Gesรน, Vangelo annunciato
Lโinizio del brano evangelico di questa domenica ci pone ancora una volta di fronte al rapporto tra Giovanni Battista e Gesรน. ร solo dopo che Giovanni รจ stato arrestato che Gesรน gli subentra e dร inizio al suo ministero pubblico. Il tutto assomiglia a una successione. Giovanni, che aveva giร detto la sua relativitร rispetto a colui che veniva dietro e dopo di lui (Mc 1,7-8), ora scompare dalla scena. E Gesรน solo ora inizia la sua predicazione. Essendo stato ridotto al silenzio colui che era voce, Gesรน gli subentra e inizia lui stesso a parlare e a predicare conversione. Anche qui si verifica la veritร del fatto che Giovanni รจ colui che precede, il Precursore, colui che traccia un cammino che sarร percorso dal suo successore. Per Gesรน, Giovanni รจ stato un segno, mediatore e tramite della volontร di Dio. Lo รจ stato con il suo ministero, lo รจ con il suo arresto, lo sarร con la sua morte. Non a caso, dopo che Giovanni sarร stato decapitato in carcere (Mc 6,16-29), Gesรน ancora subentrerร a lui riconoscendo le folle come โpecore senza pastoreโ (Mc 6,34) e, facendosi lui pastore, annuncerร molte cose alle folle e condividerร con loro il cibo distribuendo pane e pesci (Mc 6,34-44). Il rapporto tra Giovanni e Gesรน viene confermato anche da queste annotazioni come quello che intercorre tra un maestro e un discepolo.
Ma nel passaggio da Giovanni a Gesรน vi รจ anche il passaggio dallโattesa alla presenza, dalla promessa alla realizzazione, dalla preparazione al compimento. Questo รจ ciรฒ che emerge dalle parole del primo annuncio che Gesรน compie (Mc 1,15) e che, nella loro concisione e densitร , sembrano quasi programmatiche. Sono la solenne proclamazione dellโinaugurazione del nuovo tempo che inizia con la presenza di Gesรน โCristo, Figlio di Dioโ (Mc 1,1). Del resto, Marco annota che con quelle parole, Gesรน โproclamava il vangelo di Dioโ (Mc 1,14). ร interessante notare che Gesรน si sposta dalla zona intorno al Giordano in cui si trovava Giovanni a nord, in Galilea, suo luogo di provenienza: โGesรน venne da Nazaret di Galilea e venne battezzato nel Giordano da Giovanniโ (Mc 1,9). Tuttavia il testo non dice che Gesรน vada a Nazaret, a casa sua, ma semplicemente in Galilea. E la Galilea รจ, da un lato, casa sua, ma anche e soprattutto, ed รจ questo che viene sottolineato da Marco in questo passo, โdistretto dei goyimโ (Is 8,23), cioรจ regione dei pagani, territorio aperto al meticciato con le genti non israelitiche. Gesรน inizia a predicare, ma in Galilea, a segnalare la destinazione aperta e universale del suo messaggio e della sua missione. Se la Galilea รจ casa sua lo รจ perchรฉ รจ casa aperta agli altri, aperta a tutti. Lโinizio del ministero di Gesรน รจ in Galilea e il Risorto sarร ancora in Galilea che invierร i suoi discepoli perchรฉ lo incontrino per lโinizio della loro missione universale (Mc 16,7).
Gesรน si presenta โannunciando (verbo kerรฝsso) il vangeloโ (Mc 1,14). Giร questa semplice affermazione รจ densa e importante. Cosa annuncia Gesรน? E cosa deve annunciare la Chiesa? Paolo dirร : โNoi non predichiamo (annunciamo: verbo kerรฝsso) noi stessi, ma Gesรน Cristo Signoreโ (2Cor 4,5). La chiesa non annuncia se stessa, ma il Regno di Dio: vale anche per la chiesa che chi guarda a se stesso e parla di sรฉ, in veritร perde se stesso. Predica autenticamente la Parola chi la ascolta e vi si sottomette fino a diventarne servo e testimone. La chiesa vive del proprio continuo superamento e trascendimento nel Regno, vive della proclamazione della propria provvisorietร e del suo assorbimento nel Regno futuro verso cui รจ pellegrina. Predicare il vangelo di Dio significa
discernere il senso del tempo alla luce dellโevento pasquale, testimoniare la regalitร di Dio sulla propria esistenza e chiedere conversione e fede vivendole in prima persona.
Se Gesรน รจ colui che annuncia il vangelo, egli รจ anche lโevangelo annunciato. Gesรน รจ il vangelo, e il vangelo รจ Gesรน. E il vangelo รจ anzitutto esplicitato dallโaffermazione: โIl tempo รจ compiuto e il Regno di Dio รจ vicinoโ. Questa affermazione segue lโannotazione che, dopo la prova di quaranta giorni nel deserto, Gesรน โstava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivanoโ (Mc 1,13). Nel deserto, Gesรน ha sostenuto vittoriosamente la lotta con Satana, lโAvversario, facendo del deserto stesso, tradizionale luogo di solitudine e di morte, uno spazio di comunione tra cielo e terra, un luogo di vita in cui si ricrea la comunione tra uomo e animali selvaggi, in cui il mondo infero rappresentato dalle bestie selvagge coabita con le presenze angeliche. Si realizzano le profezie sullโera messianica e si prefigurano โi cieli nuovi e la terra nuovaโ. Da luogo abitato da demoni, il deserto diviene giardino in cui gli angeli servono Cristo. Nella persona di Gesรน iniziano i tempi escatologici.
