Luciano Manicardi, Commento al Vangelo di domenica 17 Gennaio 2021

- Pubblicitร  -

La chiamata dello sguardo

Il brano evangelico di questa domenica, tratto dal IV vangelo, ci situa nel terzo giorno della settimana inaugurale del ministero di Gesรน, settimana che culminerร  nella manifestazione della gloria di Gesรน a Cana davanti ai suoi discepoli che โ€œcredettero in luiโ€ (Gv 2,11). Il testo presenta la versione giovannea della chiamata dei primi discepoli narrata dalla tradizione sinottica (Mt 4,18-22; Mc 1,16-20; cf. Lc 5,1-11). La differenza รจ notevole. Se nello schema sinottico 1) Gesรน incontra un uomo intento al suo lavoro, 2) lo chiama a seguirlo e 3) questi obbedisce abbandonando tutto, Giovanni presenta uno schema in cui รจ fondamentale la mediazione di un testimone che confessa la fede in Gesรน e conduce altri allโ€™incontro con lui: รจ cosรฌ per Giovanni Battista nei confronti di due suoi discepoli (1,35-39), per Andrea nei confronti di Simon Pietro (1,40-41), per Filippo nei confronti di Natanaele (1,45ss.). A noi interessa Giovanni Battista che, dopo una testimonianza negativa su di sรฉ (โ€œIo non sono il Cristoโ€: 1,19-28) e una positiva su Gesรน (โ€œEcco lโ€™Agnello di Dioโ€: 1,29-34), rivela davanti a due suoi discepoli lโ€™identitร  di colui di cui egli รจ stato il precursore e li conduce a farsi discepoli di Gesรน. Colui era stato inviato da Dio come testimone del Verbo โ€œperchรฉ tutti credessero per mezzo di luiโ€ (1,7) adempie cosรฌ il suo mandato โ€œcedendoโ€ a Gesรน i suoi discepoli, portandoli ad aderire a lui.

Il brano evangelico si apre con Giovanni che โ€œfissa lo sguardoโ€ (1,36) su Gesรน e dice: โ€œEcco lโ€™Agnello di Dioโ€ e si chiude con Gesรน che โ€œfissando lo sguardoโ€ (1,42) su Simon Pietro gli dice: โ€œTu sei Simone, il figlio di Giovanni, sarai chiamato Cefa โ€“ che significa Pietroโ€. Si tratta, in entrambi i casi, di uno sguardo intenso, un vedere in profonditร , un discernere lโ€™identitร  di una persona. La vocazione non รจ solo una chiamata, ma anche uno sguardo. Anche lo sguardo, come la voce, crea un ponte, รจ comunicazione, รจ passaggio. Vi รจ una dolce violenza nello sguardo di Gesรน: la dolce violenza dellโ€™amore. Quella a cui si sottrarrร  lโ€™uomo ricco quando Gesรน, fissato lo sguardo su di lui lo amรฒ (Mc 10,21); quella che indurrร  Pietro al pianto, quando Gesรน, voltatosi, fissรฒ lo sguardo su di lui che aveva appena negato per la terza volta di conoscerlo (Lc 22,61); quella che esprimerร  lโ€™esigenza di un affidamento che assomiglia a un perdersi quando, fissato il suo sguardo sui suoi discepoli e rispondendo alla loro domanda su chi puรฒ salvarsi, egli dirร : โ€œimpossibile agli uomini, ma non a Dioโ€ (Mc 10,27). Lo sguardo di Gesรน non si limita a constatare, ma riplasma le vite facendo di pescatori di pesci dei pescatori di uomini (Mc 1,17): potenza dello sguardo che ama e del lasciarsi vedere e amare. Potenza dellโ€™amore che si manifesta nello sguardo.

