p. Alessandro Cortesi opSono un frate domenicano. Docente di teologia presso lโIstituto Superiore di Scienze Religiose โsanta Caterina da Sienaโ a Firenze. Direttore del Centro Espaces โGiorgio La Piraโ a Pistoia.
Socio fondatore Fondazione La Pira โ Firenze.
In un tempo in cui โla parola del Signore era raraโ Dio chiama Samuele. Anche nel tempo dellโariditร e del silenzio Dio non cessa di rivolgere le sue chiamate. La sua parola si fa strada silenziosamente nella notte, richiede cuori attenti, non guarda alle capacitร umane, sceglie i piccoli. Eโ parola che passa attraverso la rete di volti e presenze e se da un lato รจ parola dallโalto, essa si fa vicina per le vie della prossimitร di chi accompagna e sta accanto. Lโaiuto del vecchio Eli, la sua discrezione e apertura al dono che supera gli schemi umani, รจ presenza delicata, attenta, che non pretende facili spiegazioni nรฉ pine se steso al centro, ma orienta il giovane Samuele a riconoscere una voce che non viene da lui.
โParla Signore, il tuo servo ti ascoltaโ. Tutta la vita del profeta sarร sotto il segno della parola: โnon lasciรฒ andare a vuoto una sola delle sue paroleโ (1Sam 3,19). La chiamata di Dio come acqua che scende sulla terra genera una feconditร nuova e si fa strada sulla terra nei cammini umani, in un cuore disponibile e generoso.
Anche la pagina del IV vangelo vede al centro una chiamata, anzi una catena di chiamate: due discepoli del Battista iniziano a seguire Gesรน di cui viene indicato il profilo dallo stesso Giovanni: โEcco lโagnello di Dioโ. Una evocazione del suo cammino e della sua vita spesa come il servo di YHWH, agnello muto di fronte alla violenza.
A chi si pone a seguirlo Gesรน rivolge una domanda che costituisce un filo unificante dellโintero racconto del vangelo: โChe cosa cercate?โ Al cuore di ogni cammino sta una ricerca Da qui inizia un percorso che conduce sino alla domanda ultima โChi cerchi?โ rivolta da Gesรน risorto a Maria nel giardino della risurrezione. Il IV vangelo, ma forse lโintera vita di ogni persona, si pone tra queste domande fondamentali. E i primi discepoli gli chiedono dove abiti? Non รจ questione di un luogo ma di uno stare con lui che si fa cammino.
Il racconto prosegue ricordando come โquel giorno si fermarono presso di luiโ. Ed รจ riportato un ricordo preciso dellโora di questo incontro: un delicato particolare che rinvia ad unโesperienza personale: un momento in cui si fissa un prima e un dopo decisivo della vita. โAbitareโ indica di una condivisione di vita espressa anche nei termini del rimanere. Accogliere la chiamata a seguire Gesรน รจ invito a โrimanereโ come condivisione di cammino, di orientamento, ed anche piรน come uno stare uniti, il rimanere dei tralci inseriti nella vite da cui ricevono linfa e corrente di vita.
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Lโinvito di Gesรน ai due discepoli โVenite e vedreteโ รจ cosรฌ apertura a vivere unโesperienza di condivisione che รจ in primo luogo esperienza di vita. Lโincontro con Gesรน โ ci dice questa pagina โ trova suo inizio e sviluppo negli incontri umani. Andrea era fratello di Simone, e poi Filippo incontra Natanaele dicendo โAbbiamo trovatoโฆโ
Il seguire si dipana nel tessuto umano di amicizie, rapporti, contatti quotidiani. In Gesรน chi lo segue scorge aspetti diversi del suo volto, che interrogano e conducono a rimanere con lui: incontrare lui รจ rispondere alla ricerca profonda che orienta il cammino umano ed รจ anche aprirsi a cogliere con stupore sempre nuovo le radici del suo andare: Giovanni Battista fissรฒ lo sguardo su Gesรน che passava, coloro che lo seguono dovranno continuare a fissare lo sguardo su di lui.
