Convocata la folla insieme ai suoi discepoli, disse loro: โSe qualcuno vuol venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua. Perchรฉ chi vuole salvare la propria vita, la perderร ; ma chi perderร la propria vita per causa mia e del Vangelo, la salverร .
โChi รจ mai questo Gesรน di Nazareth?โ. Non cโรจ dubbio che si tratti di una questione fondamentale; lo era ai tempi di Gesรน e non cessa di esserla anche ai tempi nostri. Anche se questo non significa, purtroppo, che stia davvero in cima ai nostri pensieri. Certamente perรฒ occupa uno dei posti centrali nella riflessione di chi con serietร affronta la vita. Nel Vangelo di Marco questa domanda tiene persino il centro โfisicoโ della narrazione. Siamo arrivati allโottavo dei sedici capitoli di cui si compone il Vangelo di Marco.
Ed รจ uno spartiacque decisivo. La scena si svolge nellโalta Galilea, mentre Gesรน percorre i villaggi attorno a Cesarea di Filippo, una cittadina situata assai lontano da Gerusalemme, allโinterno di una regione quasi totalmente pagana. Lโevangelista vuole suggerire che di qui inizia decisamente il cammino di Gesรน verso la cittร santa. Da questo momento Gesรน parla โapertamenteโ con i discepoli, senza che nulla piรน lo trattenga (v.32). Strada facendo, li interroga circa lโopinione che la gente si รจ fatta sul suo conto. Come si puรฒ vedere, รจ Gesรน stesso che pone, nel mezzo della narrazione, la โquestione centraleโ di tutto il Vangelo: il problema della sua identitร . Sembra ormai esclusa lโipotesi che egli sia un demonio travestito o, come avevano detto gli stessi parenti, un pazzo. Si รจ invece consolidata la convinzione che sia un inviato di Dio.
Sostanzialmente, si potrebbe dire, la valutazione su di lui รจ positiva e, in parte, coglie nel segno. Alcuni arrivano a identificarlo con il profeta Elia redivivo di cui si attende il ritorno in preparazione della venuta del Messia; altri, piรน genericamente, pensano a un profeta fra i tanti o, forse, al piรน grande profeta degli ultimi tempi; alcuni, come Erode, pensano al Battista redivivo. Tutti concordano nellโammettere che in Gesรน cโรจ il dito di Dio, ma il giudizio non รจ chiaro nonostante tutta lโammirazione che hanno per lui come grande benefattore e taumaturgo.
Per questo Gesรน lascia da parte le opinioni della gente e rivolge egli stesso intenzionalmente la domanda ai discepoli: โMa voi, chi dite che io sia?โ. Pietro gli risponde apertamente e inequivocabilmente: โTu sei il Cristo!โ (โCristoโ รจ la traduzione greca dellโebraico โMessiaโ, che letteralmente significa โil consacratoโ). Questa sembra la risposta che Gesรน finalmente si aspetta. I discepoli, fino ad ora ottusi (4,17-21), hanno raggiunto la fede.
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Eppure la definizione di Pietro, in certo modo, รจ incompleta; ha bisogno di essere esplicitata, perchรฉ contiene in sรฉ una profonda ambiguitร . Tantโรจ vero che Gesรน รจ costretto a โsconfessareโ subito dopo il discepolo. Sono due scene incredibilmente vicine e opposte: da una parte la โconfessioneโ di Pietro e, immediatamente, la โsconfessioneโ che Gesรน fa del discepolo. Gesรน, di fronte alle parole che lo riconoscono come Messia, comincia a parlare della sua passione (ne parlerร altre due volte da questo momento).
Dice che il Figlio dellโuomo dovrร soffrire molto, essere riprovato dagli anziani del popolo, dai sommi sacerdoti e dagli scribi; poi venire ucciso e risorgere il terzo giorno. Pietro, sentendo queste parole, prende Gesรน in disparte e si mette a rimproverarlo. Aveva riconosciuto lโincomparabile grandezza di Gesรน tanto da usare per lui il piรน grande titolo che aveva a disposizione, ma non poteva accettare la โfineโ che Gesรน aveva loro prospettato. Ed รจ qui che si scontrano due concezioni del Messia: quella di Pietro, legata alla forza, al potere che sovrasta, allโinstaurazione di un regno politico; lโaltra, quella di Gesรน, segnata dallโabbassamento sino alla morte che terminerร , tuttavia, nella resurrezione.
Quel discepolo che a nome degli altri ha riconosciuto Gesรน come Messia diventa ora un avversario; Gesรน non puรฒ fare altro che stigmatizzarlo di fronte e tutti. Con una crudezza impressionante gli dice: โVaโ dietro a me, Satana!โ. Sono parole analoghe a quelle che si trovano nel Vangelo di Matteo alla fine delle tentazioni nel deserto (qualche studioso suppone che Matteo le abbia prese da questo testo di Marco). In entrambi i casi, Gesรน viene spinto a dare una connotazione politica alla sua messianicitร , perchรฉ raggiunga un potere e una signoria di carattere terreno.
ร certamente difficile assuefarsi allโidea di un Messia che sceglie la via della croce e dellโabbassamento; eppure proprio questa รจ la via di Dio. Gesรน, chiamata la folla che lo seguiva, dice che se qualcuno vuole diventare suo discepolo deve rinnegare se stesso, prendere la propria croce e seguirlo. E aggiunge: chi perde in questo modo la vita, in realtร la salva. Tutto questo apparirร chiaro nel giorno della resurrezione di Gesรน. Ma giร da ora, anche per noi, la via del servizio al Vangelo e al Signore รจ il modo di vivere con pienezza secondo Dio. E non sarร mai lecito a nessuno stravolgere il percorso seguito da Gesรน.
Per gentile concessione di mons. Paglia. Commento tratto dal suo sito.
Qui tutti i commenti al Vangelo delle domeniche precedenti di mons. Vincenzo Paglia



