepoli di fronte allโ€™annuncio del Signore Gesรน โ€“ โ€œil Figlio dellโ€™uomo sta per essere consegnato nelle mani degli uominiโ€ -: non capiscono.

Non mi pare che vi sia molto da capire in ciรฒ che il Signore dice, eppure le persone a lui piรน vicine non capiscono. Non possono capire perchรฉ negano lโ€™evidenza della realtร .

Come nega lโ€™evidenza della realtร  un amico, un parente, una moglie o un marito, un padre o una madre, un figlio o una figlia, di fronte alla morte annunciata di un loro caro: la malattia che non lascia scampo. La tentazione di negare questo dato reale, รจ grande e ritenuta via di uscita. Si inventano storie e bugie, pur di non dire al malato โ€“ che poi significa non dire a noi โ€“ che siamo di fronte al dramma e, allo stesso tempo, al compimento della vita.

I discepoli non capiscono, perchรฉ non accettano quanto a loro viene annunciato da Gesรน. Non lo accettano perchรฉ non capiscono lโ€™evidenza dei fatti e perchรฉ โ€œavevano il timore di interrogarlo โ€“ il Signore- su questo argomentoโ€.

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Da che mondo รจ mondo la persona umana ha utilizzato questo meccanismo di difesa che puรฒ salvare la mente e lโ€™equilibrio della persona stessa, in alcuni casi. Un meccanismo che alla lunga, perรฒ, rischia di uccidere lo spirito di ognuno di noi e di condannarci ad una deriva disumana che avvolge con le sue spire la nostra esistenza. Fino al dramma, al dramma finale: di fronte alla condanna, allโ€™arresto, alla passione, alla morte di Gesรน i discepoli scappano.

Come scappano tanti di noi di fronte a persone care che non hanno piรน speranza di vivere a lungo. Cosa che noi identifichiamo con la mancanza di speranza di vivere, ma che non necessariamente si identifica con tale mancanza. Non avere piรน speranza di potere vivere a lungo non significa che non possiamo avere speranza nella vita. Gesรน questa non speranza che per Lui era certezza, lโ€™ha fatta diventare luogo di dono fino ad essere motivo di speranza per tanti, che poi siamo noi, che dopo di Lui siamo venuti. Questa รจ risurrezione, questa รจ aggiungere vita al tempo poco o tanto che abbiamo a disposizione, questa รจ la speranza, quella vera, che puรฒ illuminare le nostre giornate e anche, perchรฉ no, le nostre notti insonni.

La lentezza dei discepoli nel comprendere non puรฒ essere di consolazione a noi, suoi discepoli. La lentezza nel comprendere da parte dei discepoli รจ, per me, uno stimolo a liberarmi da tutte le negazioni della vita, che spesso diventano falsitร , per potere essere sempre piรน libero nellโ€™affrontare e nel vivere la realtร , nel vivere la vita.

Quante sono le realtร  personali e sociali che noi continuiamo a negare con lโ€™intento di non appesantire la vita di tanti di noi? Perchรฉ continuiamo a negare che questo sistema di vita รจ un suicidio annunciato ed una schiavitรน per tanti, per troppi, in questo mondo?

Perchรฉ continuiamo a dirci che certi mezzi o certe cose che noi usiamo non sono cattive in sรฉ, quando continuamente ci accorgiamo che di tante di queste cose non cattive ne diventiamo schiavi? Forse che la nostra piccolezza e povertร , sia cattiveria nellโ€™uso di queste cose?

Perchรฉ continuiamo a negare ciรฒ che giร  lโ€™enciclica di Leone XIIIยฐ โ€“ Rerum Novarum โ€“ ci ha detto nel 1891: il lavoro non รจ una merce sottoposta alla legge dellโ€™offerta e della domanda, non si puรฒ speculare sui salari, sulla vita degli uomini come sul grano, lo zucchero o il caffรจ? Perchรฉ non lasciamo che questo annuncio metta sottosopra le nostre coscienze, e continuiamo come se nulla fosse? Fino a quando? Fino alla realizzazione del dramma: perdita di lavoro, famiglie sul lastrico, aziende che chiudono, schiavitรน di ogni genere.

Non neghiamo la passione del Signore e chiediamo la grazia di non negare nulla della nostra esistenza. Chiedere questa grazia significa chiedere e accettare di potere stare male, di avere un tarlo nel cuore che rode. Ma รจ un odore, un male, uno star male per il bene, per la veritร , per una vita piรน vera e piรน libera, vale a dire piรน cristiana.


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM