don Antonello Iapicca – Commento al Vangelo del 19 Febbraio 2021

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LA SPOSA, COLMA DELLA CERTEZZA DELL’AMORE DELLO SPOSO, DIGIUNA PER SAZIARSI DELLA VOLONTA’ DEL PADRE

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AUTORE: don Antonello Iapicca FONTE: Newsletter SITO WEB CANALE YOUTUBE

Iย discepoli di Gesรน digiunano per amore, nella libertร  che chi non ha conosciuto il perdono non puรฒ avere. Il digiuno cristiano non รจ solo una pratica pia, รจย memoria. Passati “allโ€™altra riva del lago, nella regione dei Gadareni”,ย in terra pagana gli apostoli digiunano evangelizzando, e lo puรฒ comprendere solo chi รจ intimamente unito a Cristo, condividendo sino in fondo il suo zelo per la salvezza delle anime di ogni uomo. Il digiuno dei discepoli di Gesรน segna in qualche modo la fatica e i travagli dell’evangelizzazione, che, ricordiamolo, รจ sempre il frutto della sovrabbondanza dell’amore che inonda il cuore degli “invitati alle nozze”, come mostrano profeticamente le sette ceste avanzate dalla moltiplicazione dei pani di Gesรน.

Il digiuno indica il cammino della Chiesa che ridiscende dal monte Tabor dove ha contemplato il Signore trasfigurato prima, e dal monte delle beatitudini poi, dove il Signore risorto li ha inviati in missione:ย “Lโ€™esistenza cristiana consiste in un continuo salire il monte dellโ€™incontro con Dio per poi ridiscendere, portando l’amore e la forza che ne derivano, in modo da servire i nostri fratelli e sorelle con lo stesso amore di Dio” (Benedetto XVI,ย Messaggio per la Quaresima del 2013).ย Il Signore asceso al Cielo scompareย in una nuvolaย alla vista carnale dei suoi apostoli, ma รจ vivo in loro e li accompagna con segni e prodigi sino agli estremi confini della terra dove li invia ad annunciare il Vangelo, come giร  aveva sperimentato il popolo d’Israele nel deserto, guidato proprio dalla nuvola della presenza di Dio.ย 

Cosรฌ, compiendo la propria missione “nei giorni in cui lo Sposo รจ tolto” dalla visione dei loro occhi, i discepoliย digiunano della vista carnale del Signore, seguendo nella fede i moti dello Spirito Santo riversato in loro; e non รจ cosa da poco: lo sanno bene i missionari che spesso si trovano nella completa solitudine ad annunciare il Vangelo in terra ostile e indifferente; come lo sanno i genitori alle prese con la crescita spesso costellata di ribellioni e dolore dei propri figli; lo sanno i ragazzi cristiani chiamati ogni giorno ad affrontare il mondo della scuola e dell’universitร  pronto a sedurli con sofismi e insinuazioni perverse di facili e false soddisfazioni degli ardori giovanili; lo sanno gli anziani lasciati soli in una societร  che di loro non ha piรน bisogno; lo sanno i malati chiamati al combattimento piรน arduo sul fronte della fede messa a dura prova dalla debolezza e dalle sofferenze che minano il fisico. Lo sa chiunque รจ stato afferrato dall’amore dello Sposo e freme della stessa compassione dinanzi al mondo che non lo conosce. Il digiuno che si tinge di zelo e crocifigge i discepoli nella storia d’amore che Dio intesse con ogni uomo, รจ la forma piรน autentica diย rispondereย alla chiamata di Gesรน:ย “massima opera di caritร  รจ proprio lโ€™evangelizzazione, ossia il ยซservizio della Parolaยป. Non v’รจ azione piรน benefica, e quindi caritatevole, verso il prossimo cheย spezzare il pane della Parola di Dio, renderlo partecipe della Buona Notizia del Vangelo, introdurlo nel rapporto con Dio: l’evangelizzazione รจ la piรน alta e integrale promozione della persona umana”ย (Benedetto XVI,ย ibid).ย I discepoli digiunano sui sentieri della missione per amore di ogni uomo, perchรฉ il mondo possa sfamarsi con il pane della Parola da loro annunciata.ย Essi digiunano dai propri schemi, dai progetti e dalle stesse aspettative, per quanto nobili siano, per abbandonarsi all’Opera divina che guida e provvede alla missione. San Paolo descrive piรน volte la vita dell’apostolo, ed essa appare immersa in un digiuno continuo, di fama, onore, considerazione; gli apostoli vanno erranti, perseguitati, affamati, rifiutati. Ma proprio questo digiuno รจ il segreto dell’autentico successo della missione, perchรฉ, come lo Sposo che li ha inviati, “mentre essi muoiono, il mondo riceve la vita”.ย Per questoย il digiuno cristiano รจ racchiuso nell’immagine della Pietร : il digiuno della Vergine Maria che, con l’anima trafitta dal dolore, contempla colma d’amore e speranza il corpo senza vita del suo Figlio. Lo guarda e vede oltre i sensi il suo ritorno vittorioso, senza che ciรฒ le risparmi il dolore.ย Il digiuno a cui siamo chiamati in questa Quaresima รจ lโ€™aiuto che la Chiesa ci offre per combattere con la carne che non sa aspettare, che vuole cambiare le pietre in pane perchรฉ di tutto deve saziarsi. Eโ€™ lโ€™amore a Cristo e alle persone che si fa digiuno, un cuore in attesa dello Sposo che ne annuncia a tutti il ritorno.

IL DIGIUNO. UN APPROFONDIMENTO

Il digiuno รจ racchiuso nell’immagine della Pietร : la Vergine Maria che, con l’anima trafitta dal dolore, contempla colma d’amore e speranza il corpo senza vita del suo Figlio. Lo guarda e vede oltre i sensi il suo ritorno vittorioso, senza che ciรฒ le risparmi il dolore d’una madre di fronte alla morte di suo figlio. “La beata Vergine ha avanzato nel cammino della fede e ha conservato fedelmente la sua unione col Figlio sino alla croce, dove, non senza un disegno divino, se ne stette ritta, soffrรฌ profondamente col suo Figlio unigenito e si associรฒ con animo materno al sacrificio di lui, amorosamente consenziente all’immolazione della vittima da lei generata” (Catechismo).ย In questa prospettiva comprendiamo come digiunare costituisca una condizione essenziale dell’esistenza, la forma concreta di vivere in pienezza la vita terrena, che รจย giร ย eย non ancora. Lo Sposo รจ con noi, ma, nello stesso tempo, non รจ qui, perchรฉ il compimento al quale siamo chiamati ci attende nel Cielo. La terra รจ un cammino, e la mancanza e il desiderio di pienezza si acuiscono nell’avvicinarsi alla meta: “Giร  presente nella sua Chiesa, il regno di Cristo non รจ tuttavia ancora compiuto ยซcon potenza e gloria grandeยป (Lc 21,27) mediante la venuta del Re sulla terra.

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Questo regno รจ ancora insidiato dalle potenze inique, anche se esse sono giร  state vinte radicalmente dalla pasqua di Cristo. Fino al momento in cui tutto sarร  a lui sottomesso, ยซfino a che non vi saranno i nuovi cieli e la terra nuova, nei quali la giustizia ha la sua dimora, la Chiesa pellegrinante, nei suoi sacramenti e nelle sue istituzioni, che appartengono all’etร  presente, porta la figura fugace di questo mondo, e vive tra le creature, le quali sono in gemito e nel travaglio del parto sino ad ora e attendono la manifestazione dei figli di Dio” (Catechismo della Chiesa cattolica). Per questoย digiunare รจย inginocchiarsi dinanzi al Crocifisso e implorare il suo ritorno,ย nella consapevolezza che proprio la perseveranza nella caritร  – innanzi tutto l’annuncio del Vangelo in ogni tempo e luogo – รจ l’unica via per affrettare la sua venuta: nella fornace del mondo, infatti, siamo chiamati a vivere “nella santitร  della condotta e nella pietร ,ย attendendo eย affrettandoย la venuta del giorno di Dio” (2 Pt. 3,12).ย Il digiuno manifesta cosรฌ quella sorta diย santa tristezzaย che giace spesso nascosta nel cuore. Sfuggirla significa chiudersi alla veritร  e consegnare la vita ad un fallimento certo. Il digiuno ci aiuta a riconoscere la tristezza secondo Dio, quella per i nostri peccati e per non poter vedereย giร ย il trionfo del Signore nel mondo, “come strumento significativo del disegno di Dio, per cui la vita sia sempre, in qualsiasi caso soggetta alla percezione di qualcosa che manca. Ed รจ provvidenziale che la vita sia triste รจ lโ€™argomento piรน affascinante per farci capire che il nostro destino รจ qualcosa di piรน grande, รจ il mistero piรน grande. E quando questo mistero ci viene incontro diventando unย Uomo, allora questo fascino diventa cento volte piรน grande. Non ti toglie la tristezza, perchรฉ il modo con cui Dio diventa uomo รจ tale che lโ€™hai senza averlo, lโ€™hai giร  e non lโ€™hai ancora” (Don Giussani).ย 

