Fabio Quadrini – Commento al Vangelo di domenica 13 Dicembre 2020

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Proporre un commento al Prologo del Vangelo secondo Giovanni รจ impresa proibitiva; cosรฌ come arduo, tuttavia, รจ avventurarsi nella conta degli innumerevoli commenti che sul Prologo sono stati prodotti e che continuamente vengono presentati.
Eppure tante ciance non servirebbero, poichรฉ la potenza di ogni termine in questo presente e la vigorosa profonditร  del suo intenso contenuto, riescono, per propria insita forza, a penetrare nellโ€™animo e nel cuore di ogni persona che ad esso si accosta, tanto con la lettura (lenta e meditata) quanto con lโ€™ascolto (vigile ed attento).

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Temendo di essere annoverati nella categoria โ€œcianceโ€, vorremmo limitarci ad offrire al nostro lettore appena brevi cenni su un termine che meriterebbe non alcune righe di spiegazione, bensรฌ saggi e trattati esegetici, data la sua portata tecnica e teologica: SANDALO (ยซcolui che viene dopo di me: a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandaloยป โ€“ Gv 1, 27) -Teniamo a precisare come spesso nel gergo comune con โ€œPrologo di Giovanniโ€ si intenda comprendere lโ€™intero capitolo 1 del quarto Vangelo. Invece il Prologo, per la precisione, va dal versetto 1 al versetto 18, ed esso rappresenta lโ€™ โ€œattaccoโ€ del capitolo 1 (ovvero lโ€™overture dello scritto giovanneo ), il quale consta di 51 versetti. Quindi il testo evangelico che la Liturgia ci pone questโ€™oggi dinanzi comprende parte del Prologo (Gv 1, 6-8) e uno stralcio seguente al Prologo, ma sempre dal capitolo 1 secondo Giovanni (Gv 1, 19-28). E la parola ยซsandaloยป, che terremo in evidenza, si trova in questo secondo blocco

1 โ€“ La pronunzia che viene da Giovanni: ยซ[โ€ฆ] a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandaloยป, suscita immediatamente quellโ€™approccio di umiltร , di sottomissione e di sequela che certamente il Battista testimoniava nei confronti del Christรณs.
E tale percezione รจ valida non solo a livello letterale, ma anche in senso esegetico.
Il nome ยซsandaloยป, nel testo greco del Vangelo in esame, รจ upรณdema.
Esso รจ composto dalla preposizione upรณ (ยซsottoยป) e dal tema dรฉo.
Interessante scrutare con una particolare attenzione questo termine dรฉo, che propriamente รจ un verbo.
Esso assume un primo significato A, ma possiede pure un secondo significato B.
Il primo senso di dรฉo รจ precisamente quello di ยซlegare/allacciareยป.
Da questa radice viene il verbo latino redimio, che vale ยซcingere/circondareยป.
Ecco, allora, che upรณ-dema (ยซsandaloยป) vale specificamente ยซciรฒ che si lega sottoยป.
Interessante, perรฒ, รจ il significato B.
Il verbo dรฉo, infatti, esprime anche ยซessere privo/avere bisognoยป.
E da questo secondo tratto radicale viene il nome latino deus, ovvero il nostro ยซDioยป.
Ecco, quindi, che upรณ-dema (ยซsandaloยป) riesce ad accendersi di una luce esegetica assai decisiva, in quanto oltre a valere specificamente ยซciรฒ che si lega sottoยป, puรฒ interpretarsi latamente con ยซessere sotto a Dioยป. -Da notare, comunque, come tra lโ€™accezione A di dรฉo (ยซlegare/allacciareยป) e lโ€™accezione B (ยซessere privo/aver bisognoยป) non vi sia tutta questa distanza. Difatti, non รจ forse vero che lโ€™ โ€œessere privoโ€ richiama in sรฉ la dinamica di un โ€œlegameโ€ (pur se assente/spezzato, ovvero da recuperare/ricucire)? E non รจ forse vero che lโ€™ โ€œaver bisognoโ€ รจ un movimento che tende ad un โ€œallacciareโ€? E non รจ forse vero che il creato e Dio sono โ€œallacciatiโ€, e che, specialmente, tra lโ€™uomo e Dio vโ€™รจ un reciproco โ€œlegameโ€ (anche se lโ€™uomo, con la sua libertร , puรฒ scegliere di reciderlo)? E non รจ forse vero che per il creato in generale, e per lโ€™uomo in particolare, Dio รจ โ€œil Bisognoโ€ per eccellenza, โ€œil Legame di cui mai privarsiโ€ (anche se lโ€™uomo, con la sua libertร , puรฒ scegliere di mettere a tacere questo Bisogno; puรฒ scegliere di privarsi di tale Legame)?

