don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 13 Maggio 2021

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SOLO “UN POCO” PER PASSARE DALLA MORTE ALLA VITA


AUTORE: don Antonello Iapicca FONTE: Newsletter SITO WEB CANALE YOUTUBE

Come noi, gli apostoli โ€œnon comprendevanoโ€ le parole di Gesรน.ย Il verbo grecoย “oida”ย tradotto con โ€œcomprendereโ€, in virtรน della sua radice e del suo uso semantico รจ legato al verboย โ€œvedereโ€: “so, perchรฉ ho visto. Un sapere in base a una propria visione” (Bruno Snell). โ€œOidaโ€ designa “la conoscenza come una meta raggiunta, come un assoluto” (I. De La Potterie); esprime un’evidenza della conoscenza, quella ad esempio acquisita dal cieco nato nell’incontro salvifico con il Signore: โ€œSe sia un peccatore o no, non lo so; questoย io soย bene: ero cieco e ora ci vedo” (Gv. 9,25, e ciรฒ significa che “questa รจ una cosa che so benissimo”.

Al contrario, โ€œnon sapereโ€ รจ non avere una conoscenza certa, assoluta e profonda. Cosรฌ รจ per i discepoli dinanzi all’annuncio di Gesรน: โ€œnon sappiamoโ€ cosa dice; si trovano in un’ignoranza radicale perchรฉ non hanno l’esperienza di quello che Gesรน sta dicendo. Sono radicalmente impotenti, manca loro la chiave per conoscere con assoluta certezza, e quindi per vivere quello che gli viene annunciato. Risuonano in questo le crude parole di Giobbe: “L’uomo, nato di donna,ย breve di giorni e sazio di inquietudine,ย come un fiore spunta e avvizzisce,ย fugge come l’ombra e mai si ferma”.

ย Anche noi โ€œnon sappiamoโ€, siamo radicalmente ignoranti su dove andrร  a finire il fidanzamento, su che ne sarร  di nostro figlio, se completeremo gli studi e troveremo lavoro, se ci licenzieranno, se saremo fedeli al marito, se e quando la salute ci abbandonerร , se guariremo da questa malattia, se ce la faremo ad arrivare alla fine del mese, se qualcuno ascolterร  l’annuncio del Vangelo. Ma proprio le parole di Gesรน sono laย passwordย che ci abilita ad entrare nel fantastico programma che รจ la nostra vita. Ogni suo frammento, infatti, รจ parte della vita di Cristo, cosรฌ che, annunciando il suo destino, ci svela il nostro:ย “ancora un poco e quanto avete potuto vedere attentamente di me, la mia carne, sarร  sottratta al vostro sguardo. Ma ancora un po’ di tempo e potrete vedermi di nuovo, in pienezza, riconoscendo in me la vittoria sulla morte che vi ho annunciato: allora saprete, saprete perchรฉ avrete visto”.

Ma per passare a questa visioneย รจ necessario il โ€œpocoโ€ di tempo di cui parla Gesรน. La conoscenza, infatti, si radica nel tempo, in esso cresce, si trasforma in un sapere certo e assoluto, nella fede capace di smuovere le montagne.ย โ€œUn pocoโ€ traduceย โ€œmikronโ€, da cui la stessa unitร  di misura, da cui microscopio. Unย โ€œtempo mickronโ€, cioรจ breve, nel quale perรฒ si accende il mistero pasquale del Signore. In una frazione di tempo si squarcia il velo del tempio, e la carne di Gesรน varca la soglia del tempo cronologico per entrare nel tempo di Dio: “In Gesรน Cristo, Verbo incarnato, il tempo diventa una dimensione di Dio, che in se stesso รจ eterno; cosรฌย Cristo diviene il Signore del tempo, รจ il suo principio e il suo compimento; ogni anno, ogni giorno e ogni momento vengono abbracciati nella sua incarnazione e risurrezione, per ritrovarsi in questo modo nella “pienezza del tempo” (Giovanni Paolo II).

Per questo il tempo della Passione e il tempo della tomba, i due “un poco” del Vangelo di oggi, sono micro-tempi, assorbiti e come innestati nella pienezza del tempo, nel tempo eterno di Dio. Questo significa che nulla รจ assoluto, ineluttabile, perchรฉ il tempo รจ il luogo dove Dio ci dร  appuntamento perchรฉ, camminando in esso, passiamo da una visione carnale alla visione piena dell’amore di Dio nella debolezza della carne.ย Per questo, alla nostra domanda identica a quella dei discepoli Gesรน risponde con l’annuncio della sua Pasqua che si compirร  in loro. Coraggio fratelli, anche la litigata con tuo marito, anche la crisi di tuo figlio, tutto quello che stiamo vivendo, perfino il cancro, รจ solo โ€œun pocoโ€, perchรฉ tutta la vita รจ racchiusa in questo “mikron” tra lacrime e gioia piena.

Il mistero pasquale del Signore รจ il paradigma di ogni esistenza: in ogni tempo vi รจ “un poco” per non vedere e “un poco” per vedere, un tempo per la Croce e il sepolcro, e un tempo per la risurrezione. Ciรฒ significa non lasciarsi afferrare da nessuno per donarsi a tutti. La cifra autentica del tempo, infatti, รจ la libertร , che conferisce contenuto e sostanza a ogni istante. La libertร  apparsa e compiuta nel Signore. Essa ci รจ donata attraverso la Chiesa, nella quale impariamo che la vita รจ, per grazia di Dio, un passaggio dalle lacrime e la gioia. In ebraico il termine “lacrima”, “demah”, esprime anche il sangue dell’occhio, mentre un altro significato della parola occhio รจ “sorgente”. Cosรฌ, una lacrima, il sangue dell’occhio, รจ una sorgente di vita, perchรฉ, nella Scrittura, il sangue รจ la vita.

Allora coraggio, non temere: quando appare la Croce e i cristiani sono chiamati ad offrirvi la vita โ€œil mondo si rallegraโ€, perchรฉ crede di aver avuto ragione di loro. Ride di fronte a un martire della castitร , dellโ€™apertura alla vita, dellโ€™amore al nemico. Ma non sanno che proprio le โ€œlacrimeโ€ che scorreranno sul nostro viso anche oggi sono il grembo fecondo della โ€œgioiaโ€ che in noi testimonierร  la vittoria di Cristo al mondo.