Commento video al Vangelo di p. Alberto Maggi OSM
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DIO HA MANDATO IL FIGLIO PERCHร IL MONDO SI SALVI PER MEZZO DI LUI
La liturgia di questa domenica ci presenta la conclusione del lungo incontro tra Gesรน e il fariseo Nicodรจmo, capo dei Giudei, cioรจ membro del sinedrio; รจ il capitolo terzo del vangelo di Giovanni, versetti 14-21. Gesรน in questa conclusione del discorso demolisce tre punti fondamentali della spiritualitร farisaica e quali erano? La concezione della vita eterna come un premio concesso nel futuro per il buon comportamento tenuto nel presente; il giudizio di Dio, un Dio che giudica e premia e castiga gli uomini secondo il loro comportamento, e, il terzo, la veritร come dottrina da osservare.
Allora Gesรน inizia rifacendosi a un episodio conosciutissimo della storia di Israele, quando, nellโesilio, nellโesodo nel deserto cโera la piaga dei serpenti velenosi che uccidevano le persone; allora Mosรจ innalzรฒ unโasta con un serpente di rame e chiunque lo guardava veniva salvato. Allora Gesรน si rifร a questo episodio per dire che bisogna che โsia innalzato il Figlio dell’uomoโ. Il Figlio dellโuomo cosa significa? Lโuomo che ha la condizione divina. Questa non รจ unโesclusiva, un privilegio di Gesรน, ma una possibilitร per tutti i credenti. Giovanni nel prologo ha detto โA chiunque lo ha accolto, ha dato la capacitร di diventare i figli di Dioโ. E dice Gesรน โChiunque crede in luiโ, credere in chi? Nel Figlio dellโuomo: credere che ognuno di noi viene al mondo perchรฉ รจ un progetto dโamore da parte del Padre, un progetto che Dio vuole realizzare. Chiunque crede in questo, ed ecco la novitร , โabbia la vita eternaโ. ร la prima volta che Gesรน questo vangelo parla di vita eterna e non ne parlerร mai con termini al futuro, ma sempre al presente. Per Gesรน la vita eterna non รจ una condizione che si acquista dopo la morte, ma una qualitร di vita giร in questa esistenza che permetterร poi allโindividuo di non fare lโesperienza della morte.
Il secondo elemento portante della spiritualitร farisaica, come di ogni religione, รจ un Dio che giudica, un Dio che premia i buoni e castiga i malvagi. Ma il Padre di Gesรน non รจ cosรฌ; il Padre di Gesรน รจ amore, รจ comunicazione incessante e crescente dโamore, sta allโuomo accogliere o meno questo amore. Allora non รจ un Dio che giudica e tantomeno che condanna le persone, saranno le persone che, rifiutando questa offerta dโamore e di vita, rimangono nellโambito della morte. Gesรน lo fa con lโimmagine della luce: la luce รจ fonte di vita, chi รจ che detesta alla luce? Due categorie: i malvagi perchรฉ hanno paura di essere scoperti, e coloro che vivono nel buio. Se uno vive nel buio, sempre nel buio, quando arriva questa fonte di luce, questa luce gli dร fastidio e si rintana ancora piรน nel buio. Allora Gesรน parla qui non di un giudizio da parte di Dio, ma di un giudizio che le persone si danno escludendosi da questa fonte di vita.
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E infine la terza รจ quella della veritร . Gesรน ha appena detto che chiunque fa il male odia la luce e ci saremmo aspettati ora come contrapposto โchiunque fa il beneโ; invece Gesรน afferma โE chiunque fa la veritร โ. Contrapposto a fare il male non cโรจ fare il bene, ma fare la veritร , perchรฉ in questo vangelo fare la veritร non significa osservare una dottrina, ma fare il bene. Mentre una dottrina puรฒ dividere, puรฒ separare le persone gli uni dagli altri, fare il bene รจ quello che avvicina.
Allora Gesรน garantisce che chiunque fa il bene questo arriva sempre verso la luce e, quando verrร il momento con lโincontro che Dio รจ luce, questa luce non assorbirร lโuomo, ma sarร lโuomo che assorbirร la luce, che si fonderร con lui, dilaterร la sua persona e lo renderร eterno e indistruttibile.
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