Paolo de Martino – Commento al Vangelo di domenica 15 Novembre 2020

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AUTORE: Paolo di Martino FONTE: Sito web SITO WEB CANALE YOUTUBE PAGINA FACEBOOK


Siamo arrivati alla fine dellโ€™anno liturgico passato in compagnia di Matteo. Come ultima tappa del nostro percorso siamo invitati a contemplare la regalitร  di Gesรน.
Abbiamo bisogno di ribaltare, di capovolgere lโ€™idea di regalitร  a cui siamo abituati.
Gesรน รจ re perchรฉ serve, e non perchรฉ รจ servito.

La parabola di oggi incute paura e terrore perchรฉ Dio sembra esigente e fiscale. Sembra che Dio abbia un grande libro dei conti e alla fine della vita, nel giorno del Grande Giudizio, tiri le somme: se le azioni negative sono superiori di quelle positive: inferno eterno. Se, invece, sono superiori, le positive: Paradiso eterno.
Dโ€™altronde se prendete la Bibbia di Gerusalemme, leggete come titolo di oggi: โ€œIl giudizio finaleโ€. E nel giudizio finale, quindi, Dio punisce alcuni e premia degli altri. Ma attenzione perchรฉ i titoletti (che li abbiamo messi noi non Gesรน!) sono utilissimi ma alcune volte anche fuorvianti, come il caso di oggi.

Cosa fa il Figlio dellโ€™Uomo? โ€œSi siede sul trono della gloriaโ€.
Cosโ€™era il trono della gloria? Era un modo per definire il Tempio, dove cioรจ Dio stava.
Al tempio ci potevano andare solo i puri: i peccatori, gli altri, no!
Ma adesso โ€œil trono della gloriaโ€ non รจ piรน un luogo (il tempio) ma una persona (Gesรน). Dio non risiede piรน in un luogo ma nelle persone, in chi lo ama e lo accoglie.

โ€œE saranno riunite davanti a lui tutte le nazioniโ€.
โ€œNazioniโ€ รจ โ€œethneโ€. Quando si parla di โ€œethneโ€ si intende sempre i pagani.
Nel vangelo di oggi si parla dei pagani, di tutti quelli, cioรจ, che non hanno mai conosciuto Gesรน, che non ne hanno mai sentito parlare o che magari lo hanno rifiutato perchรฉ gli รจ stato presentato Dio in maniera erronea, distorta. Non รจ un giudizio universale. Matteo si pone la domanda: โ€œCosa succede per tutti quelli che non hanno conosciuto il messaggio di Gesรน?โ€.
Matteo si rifร  alla pratica dei pastori che la sera, quando si radunava il gregge, separavano i capri dalle pecore per poi procedere alla operazione della mungitura.

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Ma cosโ€™hanno fatto questi โ€œbenedettiโ€ per avere โ€œil regnoโ€? Sei azioni e nessuna che riguardi la preghiera. Non lo trovate curioso?
Sono dei bisogni degli uomini. Amore, dice Gesรน, รจ prendersi cura di questi bisogni.
Gesรน dice: non รจ lโ€™osservanza, il comandamento, ma lโ€™amore che ti fa vivere oggi e domani.
Gesรน non dice: โ€œQuando ami uno, lo fai per meโ€ ma โ€œquando ami uno, ami meโ€.
Non si fanno le cose โ€œper caritร  cristianaโ€; si fanno perchรฉ nascono dal cuore.

Un giorno chiesero a Madre Teresa: โ€œPerchรฉ lo fa?โ€. Si aspettavano come risposta: โ€œPer Dioโ€. E invece lei sorridendo disse: โ€œPer amoreโ€. โ€œCioรจ per Dioโ€, ripresero. โ€œNo, per amore. Perchรฉ la sua sofferenza tocca il mio cuoreโ€. Non si ama lโ€™altro perchรฉ Dio lo comanda ma perchรฉ ci tocca il cuore, lโ€™anima. โ€œE se Dio non ci fosse?โ€, chiesero una volta sempre a Madre Teresa. โ€œNon ho amato per Dio, ho amato per amore di chi mi stava davantiโ€. E siccome nellโ€™uomo cโ€™รจ Dio, amando il fratello lei amava anche Dio. E poi concluse: โ€œNon so mai se chi dice di amare Dio, lo ami davvero. Ma so che chi ama lโ€™uomo, lo sappia o no, ama Dioโ€.
Poi il re dirร  a quelli alla sua sinistra: โ€œVia, lontano da me maledettiโ€.

