I grandi inizi, i lanci sul mercato in modo grande e appariscente, non sono cose da Dio, sono cose da idoli. Le grandi presentazioni accompagnate da una adeguata pubblicitร , anche delle cose religiose, sono cose da idolatria, non sono cose da Dio.
Dio รจ piccolo e si fa ancora piรน piccolo di un bambino deposto in una mangiatoia, divenendo un piccolo seme, anzi il piรน piccolo di tutti i semi.
La pubblicitร non รจ cosa che fa per Dio perchรฉ dovrebbe occupare lโuniverso, una pubblicitร a Lui adeguata. E se solo la sua pubblicitร dovesse occupare tutto lโuniverso, che fine farebbe lโuomo a cui Dio vuole fare posto? Dio si fa il piรน piccolo di tutti i semi perchรฉ lโuomo possa guadagnare posto, possa avere un suo posto, possa avere posto adeguato. Un posto, quello dellโuomo, che non si ingigantisce, un posto umano, un posto giusto, un posto che occupa quanto gli serve per vivere. Un posto da dinosauro, a cui il posto non basta mai e che continuamente necessita di usurpare il posto degli altri, non รจ un posto da uomo, un posto umano, quanto invece da dinosauro, appunto.
Non cโรจ piccolezza maggiore di Dio, tanto piccolo e invisibile che quasi potremmo dire che non cโรจ, e tanti lo dicono. Per noi lโaffermazione che Dio non esiste, che Dio non cโรจ perchรฉ non si vede, รจ forse uno dei piรน alti atti di fede che lโuomo possa fare. Dio dunque non รจ come lโidolo grande, tremendo e fascinoso. No, Dio รจ piccolo e disprezzato, Dio รจ tremante in una notte di inverno, perchรฉ il suo segno, appunto, รจ quello di un bambino in una mangiatoia.
Per questo il Regno di Dio รจ Dio che รจ seme, per questo il Regno di Dio รจ Dio che รจ lievito.
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ร un Dio terribile il nostro. Noi sappiamo che il regno di Dio รจ libero da ogni fermento di male. Per questo non potrebbe essere paragonato al lievito che รจ immondo. Il lievito รจ farina imputridita, come Gesรน e i suoi discepoli. La Pasqua la si celebra con farina non lievitata, con pane azzimo. Chi non mangia la Pasqua con pane azzimo deve essere fatto scomparire, merita la morte ci dice il libro dellโEsodo (12, 15).
Gesรน scomparirร , eliminato come immondo, come un poโ di lievito che vuole entrare in una farina che vuole rimanere azzima e che, per questo, lo rifiuta e lo sotterra.
Ma, e questo รจ il vero miracolo della vita, la purezza di Dio non si manifesta piรน nellโazzimo ma nellโamore che รจ misericordia che si mischia con ogni miseria. Non piรน purezza rituale ma veritร di vita. Ed รจ cosรฌ che Dio si perde e si fa servo addossandoci ogni debolezza e colpa, vale a dire ogni impuritร . Lui si รจ fatto per noi lievito, vale a dire maledizione e peccato: ecco lโAgnello di Dio che porta il peccato del mondo.
Cosรฌ ci ritroviamo a contemplare un Regno dove un uomo semina e una donna impasta. E lโuomo semina un seme piccolo fino a che quel seme caduto in terra e morto, diventa un albero, lโalbero della croce sui cui rami gli uccelli, cioรจ noi, trovano rifugio e riparo. E che dire di quel pugno di impasto andato a male, quel lievito impuro che non dovrebbe toccare il Pane pasquale, che da una donna viene immesso nella farina fino a farla lievitare? Quel pugno di impasto andato a male perรฒ e nascosto in tre staia di farina da una donna โ perchรฉ le donne vanno al sepolcro ad accogliere la vita nuova โย altro non รจ che il Cristo sepolto nel sepolcro della farina del mondo salvato dallโImmondo, il Cristo, che รจ lievito, un pugno di farina andata a male.
Cosรฌ questo Lievito Gesรน, nascosto per tre giorni nel cuore della terra, la lieviterร di vita nuova, la terra infatti non sarร piรน azzima come la salvezza, la Pasqua, non sarร piรน questione di azzimi, libera dal vecchio lievito di malizia e perversitร .
Cosรฌ il Signore risorto, albero del Regno e fermento di vita, รจ il Gesรน crocifisso preso, gettato, nascosto ed esposto sulla croce e deposto nel sepolcro.
La sua piccolezza, la sua impuritร , la sua invisibilitร , il suo rifiuto รจ la piรน vera manifestazione di Dio, รจ atto di fede nel Padre che spira su quel seme e su quel lievito con lโalito dello Spirito Santo.
Questa รจ fede accolta, questa รจ vera santitร di Dio, non quella dei miracoli e dei segni che noi pagani continuiamo ad andare a cercare, questa รจ salvezza del mondo.
Sรฌ perchรฉ la fede sono mani aperte per accogliere il dono del piccoletto, del piccolo Dio che diventa speranza in quelle mani che tendono verso il domani che diventa caritร in quelle mani che divengono operose per la vita, che ritornano ad impastare farina con lievito, a seminare quel piccolo seme nella terra di Dio, laddove il suo volto risplende, vale a dire nel nostro cuore.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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