p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo del 25 Dicembre 2020

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La provvidenza del Natale

ยซRingraziate il cielo che vโ€™ha condotti a questo stato, non per mezzo dellโ€™allegrezze turbolente e passeggere, ma coโ€™ travagli e tra le miserie, per disporvi ad unโ€™allegrezza raccolta e tranquillaยป. Sono le parole che fra Cristoforo rivolge a Renzo e Lucia verso la fine de I Promessi Sposi, siamo infatti nel capitolo 36. Chissร  se anche noi arriveremo presto a guardare con uno sguardo nuovo a tutto quello che stiamo vivendo. Inevitabilmente infatti la domanda sulla presenza di Dio in questo momento difficile della storia si leva da ogni altare, da ogni letto di ospedale, da ogni cuore che fatica a pregare e a credere con fiducia. รˆ comprensibile, infatti, che negli ultimi mesi ci siamo forse sentiti orfani, abbandonati, dimenticati dalla provvidenza divina. Proprio per questo, credo che questโ€™anno abbiamo la possibilitร  di comprendere piรน profondamente il senso del Natale.

Luce nelle tenebre

Al di lร  delle superflue discussioni sullโ€™orario in cui puรฒ nascere Gesรน bambino, come se qualcuno fosse in possesso dellโ€™atto di nascita dellโ€™anagrafe di Betlemme, puรฒ essere invece lโ€™occasione provvidenziale per chiedersi quale sia il valore spirituale di una messa di Natale celebrata nella notte. Forse allora ascolteremo in modo diverso lโ€™annuncio di una Parola che si fa carne per illuminare le tenebre dellโ€™umanitร . Quelle tenebre sono le nostre, ancor di piรน quelle che stiamo attraversando in questo momento. รˆ lรฌ che Dio vuole portare luce. Ma a cosa crediamo di piรน alle ombre che ci terrorizzano o alla speranza della lampada?

Siamo fragili

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Questโ€™anno potremmo forse guardare con uno sguardo nuovo al bambino del presepe. Questa volta infatti non ha i tratti di una devozione romantica, ma ha il volto potente della fragilitร  esposta. Dio ha scelto di farsi vedere cosรฌ. La storia poteva cominciare da un altro momento, dal successo, dal ministero, dalla gloria, invece Dio sceglie di farsi vedere bambino. Un bambino รจ debole, inerme, vulnerabile, ha bisogno che qualcuno se ne prenda cura. Se Dio non si รจ vergognato di farsi vedere cosรฌ, perchรฉ dovrei vergognarmi io della mia debolezza? E questo รจ un tempo in cui tutti ci siamo accorti di essere fragili, di essere esposti al male, ci siamo resi conto del peso della morte. Forse possiamo ripartire da lรฌ, da questa piรน profonda consapevolezza della nostra vulnerabilitร .

Siamo figli

A Natale ci ritroveremo davanti al Figlio di Dio. E anche in questo caso forse capiremo meglio quella parola โ€˜figlioโ€™. In un certo senso โ€˜grazieโ€™ alla pandemia, ci siamo ricordati forse di avere dei genitori. Ci siamo ricordati di essere figli. Ci siamo accorti che i nostri genitori erano in una casa di riposo o che i nostri genitori erano lontani, che avevano bisogno di noi, ci siamo ricordati di quanto sia importante la carezza di una mamma o di un papร . Non sarร  allora un Natale come gli altri se ci offrirร  lโ€™occasione, pur nel dolore, nelle privazioni e nelle sofferenze, di prendere nuovamente consapevolezza che siamo figli. E forse capiremo meglio cosa vuole dire, come ci ricorderร  la liturgia, che ci รจ stato donato un figlio.

Leggersi dentro

  • A quale conversione mi chiama questo Natale del Signore?
  • Quali passi posso fare per lasciar entrare la luce del Signore nella mia vita?

P. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesรน (Societas Iesu)Fonte


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