don Ivan Licinio – Commento al Vangelo del 21 Marzo 2021

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Per non essere turisti della fede

A volte Gesรน รจ proprio complicato!

Tutto sommato Andrea e Filippo gli hanno fatto una domanda semplice: โ€œCi sono dei Greci che vogliono vederti, che dobbiamo dirgli?โ€. Ma Lui comincia tutto un discorso che alle orecchie dei due poverini sarร  sembrato una prosopopea!

ยซรˆ venuta lโ€™ora che il Figlio dellโ€™uomo sia glorificato. In veritร , in veritร  io vi dico: se il chicco di grano, caduto in terra, non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria vita in questo mondo, la conserverร  per la vita eterna. Se uno mi vuole servire, mi segua, e dove sono io, lร  sarร  anche il mio servitore. Se uno serve me, il Padre lo onorerร . Adesso lโ€™anima mia รจ turbataโ€ฆยป.

Certamente Gesรน desidera preparare i suoi ai giorni della Passione, ma la domanda resta sempre la stessa: cosa dobbiamo dire a questi Greci?

Il punto รจ proprio questo: si tratta di Greci, cioรจ di persone estranee, se volete turisti, a Gerusalemme. Questi hanno saputo di Gesรน e desiderano vederlo. Ma la vera domanda รจ: chi desiderano incontrare? Il Gesรน personaggio pubblico, di cui hanno sentito i miracoli, i segni e i prodigi o il Gesรน che cambia la vita, il Gesรน che salva?

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Prendiamo ad esempio la figura del Papa. Quanti greci, cioรจ stranieri delle comunitร  parrocchiali o cristiani turisti mordi e fuggi della fede, desiderano vedere il Papa. Perchรฉ? Per fargli una foto, per dire โ€œio cโ€™eroโ€, per toccarlo e vantarsene con gli amici? O per farsi realmente incontrare da lui, da quello che rappresenta, da ciรฒ che dice, non solo a parole, ma con la sua vita? Spesso osanniamo il Papa, con i suoi gesti e le sue parole, ma ancora piรน spesso pensiamo che questi gesti e queste parole siano per gli altri e non per noi, e non ci lasciamo nemmeno scalfire il cuore.

Lo stesso vale per lโ€™incontro dei Greci con Gesรน. Ora รจ piรน chiara la sua risposta ad Andrea e Filippo. Se si vuole incontrare realmente Gesรน bisogna essere come il seme, cioรจ disposti a morire per portare frutto. Altrimenti si resta con se stessi, inutili, anche se abbiamo stretto la mano a Gesรน o ci siamo fatti un selfie con lui. Se non moriamo ogni giorno a noi stessi non incontreremo mai Gesรน e la sua promessa di vita eterna. Morire ogni giorno a noi stessi significa mortificare lโ€™orgoglio, mortificare la convinzione profonda di essere il centro attorno al quale tutto e tutti gravitano, mortificare lโ€™arroganza e la presunzione di essere migliori degli altri.

Certo non รจ facile cambiare da un giorno allโ€™altro, cosรฌ come il seme non diventa subito radice, albero, fiore e frutto. Lo stesso Gesรน รจ turbato e ci fa capire che questo รจ un cammino difficile, ma subito aggiunge che รจ lโ€™unico cammino possibile per avere la vita vera.

In ognuno di noi รจ racchiusa la potenza nascosta del seme, รจ racchiusa la Bellezza. Lasciatela sbocciare e non temete quanto questo sia doloroso o quanto vi costerร . Il seme alla fine perde tutto, non esiste piรน, ma al suo posto lascia un albero capace di fare ombra, di nutrire, di accogliere gli uccelli del cielo e di donare aria nuova al mondo.

Quello che una volta era solo un granellino sotto terra ora ha visto il Cielo.

Buon cammino quaresimale, insieme.


Fonte: don Ivan Licinio

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