โNon temete: ecco vi annuncio una grande gioia: oggi รจ nato per voi un Salvatore, che รจ Cristo Signoreโ.
Lโattesa di nascite, grazie a grembi ricolmi e di sconfinamenti alla luce di bimbi, รจ il nostro vero dono, la nostra chiamata. Anche Gesรน, che era luce, รจ stato messo alla luce dopo avere abitato nove mesi di tenebra. E ci furono delle mani, quella notte che erano ciรฒ che Dio aveva chiesto per potere nascere. Mani che fasciano e depongono in una mangiatoia: ma mani! Lโaffidamento a delle mani per non morire in un grembo. Esci affidandoti, non confidando in un programma. Grazie ad un atto di fiducia noi usciamo da un grembo. Un atto di fiducia nella vita data dallโumido degli occhi di ogni bambino.
Il calcolo che alberga le nostre menti e le nostre giornate รจ un atto di sfiducia e di diffidenza che รจ apertura alla non vita. Il calcolo รจ negazione di ogni confidarsi: ci muoviamo se vi sono delle condizioni: รจ la sicurezza fonte di tristezza e di spegnimento. Muoversi solo se abbiamo una garanzia in mano รจ la morte di ogni vita. Il fidarsi dona vita e fa crescere, fin da piccoli, ancor piรน da grandi. Se non cโรจ spazio alla fiducia non cโรจ possibilitร di alcun rischio, di una lacrima parlante di ogni bambino.
Nascita, con la N maiuscola o meno, รจ dono al mistero della fragilitร . Su di un mistero di fragilitร si chinarono nella notte Maria e Giuseppe. Cosรฌ, chini ad adorare una vita che รจ soffio in pochi palmi di mani, le tue mani.
La fragilitร รจ mistero che abita ogni nascita di cucciolo di uomo. Il Natale non serve a nulla. La nostra incredulitร alla fragilitร manifesta la nostra miseria.
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Il Natale ci mostra una fragilitร umana sposata da Dio, una fragilitร che Dio ha scelto per visitare la sua terra: lโingresso nel segno della debolezza e della fragilitร รจ segno che fa stupire gli occhi, rimanendo a bocca aperta.
Nella fragilitร degli umani, nella sua nascita, Dio dona lโappuntamento. Cercare Lui, come da sempre, da altre parti nel segno di modelli vincenti, รจ segno di modelli disumani di perfezione. Ma questo รจ perdita dellโappuntamento dove lโumanitร si manifesta nella debolezza e nella fragilitร .
Non vergognartene: Dio lโha sposata, sposata per sempre, proprio quella/questa notte. Tutta la vita, tutta la Sua vita, รจ un chinarsi sul mistero della fragilitร . Lui ha dato un appuntamento nella fragilitร della carne di un neonato. Non cercare altrove: questo รจ lโappuntamento col Padre. Guardalo: non occorre altro per amarlo.
Ogni essere umano, grazie a Dio, รจ da onorare nella sua fragilitร e debolezza, da amare nudo, per come รจ, soffio del vivente in una fragile tenda di carne.
Questa รจ cosa sacra per ogni creatura che chiede di custodire una luce negli occhi. La Nascita, le nascite raccontano, ogni volta che accadono, questo mistero di una fragilitร dโamare, di cui prendersi cura, da custodire.
Lร dove siamo soliti immaginare il colmo della tenerezza per la fragilitร della carne di un bimbo, possiamo vedere la violenza di mani che uccidono anzichรฉ accudire e coccolare. Tutti coloro che vengono uccisi per potere far fuori Gesรน, il Figlio di Dio. Chi lo fa รจ gente che fino a ieri sembrava insospettabile, uomini e donne, madri e padri. Come si fa a giungere a questo? Come si fa a parlare la notte del Natale, dellโIncarnazione? ร solo segno di ferocia? O รจ devastazione dellโanimo? ร stanchezza? Disperazione? Fatica di vivere? Cose insopportabili al nostro animo?
Come si fa a vivere, nel mistero del Natale, accanto a persone che portano dentro il peso di fatiche inenarrabili senza che ci sfiori il piรน piccolo dei presentimenti? Siamo piรน spinti, anche dal Natale, a fare declamazioni sulla famiglia, aggiungendo richiamo a richiamo. Il Natale รจ una chiamata a lasciare il segno di una stagione dove ci si sfiora ma non ci si guarda negli occhi. Sembra che non si voglia leggere la piega della sofferenza che segna un volto: non si vuole misurare la fatica di una madre e di un padre. Sembra siamo piรน portati a mostrarci gente indifferente come una via di salvezza dallโessere gente insospettabile. Ci pesa e ci piace, perchรฉ ricercato, piรน lโessere muro come via di falsa salvezza per non dovere giustificare un cuore agghiacciato.
La Nascita, come tutte le nascite, ci indica una strada. I cuori si aprono e si raccontano se ti fai vicino: vero dono del Natale, del Padre che si fa vicino a noi grazie al bimbo Gesรน.
La chiamata รจ chiara: non cedere alla tentazione di vivere un volto estraneo, lontano. La chiamata del Natale รจ chiamata ad una vicinanza. La Nascita, nella notte delle notti, racconta la vicinanza di un Dio che ha sposato la nostra fragilitร . Una vicinanza che solleva.
Creare vicinanza รจ un invito buono, profumo di pane nei nostri giorni inquieti. Non sempre, quasi mai, ci sarร dato di togliere dalle spalle dellโaltro il peso della vita. Forse neppure Gesรน riuscรฌ tanto. Non sempre potรฉ miracoli, ma sempre raccontรฒ con i suoi occhi vicinanza. Anche quando i suoi erano occhi di un bimbo bagnati da una lacrima.
Ora tocca a noi raccontarla: con i nostri occhi.
AUTORE: p. Giovanni Nicoli
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