don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 5 Dicembre 2020

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Un giorno โ€“ lo ricorderete โ€“ aveva incontrato ad un pozzo una donna di Samaria alla quale aveva svelato il suo vero volto di Messia. Un incontro impensabile con una donna le cui condizioni non erano certo le piรน idonee a poter ricevere una tale rivelazione. E, ai discepoli che erano piuttosto stupiti del suo intrattenersi a parlare con una donna, appunto, Gesรน aveva rivolto delle parole che credo siano il retroterra della nostra pagina evangelica: Levate i vostri occhi e guardate i campi che giร  biondeggiano per la mietitura. E mancavano ancora quattro mesi, perciรฒ si era dโ€™inverno.

La messe รจ moltaโ€ฆ Mi pare indichi un primo passaggio da compiere: dalla lamentela al riconoscimento, dal lamentarsi di ciรฒ che manca al riconoscere ciรฒ che cโ€™รจ giร .

Ai discepoli inviati in missione, a noi dunque, รจ chiesto di partecipare della sua stessa capacitร  di guardare il mondo, la storia, gli altri. La messe richiama il raccolto, non la semina: cโ€™รจ una umanitร , sembra dire Gesรน, che attende con impazienza uomini e donne capaci di cogliere le sue istanze piรน vere. Lร  dove saremmo portati a vedere solo impossibilitร  e incapacitร  ci sono giร  i segni del nuovo. Occhio ai germogli, dunque.

Lโ€™annuncio che siamo chiamati a portare deve essere coniugato con la capacitร  di riconoscere tutto ciรฒ che di evangelico cโ€™รจ giร  nella vita della gente. In quella donna di Samaria mancava forse una vita morale (5 mariti piรน 1) ma non certo il desiderio di una pienezza di vita.

La messe indica qualcosa che cโ€™รจ giร  e che va riconosciuto. Come guardo questo mio mondo, questa mia vita? Sono capace di riconoscere i germogli teneri, fragili, forse, che nondimeno giร  annunziano il nuovo che anela a nascere?

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A noi tentati di guardare la realtร  dal punto di vista di ciรฒ che manca, Gesรน consegna lโ€™invito a farci esploratori di quella ricerca del nuovo che attraversa le pieghe della storia.

Al dire di Gesรน non manca il raccolto ma operai che sappiano riconoscerlo. Questo deve farci pensare e non poco: mancano uomini e donne che riescano ad andare in profonditร , lร  dove si annidano i desideri piรน veri dei loro fratelli. E non รจ una questione soltanto di vocazioni alla vita consacrata o sacerdotale. รˆ qualcosa che riguarda tutti quanti noi.

Pregare il Signore della messe: ciรฒ che manca รจ gente in grado di accompagnare i travagli, le nascite, di portare a gestazione mondi ancora inesplorati ma non per questo irrealizzabili.

Altrove รจ detto che iย discepoli sono inviati a due a due perchรฉ ad annunciare la vicinanza del regno di Dio รจ solo la testimonianza di una esperienza di comunione. Lร  dove ci sono uomini e donne che si sostengono a vicenda, lรฌ cโ€™รจ Dio. รˆ solo una vita capace di relazione che annuncia la presenza del Signore. รˆ per questo che lโ€™annuncio del vangelo mal si coniuga con il dispiegamento di forze o di chissร  quali strategie.

Discepoli sรฌ, allora, ma a piedi scalzi, vale a dire senza potere e senza forza.

Discepoli sรฌ, ma contrassegnati da una vita semplice che non conosce arroganza.


AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM

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