โโฆuna peccatrice di quella cittร โฆ portรฒ un vaso di profumoโโฆ
Almeno la decenzaโฆ. Immagino lo sconcerto quel giorno in casa di Simone il fariseo. Poverโuomo. Come dargli torto? Bisognava salvare almeno la decenza. E, invece, a quanto risulta dal testo evangelico, manco quella.
Come ci rappresenta tutti Simone il fariseo! Simone incarna uno stile di vita ineccepibile, scrupoloso, osservante comโera. E tuttavia era un uomo freddo, pieno di sรฉ, incapace di amare, pago della sua autosufficienza. Sรฌ, certo, รจ anche un uomo perbene, composto. Tanto non si scompone che anche quando รจ sollecitato da Gesรน a dire la sua risponde come una educanda dei migliori collegi di suore: Suppongoโฆ La risposta era evidente, ma guai a sbilanciarsi. Una vita senza infamia e senza lode. Simone traduce un mondo chiuso, tradizionale, quello di chi tutto misura a partire dal suo schema di pensiero: davanti a sรฉ ha una donna ed egli sa di chi si tratta, si tratta di una peccatrice. Schedata per sempre. Nulla da spartire con gente come quella donna.
Quella donna, invece, non ha neanche un nome: forse potrebbe avere il mio, il tuo. Anchโessa sa bene chi รจ e pur provando un immenso dolore per una esistenza in cui piรน volte ha mancato il bersaglio (peccare, infatti, nella Scrittura equivale a non fare centro) non รจ schiacciata da quel dolore. Alla consapevolezza del suo errore si accompagna un altro tipo di consapevolezza: sa che quel Gesรน รจ venuto proprio per lei. Lo aveva appena detto: non sono i sani che hanno bisogno del medico, ma i malatiโฆ (Lc 5,31). E lei lo aveva colto.
Alla compostezza di Simone fa riscontro lโatteggiamento scomposto della donna che si abbandona al pianto, ai capelli sciolti, ai baci, al profumo, alla lavanda dei piedi. ร la scompostezza di chi sa di essere amato e perdonato, quella di chi sa che la fede non รจ questione di osservanza ma di umanitร che si scioglie, tanto da osare i gesti della confidenza e dellโintimitร . ร la scompostezza dellโamore appassionato e riconoscente. I suoi sono i gesti della contrizione e della lode, quelli che hanno come risonanza la parola del Signore: i tuoi peccati sono perdonati.
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In quella scompostezza lo sguardo di Gesรน non legge qualcosa di fuori luogo bensรฌ il desiderio di un riscatto, la possibilitร di riprendere a vivere. In quei gesti forse equivoci e maldestri, lo sguardo di Gesรน coglie la fede e lโamore di quella donna.
Cโรจ una cosa che fa la differenza tra la donna e Simone: i peccati che pure ha commesso โ e ne รจ consapevole โ non hanno impedito alla donna di amare fino a commuoversi; lโosservanza della legge, invece, ha convinto Simone di essere nel giusto ma assolutamente incapace di aprirsi a ciรฒ di cui ha bisogno lโaltro che ha di fronte a sรฉ. Di fronte allโincredibile misericordia di Dio la mentalitร di Simone รจ inadeguata: quella donna รจ letta solo a partire da ciรฒ che ha compiuto prima di entrare in quella casa. Gesรน, invece, la guarda per quello che sta facendo ora e per quello che ancora ella potrร diventare. Simone รจ fermo sul passato mentre a Gesรน interessa il presente e il futuro.
Interrogato a proposito del racconto della parabola Simone, pur rispondendo correttamente, non si lascia affatto sfiorare dal messaggio che essa contiene. Se lo avesse fatto avrebbe dovuto concludere che lโessere un osservante scrupoloso della legge non gli garantiva nulla perchรฉ anchโegli โ tanto quanto la donna โ era bisognoso di perdono gratuito. Simone ne resta fuori tanto รจ vero che Gesรน continua sรฌ a parlare con lui ma il suo sguardo si posa sulla donna. A Simone, a questo punto, volge le spalle: infatti, il mistero di un volto pieno di misericordia rimane nascosto per chi pensa di non aver bisogno di perdono. Il ritenersi a posto e lโesprimere giudizi sugli errori altrui, ottiene come risultato lo stare nella vita limitandosi a guardare la schiena di Gesรน.
AUTORE: don Antonio Savone
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