p. Giovanni Nicoli – Commento al Vangelo del 22 Marzo 2021

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La prima cosa che ci puรฒ colpire in questo vangelo รจ lโ€™infelicitร  della donna e la sua solitudine. รˆ lร , sola, piena di vergogna, in mezzo a quella folla imbecille ed urlante, come tutte le folle di questo mondo. Li possiamo veder sghignazzare, mentre la disprezzano. La donna, nel suo sconforto, senza alcun amico per proteggerla, รจ impaurita. Loro, che la spogliano coi loro sguardi adulterini, la feriscono e la violentano. Lei ha paura, rischia di perdere la vita: puรฒ essere uccisa a colpi di pietra.

Una domanda: chissร  perchรฉ questa donna andava con un altro uomo. Forse perchรฉ non ritrovava, nel focolare domestico, alcuna tenerezza? Non ne poteva piรน di un tran tran deludente e abitudinario? Era stanca di prostituirsi al suo marito legale? Quale era il desiderio che lโ€™ha spinta a quel gesto? Forse รจ stato un grido di vita, di aiuto, di cercare di non far morire se stessa nel desiderio di esserci che troppo spesso รจ soffocato in tanti di noi, รจ soffocato in tante donne che tirano la carretta ogni giorno?!?

Gesรน, lร  in mezzo a quella folla stupida, รจ lโ€™unico che, non approvando la trasgressione, non condanna la donna. Non puรฒ condannarla, lui รจ venuto per testimoniare la misericordia del Padre. Lapidarla sarebbe un tradire la Legge vera. Lapidarla sarebbe violentarla unโ€™altra volta. Forse era giร  stata violentata in famiglia; forse in quellโ€™adulterio era stata solo violentata unโ€™altra volta nella sua ricerca di veritร ! Quante donne, quante ragazze, si lasciano violentare da un uomo pur di avere la possibilitร  di tenerezza e di attenzione. Spesso almeno esternamente non cโ€™รจ violenza, ma internamente, se si guardano appena, si sentono una volta di piรน violentate. Forse questo non avviene per cattiveria, ma avviene. Quanto poco siamo educati, soprattutto noi maschietti, alla tenerezza e al rispetto di lei e dei suoi ritmi e dei suoi desideri. Tutti presi dal desiderio di dimostrare di non essere impotenti, anche sessualmente, non riusciamo a vedere davanti a noi una persona, non riusciamo a sentirla, non riusciamo a coglierla nella sua profonditร , non riusciamo ad amarla. Certo, questo puรฒ avvenire anche da parte di una donna, ma รจ molto piรน difficile, perchรฉ la sua tenerezza e la sua maternitร  innata la portano ad occuparsi di noi, costi quel che costi, alle volte anche in modo non sano. Ad esempio quando vogliono fare la mamma a tutti i costi anche del proprio uomo, e lo viziano e si fanno sfruttare.

Gesรน, di fronte alla provocazione dei farisei, sta in silenzio; รจ chino per terra; traccia segni per terra, non sfida nessuno e non si lascia sfidare; forse rientra in se stesso. Forse cerca la veritร  di quella situazione, la veritร  dellโ€™accusa mossa a quella donna. Forse rientrando in se stesso ricorda i propri brancolamenti umani, le proprie contraddizioni. Solo richiamando in causa noi stessi, noi possiamo chiamare in causa lโ€™altro. Lโ€™altro non puรฒ essere penetrato a fondo se noi stessi non guardiamo nel nostro intimo. Questo porta Gesรน a dire ai farisei: โ€œChi di voi รจ senza peccato scagli per primo la pietra contro di leiโ€.

Qui Gesรน mette in causa innanzitutto se stesso, poi chiama in causa la folla, poi amerร  e perdonerร  la donna. Solo nella misura in cui mi pongo delle domande su me stesso, permetto allโ€™altro di fare lo stesso cammino. Altrimenti io lo attacco, ed egli si difende. Io so che lโ€™altro resiste ad una veritร  perchรฉ io stesso resisto alla mia veritร .

