Non so se riusciamo ancora a cogliere come un dato vitale e non tanto come una semplice convenienza, che il ri-cordare che il Padre ama per renderci amore, รจ cosa essenziale. Il Padre รจ la fonte dellโamore, non Colui che vive e ci fa vivere la pretesa nei confronti della realtร .
Nella nostra vita, abbiamo fatto molte esperienze dโamore. Siamo stati molto amati da amici, familiari, parenti; abbiamo incontrato nel nostro cammino volti sorridenti ma anche volti non sempre felici che sorridevano per circostanza; abbiamo intessuto legami sinceri e altri mantenuti semplicemente per convenienza; abbiamo intrecciato relazioni buone, altre che si sono rivelate non libere da ricatti affettivi, avvelenate o violente; ma continuiamo ad essere vivi nellโamore perchรฉ qualcosa, o Qualcuno ha amato dentro di noi con un amore piรน grande del nostro. Scoprire lโamore a partire dalla Sorgente, a partire dal Padre, per coglierla nelle nostre relazioni quotidiane รจ cosa importante. รจ questo ciรฒ che rimane รจ questo che pulsa nel cuore e ci chiama ad una relazione con lโamore del Padre perchรฉ Lui รจ fedele.
Non stupiamoci per le nostre incapacitร e chiusure: i discepoli dormivano e tradivano, vivevano situazione da impauriti e da mediocri. Ma sappiamo che Gesรน resiste scegliendo un legame di sangue e di lacrime, pur nellโamore. Mai viene messo in dubbio lโamore con il Padre.
La chiamata a rimanere nel suo amore รจ cosa chiara. Non si tratta di avere pretese di risultati certi, si tratta di vivere ciรฒ che รจ vita, fatiche comprese, come luoghi di incarnazione della nostra vita.
Accogliere lโamore del Padre accogliendo il comandamento dellโamore รจ incarnare il fatto che nella vita, situazioni difficili comprese, ciรฒ che รจ certa รจ la promessa del Padre e del Figlio di essere amore che rimane in noi e noi in Lui, al di lร delle nostre sicurezze e bravure.
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Per questo diventa cosa vitale accorgerci che โnessuno ha un amore piรน grande: dare la vita per i propri amiciโ. Credo che sia importante pensare se nella nostra esistenza, siamo ancora disposti a perdere tutto per un dono, non per un guadagno. Perdere per giocarci nella felicitร del dono.
Essere amati ed amare con un amore limpido, nel senso di libero, รจ fonte di gioia, una gioia piena. Quella gioia che siamo chiamati a vivere come dono e come regaloย che ci vengono fatti. Lโinvito ad essere nella gioia รจ uno dei comandamenti di Gesรน. ร un invito non di sicurezza, ma di umanitร e di veritร . Non รจ un risultato รจ un modo di essere. Non dipende dai risultati, รจ vero in sรจ ed umanizzante per ognuno di noi.
Non ricercare lโuso dellโaltro, non cedere alla tentazione di volere ricattare qualcuno, non cadere nel tranello di volere usare qualcuno o farci usare da qualcuno come obbedienza a Dio, รจ rimanere aperti a quellโamore che si incarna nelle pieghe di vita che diventano non qualcosa da mostrare o dimostrare, ma semplice luogo di umanizzazione, di salvezza, di amore. QuellโAmore che deposita in noi una gioia condita da una speranza che ci spinge alla salvezza da ogni disumanitร che uccide lโamore.
Questo amore libera le intenzioni del nostro cuore, ci rende piรน vivi e piรน liberi di ciรฒ che รจ essenziale per la nostra vita. Il Verbo si รจ fatto carne, รจ quellโAmore che ci invita a cercare lโincarnazione, con un amore sempre piรน vero, un amore che non ha nulla a che vedere con la ricerca di sicurezze e di perfezioni. Quellโamore che a volte non capiamo, che a volte ci fa paura, ma che ci salva giorno dopo giorno. Accogliere questo dono, questa realtร , รจ vivere con libertร lo stupore per la piccolezza bella della vita.
ร bello accogliere il dono di un cuore libero, libero di essere amato e di amare, di vivere il dono della felicitร come dono condiviso.
Tutto questo ha una sua veritร e bellezza perchรฉ si incarna, grazie a Lui, come reciprocitร che รจ risposta alla gratuitร . Una risposta che nega ogni rifiuto in nome del riconoscere la bellezza del dono.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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