Commento al Vangelo del 10 luglio 2011 – don Mauro Pozzi

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Il commento al Vangelo della domenica a cura di don Mauro Pozzi parroco della Parrocchia S. Giovanni Battista, Novara.

IL SEMINATORE Gesรน introduce un modo nuovo di utilizzare le parabole. In generale erano uno strumento di cui i maestri si servivano per spiegare meglio i loro insegnamenti, mentre il racconto del seminatore รจ piuttosto oscuro, tanto che i discepoli stessi fanno fatica a comprendere. Il motivo di questa scelta รจ duplice. Gesรน si trova in Galilea a parlare del Regno di Dio, da una parte non vuole essere frainteso e fomentare lo spirito rivoluzionario dei galilei, dallโ€™altra i Farisei sono sempre pronti a contestarlo e comprometterlo. Sceglie allora questo linguaggio molto simbolico che รจ accessibile solo a chi ha lโ€™umiltร  di chiedere spiegazioni, mentre per gli altezzosi Farisei rimane assolutamente impenetrabile. La citazione di Isaia dice proprio questo. Gesรน potrebbe fare molto per i suoi conterranei, ma รจ impedito dalla loro stessa ostinazione. Chi invece sa ascoltare e vedere รจ beato. Il Maestro lo dice ai discepoli, ma anche a noi. Ascoltare la Parola del Signore richiede umiltร  e silenzio. Come dicevamo domenica scorsa, anche oggi molti preferiscono fidarsi di se stessi e rifiutano di vedere e sentire. Gesรน rispetta la nostra libertร , ci mette sulla strada per comprendere il mistero, ma la scelta di percorrere quella via รจ lasciata a noi. Il seme che il Maestro getta รจ lo stesso, ma il frutto che darร  dipende dal terreno che lo accoglie. Sulla strada non germoglia neppure, รจ subito calpestato o mangiato dagli uccelli. รˆ il caso dei Farisei di allora e degli scettici di oggi, gente che non fa il minimo sforzo per accogliere lโ€™insegnamento. Il terreno sassoso non impedisce al seme di germinare, ma non sa ricevere le radici e dunque condanna la pianta a morire. Gesรน รจ molto affascinante, non solo per i credenti o i cristiani, ma รจ anche esigente. Seguirlo vuol dire scegliere il Regno e rifiutare il mondo. Non tutti sono disposti a questa rinuncia. I sassi sono le tante voci che annullano il silenzio e dunque la capacitร  di ascoltare. Le spine sono le preoccupazioni e lโ€™inganno delle ricchezze. Si tratta di un tipo di distrazione piรน superficiale, ma non meno deleteria, qualcosa che sposta lโ€™attenzione da ciรฒ che vale a ciรฒ che appare. รˆ il modo con cui il male si spaccia per bene. Nessun pesce abboccherebbe allโ€™amo se il pescatore non lo nascondesse con lโ€™esca. Da fuori sembra un bel bocconcino, ma dentro cโ€™รจ la morte. Solo il terreno fertile permette alla pianta di portare frutto. Cento, sessanta e trenta per uno sono delle rese assolutamente enormi, ma la storia ci ha mostrato che con dodici pescatori Gesรน ha conquistato il mondo. Accogliamo dunque il seme senza paura, come ha fatto Maria, che รจ il modello di tutti i credenti.

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