Vogliamo vedere Gesรน
Il brano che ci viene proposto questa domenica, tratto dal capitolo 12 del Vangelo di San Giovanni, rappresenta una sorta di collegamento fra la prima parte del IV Vangelo, il cosiddetto โlibro dei segniโ, in cui Gesรน manifesta la sua identitร di Verbo Incarnato con segni straordinari che rivelano aspetti del suo Mistero e il cosiddetto โlibro della gloriaโ, in cui a partire dal capitolo 13, Gesรน compie il suo passaggio pasquale nellโora stabilita. La scena si apre con la presenza di questi โgreciโ, persone estranee allโambiente giudaico per provenienza, cultura e formazione, che avendo sentito parlare dei segni di Gesรน, desiderano vederlo. Queste figure potrebbero essere facilmente assimilate a quelle dei Santi Magi, di cui ci parla Matteo nei Vangeli dellโinfanzia, che si pongono in ricerca del volto di Dio in Gesรน. Allo stesso modo questi greci, che possono rappresentare tutta lโumanitร e ciascuno di noi, cercano il vero volto di Dio. Essi si affidano allโimportante mediazione dei discepoli, che non sono soltanto i portavoce di quella richiesta, ma vengono evidentemente riconosciuti come buoni tramiti per arrivare al Maestro.
Probabilmente i richiedenti li avevano visti qualche volta con Gesรน, oppure la loro vita di discepoli era diversa da quella degli altri, cosรฌ da suscitare in loro questa santa curiositร . La nostra vita, la nostra testimonianza di discepoli, fa sorgere nei โgreciโ di oggi lo stesso desiderio di vedere Gesรน, quando ci incontrano? Cosa chiedono a noi, discepoli di oggi, gli uomini e le donne di questa generazione? Siamo segni capaci di far sorgere nei nostri fratelli questo desiderio di vedere Gesรน, oppure ci ritengono maggiormente utili ad offrire altri tipi di servizi, siano pure di natura religiosa? I discepoli, comunque, si recano da Gesรน per riferire di questo desiderio dei greci e Lui apparentemente, come spesso accade nel Vangelo di Giovanni, risponde fuori traccia. Chiedono di vederlo e parla di ora, di un chicco che deve morire per portare frutto. Gesรน, come al solito, vuole condurre su un altro livello. Coloro che vogliono incontrarlo davvero, non possono essere fuorviati da eventi straordinari e miracolosi. Lโunico modo in cui si puรฒ vedere davvero Gesรน รจ la sua Pasqua, il momento della sua elevazione nellโora del Calvario. Ciรฒ che per il mondo e ad una visione superficiale risulta una morte e una fine, agli occhi di chi crede รจ il momento del trionfo, dellโinnalzamento del Figlio di Dio. Gesรน, in questo momento di grande prova per tutte lโumanitร , ci offre una prospettiva nuova. Proprio come i suoi contemporanei, siamo messi in crisi dalla sua Persona.
Il giudizio รจ per noi! La Pasqua non rappresenta la soluzione dei nostri problemi quotidiani, quanto piuttosto lโapertura di una vita nuova, che ci deriva dal suo essersi donato totalmente per noi. Nella Pasqua di morte e Resurrezione di Gesรน, riceviamo in dono la chiave di lettura della nostra esistenza. Egli รจ lโalfa e lโomega, il principio e la fine, il Tutto. Lโimmagine del veggente dellโApocalisse che vede lโagnello aprire i sigilli del libro della vita ci dice esattamente questo: Cristo รจ lโunico che puรฒ dare senso alle cose. Solo in Lui si trovano risposte alle domande piรน vere e profonde della nostra vita. Gesรน, come agnello ritto, ma immolato, รจ la vera novitร del mondo. La lettera agli Ebrei ce lo ricorda con queste parole: โabbiamo piena libertร di entrare nel santuario per mezzo del sangue di Gesรน, via nuova e vivente che egli ha inaugurato per noi attraverso il velo, cioรจ la sua carneโ (Eb 10,19-20).
Gesรน ci apre questa strada nuova, attraverso una visione rinnovata di tutte le cose alla luce del suo passaggio pasquale: la sofferenza, il dolore, le delusioni, le domande di senso, ma anche la gioia, i successi, le vittorie, sono assunti e redenti da Gesรน e trovano senso in Lui come partecipazioni al mistero della sua Croce e della sua Resurrezione. Con questo sguardo rinnovato, non cesseremo di voler vedere Gesรน, oggetto del desiderio di ogni anima che lo cerca davvero, ma sicuramente, quando ci toccherร di entrare nella sua gloria, non saremo come estranei di fronte ad un Estraneo, ma potremo sentirci dire: โvieni servo buono e fedele, entra nella gioia del tuo Signoreโ (Mt 25, 21).
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