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Anche Gesรน vive delle contraddizioni, diversamente non sarebbe incarnato: una su tutte: Gesรน che รจ violento e non violento allo stesso tempo. Egli un poโ€™ alla volta riuscirร  ad unificarsi intorno al suo desiderio, al suo amore, al Padre.

Quella donna รจ sola, di fronte a lei non trova nessuno che le dica la propria veritร , le parli, le dica il proprio amore. Gli scribi e i farisei recitano un articolo della Legge, ma non ci sono come persone. Gesรน รจ lโ€™unico che pensi a lei! E lo fa senza che lei glielo chieda. O forse glielo chiede con la sua disperazione, disperazione che Gesรน coglie. Gesรน รจ attento a tutti e fa riflettere. Spinge la folla, gli scribi e i farisei, a guardare se stessi, anzichรฉ aggrapparsi alla legge come strumento di disprezzo della donna. I piรน vecchi, coloro che hanno piรน esperienze, piรน manchevolezze, se ne vanno per primi. Si sentono presi in castagna. Gesรน li fa riflettere: nessuno si scopre senza peccato. Gesรน coglie nel segno: quale uomo il cui spirito e il cui cuore non fossero eccitati dallโ€™adulterio, avrebbe partecipato a quella confusione di sfaccendati? San Giuseppe, il giusto, senzโ€™altro no! Lui che voleva licenziare Maria in segreto, no! Aveva il cuore buono, non adulterino! Chi avrebbe vociato per un adulterio scoperto per strada? Solo il guardone eccitato, che vuole apparire virtuoso, si mette a gridare rallegrandosi nello stesso tempo dellโ€™insperata fortuna.

In questo brano evangelico non รจ in questione dunque se lโ€™adulterio sia una cosa buona oppure no, ma รจ in questione quale sia il vero adulterio e soprattutto quale sia lโ€™atteggiamento che noi dobbiamo assumere nei confronti del nostro e dellโ€™altrui adulterio! Questa รจ la questione. Il peccato รจ andare contro il senso della nostra struttura di persona! E quale รจ la struttura del nostro essere che Dio ci ha donato? รˆ perdersi dandosi! Una concretizzazione di questo modo di essere รจ quella di accogliere il peccato non giustificandolo e neppure condannandolo. Accogliere il peccatore amando quello che รจ camminando con lui e, nel cammino, trovare il passo che ci aiuta a crescere, quei passi che non siamo noi a determinare ma che la vita ci chiede di fare nel momento stesso in cui il passo diventa maturo.

Il richiamo di Gesรน mette in luce lโ€™adulterio del cuore di quegli uomini. Domandiamo oggi la grazia al Signore che ci faccia scoprire i nostri adulteri. Li possiamo scoprire soprattutto quando ci imbattiamo in qualcosa che ci dร  fastidio negli altri. Chiediamo al Signore la grazia di comprenderli, di accettarli e di amarli. Domandiamo a lui la grazia di saperli perdonare. Solo cosรฌ andremo per le strade del mondo per amare anzichรฉ per giudicare. Solo cosรฌ riusciremo a leggere nel cuore dei nostri fratelli e riusciremo con libertร  ad aiutarli a riflettere, nel silenzio del proprio cuore.

Viviamo oggi la vera giornata della donna: compiamo un gesto vero di gentilezza e delicatezza verso di loro: se lo meritano. Questo vangelo, oggi 22 aprile, celebra la vera giornata della donna. Preghiamo per loro, anche se siamo donne, amiamole per quello che sono, circondiamole della nostra comprensione, scopriamo i loro veri desideri e aiutiamole a scoprirli, perchรฉ alle volte anche loro si perdono.

Grazie Signore, perchรฉ ci insegni ad essere misericordiosi!!!


AUTORE: p. Giovanni Nicoli FONTE SITO WEB CANALE YOUTUBE FACEBOOKINSTAGRAM

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