Prima aveva detto: โ€œVenite, benedetti dal Padre mioโ€. Qui, invece, non si dice: โ€œMaledetti, dal padre mioโ€, ma solo: โ€œMaledettiโ€. E da chi sono maledetti? Non certo da Dio! Si sono maledetti da se stessi!
โ€œNel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeliโ€. Il fuoco non รจ lโ€™inferno dove si finisce arrostiti! Gesรน prende unโ€™immagine del suo tempo: a quel tempo cโ€™era la Geenna, nella Valle dellโ€™Hinnon, che era lโ€™immondezzaio di Gerusalemme. Lรฌ vi era sempre il fuoco perchรฉ venivano bruciati tutti i rifiuti.

La cosa che mi commuove, delle cose ultime, รจ che Dio non mi giudicherร  scorrendo lโ€™elenco delle mie debolezze, ma quello dei miei gesti di bontร ; non indagherร  le mie ombre ma annoterร  i semi di luce o il polline di bene che ho seminato.
โ€œDistogli il tuo sguardo dal mio peccatoโ€, supplicava Davide nel salmo del pianto. Ed ecco che Dio esaudisce quel grido, nellโ€™ultimo giorno distoglierร  il suo sguardo dal male, per sempre lo fisserร  sul bene. Sul bene concreto: e lโ€™umiltร  della materia รจ cosรฌ importante che Dio vi ha legato la salvezza, lโ€™ha legata a un poโ€™ di pane, ad un bicchiere dโ€™acqua, ad un vestito donato, ai passi di una visita. Non alle cose perรฒ, ma al cuore detto dalle cose.

A nessuno di noi รจ chiesto di compiere miracoli, ma di prenderci cura. Non di guarire i malati, ma di visitarli; di accudire con premura un anziano in casa, custodire in silenzioso eroismo un figlio disabile, aver cura senza clamori del coniuge in crisi, di un vicino che non ce la fa.
Questa รจ la grandezza della fede evangelica: il tema del supremo confronto tra uomo e Dio non รจ il peccato ma il bene. Misura dellโ€™uomo, misura di Dio, misura della storia รจ il bene.

Il nostro futuro, cielo e paradiso, รจ generato dal bene che io, tu, noi abbiamo donato.
Il giudizio di Dio รจ lโ€™atto che dice la veritร  ultima dellโ€™uomo, e per trovarla non guarderร  me, ma intorno a me: le mie relazioni, la porzione di poveri e di lacrime e di amori che mi รจ affidata e che devo custodire con la mia vita. Se cโ€™รจ qualcosa di eterno in noi, se qualcosa di noi rimane quando non rimane piรน nulla, questa cosa รจ solo lโ€™amore.

La festa di Cristo Re, risponde alla piรน universale delle speranze umane. Ci assicura che lโ€™ingiustizia e il male non avranno lโ€™ultima parola.
Quando il Figlio dellโ€™uomo ritornerร  sulla terra non ci chiederร  quante candele abbiamo acceso, quante pratiche religiose abbiamo snocciolato o a quanti pellegrinaggi abbiamo partecipato, ma quanto abbiamo amato! Bellissimo!
Ecco il rostro re! Lui รจ re potente perchรฉ ha lavato i piedi ai suoi discepoli e ha dato il boccone a Giuda, amando cosรฌ chi lโ€™ha odiato, e donando vita a chi gli ha tolto la sua.

Ecco lโ€™unica modalitร  di essere re, dice Dio: dare la vita senza toglierla a nessuno.
Servire gli uomini e non servirsene. Mettersi nelle mani degli altri e non tenere nessuno in pugno.
Dio รจ onnipotente solo nellโ€™amore. Va da sรฉ che lโ€™unico giudizio di Dio sullโ€™uomo e sulla storia sarร  quello esercitato sulla croce, la misericordia, il dono massimo di sรฉ per unire a sรฉ ogni โ€œladrone crocifissoโ€.

E quella parte di noi che non sarร  riuscita a spendersi e giocarsi nellโ€™amore, perchรฉ ancora segnata dalla fragilitร , dalla povertร  esistenziale, allora sarร  raggiunta dal suo Spirito di amore, che come fuoco divorante brucerร  la parte malata di egoismo che ci portiamo dentro, conservando perรฒ per sempre la persona che abbiamo edificato col bene compiuto.

La bella notizia di questa Domenica? Dio non puรฒ che giudicarci amandoci. E ci amerร  unendo a sรฉ tutti coloro che hanno dilatato la propria umanitร  sino alle conseguenze ultime dellโ€™amore attraverso la cura dei fratelli.

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