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Allโannuncio del Regno segue immediatamente la richiesta esigente: โConvertitevi e credete al vangeloโ (Mc 1,15). Chiamata alla conversione e alla fede sono concomitanti: aver fede รจ entrare in un movimento di conversione. La conversione รจ un passaggio, sempre da rinnovare nelle diverse situazioni della vita, alla fede, allโadesione sempre piรน profonda al vangelo, alla buona notizia della salvezza fatta carne in Gesรน di Nazaret. Questa richiesta basilare di Gesรน si rivolge in veritร a ogni cristiano e a ogni comunitร ecclesiale di ogni tempo. La Chiesa deve chiedere conversione ma lo puรฒ fare nella misura in cui lei stessa la vive. Lโannuncio cristiano del vangelo proclama che Dio in Gesรน Cristo cerca e raggiunge lโuomo nel suo quotidiano, attesta il primato dellโiniziativa e della misericordia di Dio, e su questa buona notizia si fonda la richiesta delle esigenze del Regno: conversione e fede. Dunque: cambiamento di vita, coraggio di riconoscere che la strada che si sta percorrendo รจ sbagliata e ritornare, invertire la direzione di marcia; quindi fede, adesione a Gesรน Cristo, quale Signore della propria vita, della chiesa e della storia.
Annuncio del Regno e esigenza di conversione, rivelazione ed istanza etica sono elementi intrecciati in cui il secondo รจ direttamente dipendente dal primo. Lโannuncio del vangelo, la predicazione del Cristo provoca un urto e di per sรฉ tende a suscitare un cambiamento di vita, uno sconvolgimento esistenziale, una conversione, un riorientamento di tutta la persona. E il vangelo ci mostra un esempio di tale potenza di conversione dellโannuncio di Gesรน nelle vite di due coppie di fratelli (Simone e Andrea; Giacomo e Giovanni) che Gesรน vede e chiama a seguirlo ed essi, prontamente, gli obbediscono. Siamo di fronte al mistero della vocazione.
Il testo evangelico esprime la vocazione come sguardo del Signore sullโuomo (Mc 1,16.19). Nella vocazione il chiamato si sente visto personalmente, cioรจ conosciuto e amato. Si sente abbracciato โ nel proprio passato, presente e futuro โ dallo sguardo del Signore, interpellato dalla sua promessa, si conosce e si vede con maggiore chiarezza, e risponde alla promessa con la santa follia della radicalitร che lo porta a impegnare anche il proprio futuro. Il chiamato accetta di lasciare entrare nella propria vita la novitร di Dio e di rispondervi senza tergiversare, senza porre condizioni, senza predeterminare le prestazioni: si tratta di seguire Cristo e basta, senza sapere prima dove questo potrร portare e cosa questo potrร comportare.
La vocazione cristiana, che ha la sua figura necessaria e sufficiente nel battesimo, non si colloca sul piano del fare, ma dellโessere. Essa riguarda il senso radicale dellโesistenza, ha a che fare con il mistero della persona, concerne ciรฒ che dร fondamento alla vita di una persona e coinvolge unโesistenza personale nellโinsieme di tutte le sue relazioni: con Dio, con sรฉ, con gli altri, con la realtร . Contro ogni edulcorazione del messaggio cristiano (quasi che questo lo rendesse piรน accoglibile), lโannuncio cristiano non predica norme morali, nรฉ una massa di dogmi, ma la persona di Gesรน Cristo e la sua โpretesaโ sulla vita di un uomo. Il โsรฌโ detto a tale chiamata si esplicita con la capacitร di dire dei โnoโ, di rinunciare, di abbandonare, di lasciare. Come qui i chiamati lasciano il lavoro e la famiglia. Obbedire alla chiamata cristiana implica un rinascere a vita nuova e ogni nascita comporta il taglio di un cordone ombelicale, una dolorosa rottura. Dove trovare la forza per questo se non nellโamore di e per Colui
che chiama e la cui parola dischiude allโuomo un orizzonte di sensatezza che abbraccia anche il futuro? Il chiamato sperimenterร la forza trasformante della grazia che fa di un โpescatoreโ un โpescatore di uominiโ, ovvero, che si innesta nellโumanitร precisa del chiamato senza violentarla ma risignificandola nella sequela di Cristo. Lungi poi dallโessere qualcosa di predeterminato da scoprirsi in modo vagamente magico o fortunato, la vocazione cristiana รจ un evento spirituale che โaccadeโ nellโincontro tra la radicalitร delle esigenze evangeliche e una persona nella sua libertร e veritร personali. Alla chiesa e alla sua predicazione il compito di farsi eco e testimone credibile delle esigenze del โvangelo di Dioโ (Mc 1,14).
A cura di: Luciano Manicardi
Fonte: Monastero di Bose