Ma anche Gesรน, suggerisce il nostro passo evangelico, per dispiegare la potenza del suo sguardo sulla vita di Pietro e dei discepoli, ha avuto bisogno di essere lui stesso visto, conosciuto, amato. Ha avuto bisogno di uno sguardo, e non solo dello sguardo di un padre o di una madre, ma di un altro, di un maestro, di un uomo di Dio che lo riconoscesse: โ€œEcco lโ€™agnello di Dioโ€. รˆ lo sguardo di cui si รจ incaricato Giovanni. In quel passaggio che รจ lo sguardo avviene una trasmissione, unโ€™ereditร . Per Giovanni, questo passaggio diviene un passare il testimone a colui di fronte al quale egli diminuisce, diviene un dare testimonianza a colui che viene dopo di lui e che va seguito da coloro che erano i suoi discepoli. Lo sguardo di Giovanni non carpisce, non possiede, non invidia, ma cede il passo a colui che da lui viene visto; indica ai suoi discepoli colui che รจ da seguire e li indirizza alla sequela del Messia; ricorda a se stesso che il proprio compito รจ ormai compiuto: โ€œLui deve crescere, io invece diminuireโ€ (Gv 3,30). Lo sguardo di Giovanni trova in Gesรน il suo punto di approdo, il suo orizzonte ultimo, lo sguardo di Gesรน su Pietro e sui discepoli crea una novitร , fa iniziare una storia, apre lโ€™orizzonte.

Giovanni Battista conduce i suoi discepoli allโ€™incontro personale con il Cristo: egli compie unโ€™opera di mediazione. La ricerca della volontร  di Dio abbisogna di mediazioni umane e soprattutto di mediatori umani: di maestri, cioรจ persone capaci di fare ed essere segno, capaci di orientare il cammino di una persona, e di padri, cioรจ persone capaci di generare alla vita secondo lo Spirito. Si potrebbe leggere il gesto di Giovanni Battista come esercizio di paternitร  spirituale nei confronti dei suoi due discepoli. La fede non si trasmette per via intellettuale, ma allโ€™interno di relazioni umane. Il padre spirituale รจ persona umile che non se-duce, non attrae a sรฉ, non tiene i discepoli stretti a sรฉ, ma li e-duca, li conduce allโ€™adesione teologale, si fa maestro di libertร  guidandoli alla relazione personale con il Signore. รˆ uomo conscio dellโ€™importanza dei limiti, che sa porli a colui che guida e rispettarli egli stesso. Solo chi vive non per se stesso, ma per il Signore, potrร  aiutare altri a vivere per il Signore e a liberarsi dalla volontร  propria.

โ€œEcco lโ€™Agnello di Dioโ€. Allโ€™udire questa rivelazione, i discepoli di Giovanni iniziarono a seguire Gesรน immettendosi nella dinamica del discepolato. La vocazione qui non risponde a un comando imperioso (cf. Mc 1,17; 2,14), ma รจ accoglienza di una rivelazione comunicata da un testimone. La forza, la credibilitร  e la radicalitร  del testimone suscita vocazioni.

- Pubblicitร  -

Gesรน allora, vedendo i due che si erano messi a seguirlo, chiede loro: โ€œChe cercate?โ€ (1,38). Sono le prime parole di Gesรน nel IV vangelo. Parole che, come si rivolgono ai due per Gesรน ancora anonimi seguaci, raggiungono anche ogni lettore del vangelo che giunge a questo punto. La domanda non รจ banale: รจ suggestione a verificare che cosa muove, in profonditร , la propria ricerca. Vi รจ infatti una ricerca โ€“ e il vangelo di Giovanni lo denuncia โ€“ che, pur rivolgendosi verso Gesรน, in veritร  รจ insincera e perversa (Gv 6,24.26; 7,11; 18,4-7). Alla domanda di Gesรน i due discepoli rispondono, a loro volta, con una domanda: โ€œDove dimori?โ€ (1,38). A un primo livello questa domanda significa certamente โ€œDove abiti?โ€, ma a un livello piรน profondo, simbolico-teologico, significa molto di piรน, come lascia intendere lโ€™uso del verbo mรฉnein, โ€œrimanere, dimorareโ€, cosรฌ caro al IV vangelo. I discepoli chiedono a Gesรน: Dovโ€™รจ il tuo dove? Dove trovi saldezza e stabilitร ? Gesรน rimane nel Padre, nella sua parola, nel suo amore. E i discepoli sono chiamati a percorrere lo stesso cammino: rimanere nella parola e nellโ€™amore del Figlio per dimorare con Dio e in Dio. La ricerca cristiana si indirizza verso una vita interiore, una dimensione profonda di comunione con il Padre e il Figlio nello Spirito. Il โ€œdoveโ€ di Gesรน รจ il Padre: nella sequela esso diviene anche il โ€œdoveโ€ del discepolo. La fede diviene cosรฌ esperienza dellโ€™inabitazione del Signore nel credente.

