d. Giacomo Falco Brini – Commento al Vangelo di domenica 14 Marzo 2021

- Pubblicitร  -

PER BENE OPERARE, CREDI ALLโ€™OPERA DI DIO

Superati i 50 anni di vita, pian piano, si cominciano a cogliere delle costanti nella Bibbia. Una di queste รจ che lโ€™uomo, anche mosso da sincero sentimento religioso, vorrebbe fare qualcosa per Dio, vuole dedicargli la sua opera. Invece la Parola di Dio, un poโ€™ dappertutto nelle Scritture, dice che lโ€™uomo dovrebbe occuparsi piuttosto di conoscere e capire lโ€™opera di Dio, prima di tutto. รˆ quello che Paolo oggi esprime cosรฌ: siamo infatti opera sua, creati in Cristo Gesรน per le opere buone, che Dio ha preparato perchรฉ in esse camminassimo (Ef 2,10). Quale il senso profondo di queste parole? La grande opera di Dio nella creazione รจ lโ€™uomo, sua immagine e somiglianza. Ma lโ€™opera magistrale, quella che ha cambiato le sorti di ogni uomo, davanti alla quale ciascuno รจ chiamato a scegliere, Dio lโ€™ha compiuta sul patibolo della Croce, mettendone il suo sigillo con le ultime parole, prima di spirare: tutto รจ compiuto (Gv 19,30). Le opere dellโ€™uomo sono buone solo quando nascono da questa radice.

Mi ricordo che nel 2007, mentre mi trovavo in terra di missione (Perรน), ebbi a leggere una relazione dettagliata dellโ€™allora papa Benedetto XVI circa le origini dellโ€™ultima e incomparabile sinfonia di Beethoven, la nona, detta anche โ€œInno alla gioiaโ€. Rimasi colpito dalla spiegazione della nascita del suo 4ยฐ movimento: โ€œโ€ฆDopo anni di auto-isolamento e di vita ritirata, in cui Beethoven aveva da combattere con difficoltร  interne ed esterne che gli procuravano depressione e profonda amarezza che minacciavano di soffocare la sua creativitร  artistica, il musicista, ormai totalmente sordo, nellโ€™anno 1824, sorprende il pubblico con una composizione che rompe la forma tradizionale della sinfonia, elevandosi ad un imprevisto e straordinario finale di ottimismo e di gioiaโ€ (Benedetto XVI, Discorso allโ€™assemblea riunita per concerto in suo onore della Bayerischer Rundfunk, Aula Paolo VI, ottobre 2007). Meditai a lungo su quanto non sapevo del celebre musicista tedesco, ma soprattutto sullโ€™osservazione che la sua piรน grande opera โ€œruppeโ€, secondo il papa emerito, la forma tradizionale di comporre musica.

Analogamente, lโ€™opera maestra compiuta da Gesรน Crocifisso โ€œrompeโ€ ogni schema di opera religiosa e ogni immagine falsa che si ergono contro il vero volto di Dio. Lโ€™anticipo che Gesรน ne dร  al saggio Nicodemo, ricorda infatti che Dio non ha mandato suo Figlio per condannare, cioรจ mandare alla dannazione lโ€™uomo per le sue colpe (Gv 3,16-17). Lo ha mandato per salvarlo, verbo che implica un grandissimo amore per la sua creatura. In questo sta il cristianesimo secondo Giovanni evangelista: nel credere a questa follia dโ€™amore compiutasi sulla Croce. E qui viene il bello. Perchรฉ alla fine, il fatto che Gesรน non sia venuto per condannare, cioรจ per giudicare lโ€™uomo, non significa che non ci sarร  un giudizio. Davanti alla Croce di Cristo, prima o poi bisognerร  chiedersi: che cosa รจ veramente folle? Credere allโ€™amore di Dio, o rifiutarlo? Il punto capitale della fede (credere o no allโ€™amore di Dio) non รจ scontato. Anzi, puรฒ essere facile dirsi credenti e non esserlo realmente, ovvero non aver fatto esperienza di questo amore.

Principio di fede รจ accettare di essere amati/salvati da Dio. Diversamente, nella fede si puรฒ anche cercare solo uno spazio per rincorrere i nostri progetti e produrre le nostre opere. E qui il vangelo ci avverte. Si puรฒ infatti percorrere una via di auto-realizzazione attraverso lโ€™affermazione delle proprie opere, ben nascosta in unโ€™apparenza di fede. Ma allora ci allontaniamo dalla luce e dallโ€™opera di Dio per un amor proprio sbagliato (Gv 3,19-20). Il rischio รจ di ritrovarsi ad amare piรน se stessi che Dio, piรน la propria idea su di Lui che la sua realtร ; fino ad avere persino in odio la luce, perchรฉ essa smaschera lโ€™egoismo che si cela in tante nostre opere. Invece chi fa la veritร  viene verso la luce, perchรฉ appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio (Gv 3,21). Il Signore vuole che operiamo. Perรฒ altro sono le opere che nascono da Lui, altro sono le opere che nascono dal nostro amore malato. Chi accetta di essere amato da Dio accetta anche di conoscere la veritร  di sรฉ: siamo tutti poveri e malati nellโ€™amore! Ma proprio per questo scopre di poter essere al servizio di Dio come prezioso collaboratore delle sue opere. E in questo, non in altro, si compie la sua gioia di credente: nellโ€™onore di essere solo collaboratore.

- Pubblicitร  -


AUTORE: d. Giacomo Falco Brini
FONTE: PREDICATELO SUI TETTI
SITO WEB: https://predicatelosuitetti.com

Altri Articoli
Related

Sr. Palmarita Guida – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Maria ha giร  detto sรฌ.Non chiede prove per credere.Eppure Dio,...

Giovani di Parola – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Beati coloro che vivono e sentono l'amore di Dio....

Arcidiocesi di Pisa – Commento al Vangelo del 22 dicembre 2025

Cristo Signore รจ la pietra angolare, la roccia su...

p. Luca Arzenton – Commento al Vangelo di oggi, 22 dicembre 2025

FAI SPAZIO A DIO NEL TUO CUORE! (Lc 1,46-55) https://youtu.be/ChKBm8ofSpE Maria...