Potremmo dividere questo vangelo in tre parti. La prima รจ la decisione di Gesรน comunicata ai discepoli di passare all’altra riva. La folla viene mandata via, viene congedata. I discepoli prendono Gesรน sulla barca e partono. Il vangelo dร alcune sottolineature giร a questo livello che sono interessanti. Ad esempio l’accenno alla sera che รจ il momento della stanchezza sia fisica che spirituale. I discepoli che congedano la folla. Il verbo indica sรฌ un lasciare andare che perรฒ รจ anche un mandar via. Sappiamo che il rapporto dei discepoli con le folle รจ un rapporto delicato. Da un certo punto di vista c’รจ una dipendenza, dall’altro una preoccupazione.
Continua dopo il video
ย
Si dice che Gesรน “viene preso” dai discepoli. Sono loro che prendono l’iniziativa. Tra l’altro il verbo รจ un verbo forte. In italiano “prendere una persona”, prendere su una persona significa darle un passaggio. Qui invece c’รจ proprio un’intenzionalitร , un entusiasmo nel fare questo. Tanto che si potrebbe pensare che giร l’indicazione stessa di Gesรน di andare all’altra riva in realtร potrebbe essere un’indicazione piรน complessa anche dal punto di vista spirituale. Perchรฉ non si specifica “riva” si dice semplicemente di “andare oltre”. Per andare oltre i discepoli decidono che hanno bisogno di Gesรน. Il vangelo specifica poi che Gesรน viene preso cosรฌ come รจ. Ci verrebbe da dire – come vuoi che venisse preso? -. Ma proprio perchรฉ l’indicazione รจ inutile รจ un’indicazione importante. Vuole dire che certo Gesรน si รจ rivelato potente. Perรฒ รจ anche un Gesรน che si รจ rivelato uomo fragile. E la fatica comunque รจ quella di fare i conti sempre e comunque, anche per noi oggi, con Gesรน cosรฌ come รจ.
Viene preso nella barca. Si dice subito dopo che ci sono anche altre barche. Ed รจ interessante perchรฉ poi queste altre barche le perderemo di vista. La barca รจ una delle caratteristiche che tornano spesso nei vangeli, in particolare del vangelo di Marco. Ci sono tanti brani che raccontano di barche. Il primo parla di una barca da cui i discepoli devono essere portati via: รจ la barca del loro passato, del del loro lavoro, di quello che รจ stato. L’ultima barca che viene raccontata รจ la barca su cui c’รจ “un pane solo” e quel pane รจ Cristo. Quindi รจ una barca che diventa simbolo chiaramente del tavolo dell’ultima cena, del banchetto eucaristico. In quanto tale รจ una barca che diventa anche simbolo della chiesa, e siccome poi porta oltre, della croce. Ma per diventare questo c’รจ un percorso che non รจ un percorso semplice. ร un percorso che conosce delle tempeste, nel vangelo di Marco se ne raccontano espressamente due. Il fatto che si parli di altre barche รจ un qualche cosa che forse รจ molto in linea con quanto รจ stato detto nelle parabole che abbiamo ascoltato domenica scorsa: di questo seme che diventa un cespuglione di sesamo. Che รจ un seme che dร frutto.
Perchรฉ questo non esclude il fatto che ci siano altri semi, altri cespuglioni e altre barche. Che sono comunque relazionate, perchรฉ sono altre barche “con lui”. Noi siamo un po’ monolitici nel nostro pensare, soprattutto da quando ci siamo detti che la barca รจ simbolo della chiesa. Perรฒ probabilmente potremmo essere anche un po piรน pluralisti.
La seconda scena รจ la tempesta. Una grande tempesta di vento. Grande come sarร grande poi la bonaccia. Si dice che le le onde si rovesciano sulla barca tanto che la barca รจ piena. Si ripete questa parola “barca” ben due volte. Di fronte a questa grande tempesta si potrebbe discutere. Il lago di Galilea, il lago di Tiberiade รจ un piccolo lago perchรฉ ci siano grandi tempeste. Perรฒ qualcuno dice che proprio per una conformazione del territorio puรฒ succedere. C’รจ chiaramente un insistenza su questa “grande” tempesta. Per contrapposizione risulta l’estrema tranquillitร di Gesรน. Gesรน staย a poppa sul cuscino e dorme. ร interessante questo discorso del cuscino. I commentatori si sono anche interrogati, sbizzarriti.