2 โ€“ Dato tutto quanto, interessate proporre una brevissima riflessione anche alla luce del mondo ebraico, sempre con riguardo alle parole di Giovanni: ยซ[โ€ฆ] a lui io non sono degno di slegare il laccio del sandaloยป.
Lโ€™immagine del ยซsandaloยป, in realtร , rappresentava esplicitamente, per lโ€™ambito ebraico, il ยซdiritto di proprietร ยป [cf. Sal 60, 10: ยซMoab รจ il catino per lavarmi, su Edom getterรฒ i miei sandaliยป], ed ancor piรน nello specifico il ยซdiritto di riscattoยป che il goรจl poteva vantare su una vedova (cf. Rt 4, 7-8: ยซAnticamente in Israele vigeva questโ€™usanza in relazione al diritto di riscatto o alla permuta: per convalidare un atto, uno si toglieva il sandalo e lo dava allโ€™altro. Questa era la forma di autenticazione in Israele. Allora colui che aveva il diritto di riscatto rispose a Booz: โ€œAcquรฌstatelo tuโ€. E si tolse il sandaloยป), esercitando quello che propriamente veniva chiamato โ€œIstituto del leviratoโ€. -Il termine goel vale โ€œriscattatore/colui che affrancaโ€. Ecco che Gesรน รจ il Goel per antonomasia, Colui che ha riscattato lโ€™uomo dalla morte; Colui che con la sua Risurrezione ha affrancato la vita dalle grinfie della morte. Il โ€œleviratoโ€ tecnicamente era la disposizione giuridica con la quale il cognato era obbligato a sposare la propria cognata rimasta vedova e senza figli; il primo figlio nato dal nuovo matrimonio era considerato come figlio del defunto
Ecco, allora, che il Battista, con il suo proclama, intendeva dire che non era lui lo Sposo (il โ€œproprietarioโ€ della sposa, il โ€œriscattatoreโ€ della vedova [Israele nel particolare, ma lโ€™umanitร  in generale]), poichรฉ il Goel sarebbe stato Colui che รจ dopo di lui, Colui al quale ยซnon sono degno di slegare il laccio del sandaloยป, ovvero Colui a cui non posso sottrarre il โ€œsandalo della proprietร  e del riscattoโ€, ossia ยซlโ€™autoritร  di salvareยป, ossia ยซil titolo di Salvatoreยป (rammentiamo come Gesรน [Yeshรบa in ebraico] significhi proprio ยซIl Signore salvaยป)

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sandalo

Giovanni, infatti, non รจ lo Sposo, ma รจ ยซlโ€™amico dello sposo, che [โ€ฆ] esulta di gioia alla voce dello sposoยป (cf. Gv 3, 25-30). -La ยซvoce dello sposoยป รจ esplicito riferimento al momento apicale dellโ€™atto unitivo tra gli sposi: uomo e donna! Lโ€™ ยซamico dello sposoยป (in ebraico/aramaico shosbin), inoltre, non รจ solo unโ€™immagine simbolica, volta a rappresentare subordinazione e servilismo, quantโ€™anche una figura esistente, concreta, vera e propria ed operante nei riti di matrimonio ebraici, e il suo ruolo era anche quello di gioire dopo che aveva ascoltato la congiunzione coniugale consumata tra gli sposi
Chiudiamo con la seguente nota curiosa (ma anche la curiositร  suscita esegesi).
Pocโ€™anzi abbiamo richiamato il verbo latino redimio (ยซcingere/circondareยป), la cui radice รจ la medesima del nome upรณdema (ยซsandaloยป).
รˆ particolarmente interessante come in latino vi sia un altro verbo assai simile, ovvero redimo, che (guarda casoโ€ฆ) precisamente significa ยซriscattare/affrancareยป. -la somiglianza tra redimio e redimo, comunque, non รจ solo grafica, ma anche radicale. Difatti il โ€œcingereโ€ รจ una dinamica di โ€œriscattoโ€ (un atto di โ€œsalvezzaโ€, invero, ha come suo proprio movimento quello di โ€œstringere/serrareโ€: cosรฌ come una cinta muraria salva il castello dagli assedi; cosรฌ come il salvato si avvinghia al suo salvatore)

mamma


ยซQuesto avvenne in Betร nia, al di lร  del Giordano, dove Giovanni stava battezzandoยป (Gv 1, 28).
Che ยซQuestoยป sandalo โ€œavvengaโ€ (cf. lat. adventus) anche nella nostra Betร nia, operi nella nostra vita, affinchรฉ il Natale ormai prossimo, sia kairรณs (ยซtempo propizioยป) di sottomissione al Signore Gesรน Cristo, Egli che รจ la Salvezza.

Fonte

Per gentile concessione di Fabio Quadrini che cura, insieme a sua moglie, anche la rubrica ALLA SCOPERTA DELLA SINDONE: https://unaminoranzacreativa.wordpress.com/category/sindone/


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