Il IV vangelo approfondisce il senso della vocazione: questa non consiste soltanto nel seguire, ma anche nel rimanere. Il rimanere designa la maturitร  del rapporto, della sequela, del discepolato. E a questa maturitร  si accede mediante la fede, comโ€™รจ discretamente indicato dalla frase: โ€œVenite e vedreteโ€ (1,39). Nel IV vangelo infatti, lโ€™espressione โ€œvenire a Gesรนโ€ indica normalmente la fede in Gesรน (Gv 3,26; 6,37.44.45.65; ecc., mentre il non venire a lui, designa la non-fede: Gv 5,40) e il vedere indica la visione che sfocia nella fede (Gv 2,11; 20,8: โ€œVide e credetteโ€).

A questo punto lโ€™evangelista svela il nome di uno dei due discepoli: Andrea (1,40). Egli non solo confessa la fede in Gesรน quale Messia (1,41) ma conduce a lui Simon Pietro, suo fratello (1,42) che da Gesรน riceve la vocazione a diventare โ€œrocciaโ€ (questo significa โ€œCefaโ€), in mezzo ai suoi fratelli. Chi รจ lโ€™altro discepolo che era insieme a Andrea? Possiamo ipotizzare che sia โ€œil discepolo amatoโ€. Egli รจ colui che, presente alla croce di Gesรน, vedendo Gesรน morire come Agnello a cui non viene spezzato alcun osso (Gv 19,33.36) โ€œtestimonia perchรฉ voi crediateโ€ (Gv 19,35), proprio come Giovanni Battista testimonia di Gesรน, dopo averlo visto e indicato come Agnello di Dio perchรฉ tutti credano (Gv 1,34.36.37). Il parallelismo tra Gv 1,38 (โ€œVoltatosi Gesรน e vedendo essi che lo seguivano dice loro โ€ฆโ€) e Gv 21,20-21 (โ€œVoltatosi, Pietro vede il discepolo che Gesรน amava che seguiva โ€ฆ e dice a Gesรนโ€) mostra che accanto a Pietro, agli inizi della sequela e dopo la Pasqua, cโ€™รจ โ€“ con ogni probabilitร  โ€“ il discepolo amato che ha seguito lโ€™Agnello con fedeltร  fin dagli inizi. E Pietro, mentre viene costituito pastore delle pecore del Signore e invitato nuovamente a seguire Gesรน come pecora egli stesso (cf. Gv 10,4), riceve la rivelazione che la sequela dellโ€™Agnello e il ministero pastorale trovano il loro esito nel dare la vita per le pecore, nel glorificare Dio con il martirio. Questa sarร  la testimonianza di Pietro: nella morte di croce lโ€™apostolo si troverร  lร  dove รจ stato il suo Signore: โ€œSe uno mi vuol servire mi segua e dove sono io, lร  sarร  anche il mio servoโ€ (Gv 12,26).

A cura di: Luciano Manicardi
Fonte: Monastero di Bose


Altri Articoli
Related

Liturgia della Parola in LIS di giovedรฌ 25 dicembre 2025

Le letture della Notte di Natale in LIS (Lingua...

Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2025 โ€“ Sussidio Avvento CEI – Messa della Notte

ยซUn bambino รจ nato per noiยป (Is 9,1-6) Tutta la...

p. Enzo Fortunato – Commento al Vangelo del 22 Dicembre 2025

Il commento al Vangelo del giorno a cura di...

padre Ezio Lorenzo Bono – Commento al Vangelo di lunedรฌ 22 dicembre 2025

UN CANTO NEL GREMBO I. Cosa succede quando una donna...