La parola utilizzata indica un cuscino che serve come appoggio per la testa. Non รจ detto necessariamente che sia un cuscino come lo intendiamo noi, di stoffa riempita e morbida. Perchรฉ per esempio ancora oggi popoli dell’Africa conoscono i poggiatesta su cui ci si appoggia quando ci si riposa (sono mezzalune di legno con la base). Quindi potrebbe essere semplicemente una parte della barca che viene utilizzata in questo modo. Ci sfugge leggermente questo significato. C’รจ chi sostiene che c’รจ anche una simbologia sepolcrale. Certamente fa impressione il fatto che di fronte a una situazione di grande paura Gesรน dorma. Quindi da una parte c’รจ questa tempesta, dall’altra c’รจ l’estrema tranquillitร di Gesรน. Lo svegliano, gli dicono – maestro non ti importa che siamo perduti? -. Si desta, minaccia il vento, dice al mare – taci, calmati -.
Il vento tace, c’รจ una grande bonaccia e probabilmente questo รจ un po’ il cuore di questo vangelo. Perchรฉ certamente Gesรน รจ preoccupato del fatto che siamo perduti. ร venuto del mondo esattamente per questo. Ma contemporaneamente non รจ preoccupato di fronte alla morte. Il racconto del vangelo lo dice con con chiarezza: Gesรน non รจ preoccupato di morire. Di fronte alla estrema agitazione dei discepoli lui รจ assolutamente tranquillo. Per assurdo potremmo dire – ma se la barca fosse affondata e fossero morti in quel momento, che cosa sarebbe cambiato per la nostra salvezza? -.
Probabilmente per la nostra salvezza non sarebbe cambiato nulla. Forse sarebbe cambiato solo che ci saremmo risparmiati di macchiarci le mani del sangue di quel “crocifiggi!”. Gesรน nel momento in cui รจ venuto nel mondo e ha dimostrato di non avere paura della morte, di non avere paura di una natura che diventa spirito impuro (lui tratta la tempesta come tratta gli spiriti impuri, la scaccia, la tranquillizza cosรฌ come scaccia loro) mostra che รจ piรน potente. Se fossero affondati saremmo stati comunque salvi. – Non ti importa che siamo perduti? -. Certo che ti importa.
L’ultima scena รจ un dialogo. Gesรน dice loro – perchรฉ avete paura, non avete ancora fede? -. Sembra quasi che Gesรน faccia fatica ad accettare che i discepoli non abbiano ancora fede, che noi continuiamo a non avere fede. Qui si gioca anche sul termine “paura”. La lingua greca ne conosce vari (anche l’italiano in realtร ). C’รจ una paura di fronte a cui Gesรน rimane perplesso. ร quella paura che blocca. In fin dei conti il lago di Galilea e abbastanza piccolo. Di fronte alla tempesta i discepoli potevano probabilmente aspettare perchรฉ conoscevano il lago, erano pescatori, vivevano lรฌ. Oppure potevano avvicinarsi a riva. Invece hanno Gesรน sulla barca e quindi sono sicuri che comunque tutto andrร bene. Di fronte alla tempesta l’unica reazione che hanno รจ svegliare Gesรน e dirgli non – aiutaci! – ma – non ti importa che siamo perduti -. Che รจ un po’ uno di quei giochini psicologici in cui potrei chiedere una cosa direttamente invece la chiedo facendo un giro di parole, un giro largo. Ecco: una paura che blocca. Questo รจ quello che viene indicato come il contrario della fede.
Di fronte a questa domanda di Gesรน dice il vangelo che furono presi da grande timore. C’รจ di nuovo il termine “paura” ma viene indicata una paura diversa, la paura che รจ la reazione di fronte a Gesรน. Viene indicata dei vangeli in modo neutro. Non viene mai nรฉ giudicata nรฉ lodata. ร un qualche cosa che รจ la normale reazione davanti a Gesรน. Di fronte ad essa Gesรน ci prende per mano.
C’รจ quindi una domanda finale – chi รจ dunque costui, che anche il vento il mare gli obbediscono? -. Che fa pensare. Perchรฉ i discepoli sono stati con Gesรน giร abbastanza. Non per un lunghissimo periodo ma hanno ascoltato le parabole, Gesรน gliele ha spiegate. Hanno visto alcuni miracoli, con i prodigi. Hanno accettato di seguirlo e quindi comunque ne hanno stima. Eppure di fronte a tutto questo riconoscono che non lo conoscono, non lo conoscono abbastanza. Questo per noi รจ comunque molto bello, interessante. Perchรฉ credo che sia l’esperienza di ogni persona di fede quella del dire – mi rendo conto che cosรฌ come non conosco gli altri veramente, devo imparare a conoscerli, allo stesso modo non conosco Gesรน. Devo, voglio imparare a conoscerlo -.ย
Buona domenica.



