AUTORE: Paolo di Martino
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Siamo arrivati alla fine dellโanno liturgico passato in compagnia di Matteo. Come ultima tappa del nostro percorso siamo invitati a contemplare la regalitร di Gesรน.
Abbiamo bisogno di ribaltare, di capovolgere lโidea di regalitร a cui siamo abituati.
Gesรน รจ re perchรฉ serve, e non perchรฉ รจ servito.
La parabola di oggi incute paura e terrore perchรฉ Dio sembra esigente e fiscale. Sembra che Dio abbia un grande libro dei conti e alla fine della vita, nel giorno del Grande Giudizio, tiri le somme: se le azioni negative sono superiori di quelle positive: inferno eterno. Se, invece, sono superiori, le positive: Paradiso eterno.
Dโaltronde se prendete la Bibbia di Gerusalemme, leggete come titolo di oggi: โIl giudizio finaleโ. E nel giudizio finale, quindi, Dio punisce alcuni e premia degli altri. Ma attenzione perchรฉ i titoletti (che li abbiamo messi noi non Gesรน!) sono utilissimi ma alcune volte anche fuorvianti, come il caso di oggi.
Cosa fa il Figlio dellโUomo? โSi siede sul trono della gloriaโ.
Cosโera il trono della gloria? Era un modo per definire il Tempio, dove cioรจ Dio stava.
Al tempio ci potevano andare solo i puri: i peccatori, gli altri, no!
Ma adesso โil trono della gloriaโ non รจ piรน un luogo (il tempio) ma una persona (Gesรน). Dio non risiede piรน in un luogo ma nelle persone, in chi lo ama e lo accoglie.
โE saranno riunite davanti a lui tutte le nazioniโ.
โNazioniโ รจ โethneโ. Quando si parla di โethneโ si intende sempre i pagani.
Nel vangelo di oggi si parla dei pagani, di tutti quelli, cioรจ, che non hanno mai conosciuto Gesรน, che non ne hanno mai sentito parlare o che magari lo hanno rifiutato perchรฉ gli รจ stato presentato Dio in maniera erronea, distorta. Non รจ un giudizio universale. Matteo si pone la domanda: โCosa succede per tutti quelli che non hanno conosciuto il messaggio di Gesรน?โ.
Matteo si rifร alla pratica dei pastori che la sera, quando si radunava il gregge, separavano i capri dalle pecore per poi procedere alla operazione della mungitura.
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Ma cosโhanno fatto questi โbenedettiโ per avere โil regnoโ? Sei azioni e nessuna che riguardi la preghiera. Non lo trovate curioso?
Sono dei bisogni degli uomini. Amore, dice Gesรน, รจ prendersi cura di questi bisogni.
Gesรน dice: non รจ lโosservanza, il comandamento, ma lโamore che ti fa vivere oggi e domani.
Gesรน non dice: โQuando ami uno, lo fai per meโ ma โquando ami uno, ami meโ.
Non si fanno le cose โper caritร cristianaโ; si fanno perchรฉ nascono dal cuore.
Un giorno chiesero a Madre Teresa: โPerchรฉ lo fa?โ. Si aspettavano come risposta: โPer Dioโ. E invece lei sorridendo disse: โPer amoreโ. โCioรจ per Dioโ, ripresero. โNo, per amore. Perchรฉ la sua sofferenza tocca il mio cuoreโ. Non si ama lโaltro perchรฉ Dio lo comanda ma perchรฉ ci tocca il cuore, lโanima. โE se Dio non ci fosse?โ, chiesero una volta sempre a Madre Teresa. โNon ho amato per Dio, ho amato per amore di chi mi stava davantiโ. E siccome nellโuomo cโรจ Dio, amando il fratello lei amava anche Dio. E poi concluse: โNon so mai se chi dice di amare Dio, lo ami davvero. Ma so che chi ama lโuomo, lo sappia o no, ama Dioโ.
Poi il re dirร a quelli alla sua sinistra: โVia, lontano da me maledettiโ.
Prima aveva detto: โVenite, benedetti dal Padre mioโ. Qui, invece, non si dice: โMaledetti, dal padre mioโ, ma solo: โMaledettiโ. E da chi sono maledetti? Non certo da Dio! Si sono maledetti da se stessi!
