mons. Vincenzo Paglia – Commento al Vangelo del 6 Dicembre 2020

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โ€œInizio del Vangelo di Gesรน, Cristo, Figlio di Dioโ€. Si apre cosรฌ il Vangelo di Marco che ci accompagnerร  per questo anno liturgico. Lโ€™evangelista non ha inteso scrivere una storia bella ed esemplare che si chiude in se stessa. Egli ha scritto un โ€œVangeloโ€, ossia una notizia che รจ decisiva per tutti. Il testo si apre con queste parole: โ€œInizio della buona notiziaโ€. รˆ un โ€œinizioโ€ non relegato nel passato, quasi prigioniero di quei giorni.

La โ€œbuona notiziaโ€ di Gesรน Cristo รจ un โ€œinizioโ€ che resta vitale, una pietra che fonda ogni giorno la vita di coloro che lโ€™ascoltano. Per questo il Vangelo non lo si ascolta una volta per tutte. รˆ, infatti, il fondamento della vita di ogni comunitร  cristiana, di ogni discepolo. Tutti abbiamo bisogno di ascoltarlo e riascoltarlo ancora. Nessuna etร  e nessuna generazione possono farne a meno. Il Vangelo, mentre lo ascoltiamo, salva la nostra vita. E salva anche la vita di coloro ai quali lo comunichiamo. Cโ€™รจ bisogno che il Vangelo continui a risuonare nel mondo. รˆ vero che la nostra societร  รจ ricca di parole, ma spesso sono vuote e non sempre edificano. Noi stessi siamo frequentemente storditi dal rumore e dalla confusione sia interiore che esteriore: poco sappiamo parlare tra noi e raramente ci scambiamo parole vere. Il Vangelo, nella confusione dei discorsi, inizia a parlare e a salvare.

La pagina che ascoltiamo oggi ci immerge subito nel clima dellโ€™attesa di un futuro, anzi ci invita a prepararlo; annuncia infatti che โ€œqualcunoโ€ sta per venire tra gli uomini per donare loro la salvezza. Non cโ€™รจ piรน tempo per distrarsi o per ascoltare altre voci. Il rischio di perdere questa occasione propizia รจ alto. Se domenica scorsa la liturgia chiedeva di essere vigilanti, oggi esorta ad aprire il cuore per accogliere colui che sta per venire. Si potrebbe dire che questo inizio del Vangelo svolge esso stesso la funzione del Battista: il Vangelo apre la strada al Signore, รจ la voce che grida ad ognuno di preparare la via perchรฉ Egli sta tornando. Il Signore torna nella sua cittร . Ecco la buona notizia di questa pagina evangelica.

Giร  con la lettura di Isaia, la liturgia ci fa sentire lโ€™avvicinarsi di questo tempo: โ€œConsolate, consolate il mio popolo, dice il vostro Dio. Parlate al cuore di Gerusalemme e gridatele che la sua tribolazione รจ compiutaโ€. Il popolo dโ€™Israele puรฒ lasciare la terra di Babilonia, dovโ€™รจ schiavo, e partire verso Sion; percorrerร  una grande strada, aperta nel deserto, una strada larga, rettilinea e pianeggiante che supererร  steppe, valli e montagne, per salire sino a Gerusalemme. Ed il Signore, come il pastore di cui parla il profeta, si porrร  davanti al suo popolo guidandolo su questa strada. Potremmo dire che aprire la strada vuol dire aprire il Vangelo, e percorrerla significa leggerlo, meditarlo e metterlo in pratica. La โ€œstrada del Signoreโ€ รจ giunta sino a noi; la salvezza รจ scesa nella nostra vita.

Questa convinzione รจ la forza del Battista. Egli รจ vestito poveramente: indossa un rozzo abito di pelo di cammello, non le vesti morbide e gli abiti sontuosi degli uomini di Gerusalemme. La sua austera sobrietร , cosรฌ lontana da tanti nostri atteggiamenti, sottolinea che egli vive davvero solo del Signore e del suo regno. Giovanni ha fretta che venga presto il futuro di Dio e lo grida forte (โ€œAlza la tua voce con forzaโ€, aveva detto il Signore al profeta Isaia). Non si rassegna ad un mondo privo di speranza. Anche lui, come piรน tardi dirร  Pietro, aspetta con ansia i โ€œnuovi cieli e una nuova terra, dove avrร  stabile dimora la giustiziaโ€. Non tace, protesta, veste da personaggio strano e, soprattutto, parla, anzi grida.

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รˆ tagliente con la sua parola. Giovanni, come richiede ogni predicazione, parla al cuore della gente: non vuole colpire le orecchie, non ama correr dietro a pruriti vani, non propone veritร  o idee sue. Egli obbedendo allo Spirito del Signore desidera che la sua parola colmi i vuoti dei cuori, appiani i monti che allontanano gli uni dagli altri, abbatta i muri che separano, strappi le radici amare che avvelenano i rapporti, raddrizzi i sentieri distorti dallโ€™odio, dalla maldicenza, dallโ€™invidia, dallโ€™indifferenza, dallโ€™orgoglio, dalla malafede.

Questo austero predicatore, che dimentica se stesso perchรฉ sia solo il Signore a parlare attraverso la sua voce, colpisce davvero il cuore di chi lo ascolta. Marco lo nota: โ€œAccorrevano a lui tutta la regione della Giudea e tutti gli abitanti di Gerusalemmeโ€ per farsi battezzare, ognuno confessando i propri peccati. Anche noi dobbiamo ascoltare la voce di questo predicatore perchรฉ ci tocchi il cuore. La Santa Liturgia della domenica, le nostre stesse chiese, piccole o grandi che siano, diventano il luogo ove stringerci attorno al Battista e alla sua predicazione. Quando le Sacre Scritture si aprono e la Parola di Dio viene annunciata e predicata, in quel momento si apre la strada del Signore; beati noi se sapremo accoglierla e percorrerla perchรฉ certo ci condurrร  incontro al Signore che viene.


Fonteil sito web di mons. Paglia

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