ยซVolete che io rimetta in libertร il re dei Giudei?ยป (Mc 15,9). Da questa domanda di Pilato dipende la grandezza o la mediocritร della nostra esistenza. Rimettere in libertร un re significa dargli sovranitร e compito di ogni cristiano รจ โrimettere in libertร โ questo re e Signore nostro, affinchรฉ possa governare con saggezza la reggia che gli รจ propria e che ha scelto come dimora: il nostro cuore. Tutto ha sopportato per noi questo sovrano, al di sopra del quale non ne esiste un altro. Contemplare la passione รจ contemplare lโamore fatto di sofferenza โ perchรฉ chi ti ama soffre per te e piรน grande รจ lโamore, maggiore รจ la disponibilitร a soffrire โ e nessuna delle sofferenze sperimentabili dallโuomo รจ stata risparmiata a Gesรน.
Le sofferenze fisiche: la flagellazione, la corona di spine, le percosse, i calci, i pugni, gli schiaffi, gli sputi, gli escrementi lanciatigli addosso, la croce, le cadute, la fatica, la debolezza, la sete, le urlaโฆ il supplizio piรน atroce.
Le sofferenze dellโanima: lโabbandono del popolo che aveva tanto beneficato, il tradimento di Pietro, la fuga degli apostoli โ eccetto Giovanni โ la derisione, il dileggio, indicato come peggior malfattore e rovina di Israele, additato come demonio, odiato per il bene che ha fatto senza mai risparmiarsi.
Infine le sofferenze dello Spirito, le peggiori: per la prima volta nella vita Gesรน sperimenta la conseguenza del peccato, che consiste nella separazione da Dio. Tutta la sua esistenza รจ stata impastata nellโunione con il Padre: ยซIo e il Padre siamo una cosa solaยป (Gv 10,30); ยซChi vede me vede colui che mi ha mandatoยป (Gv 12,45); ยซIl Padre รจ con meยป (Gv 16,32);ย ยซTu Padre sei in me e io in teยป (Gv 17,21). Giovanni รจ quasi ossessivo nel sottolineare lโunione con il Padre, e per la prima volta da quando Gesรน รจ nato, lโunione viene meno. La rottura farร scrivere allโevangelista Marco, al termine della passione, lโunica delle sette parole pronunciate da Gesรน sulla croce, presenti negli altri vangeli: ยซDio mio, Dio mio, perchรฉ mi hai abbandonato?ยป. Delle sette รจ la piรน scandalosa, quella che, apparentemente, getta ombra sullโoperato di Dio ed Egli sembra abbandonare il suo ยซfiglio amato, lโelettoยป.
Gesรน esclama quella frase proprio quando vive per la prima volta quanto di piรน assurdo possa sperimentare: la โscomunioneโ con Dio, la negazione di se stesso, la perdita della propria veritร . ร in quel momento che la redenzione si compie, che si attua ciรฒ che scrive san Paolo: ยซDio lo fece peccato in nostro favore, perchรฉ in lui noi potessimo diventare giustizia in Dioยป (2Cor 5,21).
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Il velo del tempio che si squarcia, segno nefasto per gli ebrei, in realtร รจ segno di redenzione compiuta, perchรฉ la cortina, che separava gli uomini da Dio, finalmente รจ squarciata, finalmente i cieli sono aperti e lโuomo puรฒ nuovamente vivere la sua esistenza nellโunione piena con il suo Creatore che, attraverso il Messia nella passione, morte e resurrezione, ha compiuto ยซogni giustiziaยป.
La traduzione del ยซperchรฉ mi hai abbandonato?ยป, in realtร , ha un significato piรน profondo: puรฒ tradursi infatti, con โa che, verso cosaโ mi hai abbandonato? Cโรจ dunque un movimento verso lโignoto nella domanda,posta con fiducia e abbandono in Dio, la cui risposta sarร la risurrezione.
Facciamo nostro lโinterrogativo che diventa preghiera, soprattutto in questo tempo di passione planetaria: โDio nostro, a cosa ci hai abbandonato? Verso cosa ci stai portando?โ.
Non dubitiamo che la risposta di Dio sarร sempre la risurrezione.
Commento di don Luciano Condina
Fonte – Arcidiocesi di Vercelli