โNel fuoco eterno, preparato per il diavolo e per i suoi angeliโ. Il fuoco non รจ lโinferno dove si finisce arrostiti! Gesรน prende unโimmagine del suo tempo: a quel tempo cโera la Geenna, nella Valle dellโHinnon, che era lโimmondezzaio di Gerusalemme. Lรฌ vi era sempre il fuoco perchรฉ venivano bruciati tutti i rifiuti.
La cosa che mi commuove, delle cose ultime, รจ che Dio non mi giudicherร scorrendo lโelenco delle mie debolezze, ma quello dei miei gesti di bontร ; non indagherร le mie ombre ma annoterร i semi di luce o il polline di bene che ho seminato.
โDistogli il tuo sguardo dal mio peccatoโ, supplicava Davide nel salmo del pianto. Ed ecco che Dio esaudisce quel grido, nellโultimo giorno distoglierร il suo sguardo dal male, per sempre lo fisserร sul bene. Sul bene concreto: e lโumiltร della materia รจ cosรฌ importante che Dio vi ha legato la salvezza, lโha legata a un poโ di pane, ad un bicchiere dโacqua, ad un vestito donato, ai passi di una visita. Non alle cose perรฒ, ma al cuore detto dalle cose.
A nessuno di noi รจ chiesto di compiere miracoli, ma di prenderci cura. Non di guarire i malati, ma di visitarli; di accudire con premura un anziano in casa, custodire in silenzioso eroismo un figlio disabile, aver cura senza clamori del coniuge in crisi, di un vicino che non ce la fa.
Questa รจ la grandezza della fede evangelica: il tema del supremo confronto tra uomo e Dio non รจ il peccato ma il bene. Misura dellโuomo, misura di Dio, misura della storia รจ il bene.
Il nostro futuro, cielo e paradiso, รจ generato dal bene che io, tu, noi abbiamo donato.
Il giudizio di Dio รจ lโatto che dice la veritร ultima dellโuomo, e per trovarla non guarderร me, ma intorno a me: le mie relazioni, la porzione di poveri e di lacrime e di amori che mi รจ affidata e che devo custodire con la mia vita. Se cโรจ qualcosa di eterno in noi, se qualcosa di noi rimane quando non rimane piรน nulla, questa cosa รจ solo lโamore.
La festa di Cristo Re, risponde alla piรน universale delle speranze umane. Ci assicura che lโingiustizia e il male non avranno lโultima parola.
Quando il Figlio dellโuomo ritornerร sulla terra non ci chiederร quante candele abbiamo acceso, quante pratiche religiose abbiamo snocciolato o a quanti pellegrinaggi abbiamo partecipato, ma quanto abbiamo amato! Bellissimo!
Ecco il rostro re! Lui รจ re potente perchรฉ ha lavato i piedi ai suoi discepoli e ha dato il boccone a Giuda, amando cosรฌ chi lโha odiato, e donando vita a chi gli ha tolto la sua.
Ecco lโunica modalitร di essere re, dice Dio: dare la vita senza toglierla a nessuno.
Servire gli uomini e non servirsene. Mettersi nelle mani degli altri e non tenere nessuno in pugno.
Dio รจ onnipotente solo nellโamore. Va da sรฉ che lโunico giudizio di Dio sullโuomo e sulla storia sarร quello esercitato sulla croce, la misericordia, il dono massimo di sรฉ per unire a sรฉ ogni โladrone crocifissoโ.
E quella parte di noi che non sarร riuscita a spendersi e giocarsi nellโamore, perchรฉ ancora segnata dalla fragilitร , dalla povertร esistenziale, allora sarร raggiunta dal suo Spirito di amore, che come fuoco divorante brucerร la parte malata di egoismo che ci portiamo dentro, conservando perรฒ per sempre la persona che abbiamo edificato col bene compiuto.
La bella notizia di questa Domenica? Dio non puรฒ che giudicarci amandoci. E ci amerร unendo a sรฉ tutti coloro che hanno dilatato la propria umanitร sino alle conseguenze ultime dellโamore attraverso la cura dei fratelli.