“Muoio perchรฉ non muoio” diceva Santa Teresa d’Avila, e non era disprezzo della vita. Anzi, piรน si vive intensamente la vita piรน si desidera di addormentarsi per risvegliarsi in Cielo. Piรน la vita รจ perduta per amore, piรน forte รจ l’ansia d’un amore perfetto e definitivo.ย E’ il mistero della Chiesa,ย sposa e vedovaย allo stesso tempo, che esplode di gioia intorno alla mensa eucaristica, ma che digiuna nell’attesa del compimento. La Chiesa che vive dell’eucarestia, ilย memoriale del suo Signore, presenza viva del suo Sposo amatissimo.ย In essa erompe in un grido di nostalgia e speranza:ย maranathร , vieni, ritorna Signore Gesรน. Il digiuno รจ il nostroย maranathร , le lacrime appassionate della Maddalena presso la tomba del suo Signore; il digiuno รจ l’attesa fatta preghiera, perchรฉ lo Sposo torni presto per portarci con Lui, al posto che ha preparato per noi. Presentando il calice nellโ€™ultima cena, Gesรน ha detto:ย ยซIn veritร  vi dico, non berrรฒ piรน del frutto della vite fino al giorno in cui lo berrรฒ nuovo nel regno di Dioยปย (Mc 14,25). Dopo quella cena lo Sposo sarร  tolto e i discepoli dovranno digiunare nellโ€™attesa del suo ritorno, dellโ€™eternoย ยซbanchetto delle nozze dellโ€™Agnelloยป(Ap 19,9). Il nostro digiuno partecipa cosรฌ a quello di Gesรน.ย Un digiuno che รจ una promessa, un appuntamento d’amore, l’attesa di bere con Lui il vino nuovo del Regno di Dio.ย Le sofferenze, la precarietร , le malattie, i fallimenti, le proprie debolezze sono il digiuno d’ogni giorno vissuto come una missione, perchรฉย la Croce รจ il digiuno piรน autentico,ย sigillato nella libertร  di chi consegna la sua carne senza sperare nessun altro guadagno che Cristo.

Quando siamo incastrati sul legno della Croce il digiuno si faย naturale: non mangiare, non fumare, non parlare, digiunare da qualsiasi cosa che ci separi da Cristo, รจ un’esigenza. Sulla Croce, infatti, muoversi anche solo un pochino produceva dolori lancinanti; per questo sulla Croce si digiuna da tutto, per essere in tutto uniti a Cristo che ha portato nella sua carne i dolori che sarebbero spettati a noi: niente giudizi, niente mormorazioni, nessuna invidia, nessun peccato di morte, nessun movimento innaturale della carneย (questo รจ, in definitiva, il peccato), solo un infinito e totale abbandono a Cristo, che il digiuno ci aiuta a compiere. Esso, dunque, รจ come un grido dalla Croce, l’eco stesso delle parole del Signore Crocifisso: “Dio mio, Dio mio, perchรฉ mi hai abbandonato?”.ย E’ questaย l’ascesi,ย l’ascesaย al trono di misericordia che sappiamo non deludere mai. Essa comporta, paradossalmente, un cammino in discesa, simile a quello percorso dai catecumeni della Chiesa primitiva per arrivare a immergersi nelle acque del battesimo: digiunare significa, infatti, spogliarci dell’uomo vecchio che si corrompe dietro le passioni e le esigenze della carne, per immergerci nella misericordia di Dio che perdona ogni peccato, e rivestirci dell’uomo nuovo, creato a immagine dello Sposo, a Lui vincolato in un amore incorruttibile.

Digiunare in Quaresima รจ lasciare che laย veritร ย prenda il posto delle menzogne, delle fughe e delle alienazioni, mentre la fame che il digiuno suscita ci fa consapevoli della nostra realtร , nella quale il Corpo benedetto e risorto del Signore รจ l’unico vero cibo capace di saziarci.ย Digiunare รจ crocifiggere la carne perchรฉ sia strappata alla menzogna e messa al servizio della giustizia; per questo proprioย il digiuno รจ la condizione naturale della carne, in contraddizione con la mentalitร  del mondo che invece la vuole strumento e veicolo di ogni soddisfazione dei sensi. Digiunando si vive secondo la volontร  di Dio, quali creature bisognose del suo Spirito Santo, nel quale offrire a Lui carne, mente e cuore perchรฉ compiano le opere buone preparate per noi. Digiunare come una vergine appena accolta dallo Sposo, in attesa d’essere una sola carne redenta con Cristo, nell’ansia del santo e castissimo amplesso, ilย non ancoraย che ci attira e colma di speranza e allegria, perchรฉ il Signore ci ha assicurato e detto “Io vengo presto, tieni fermamente quello che hai, affinchรฉ nessuno ti tolga la tua coronaโ€ (Ap. 3,11).

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