p. Gaetano Piccolo S.I. – Commento al Vangelo di domenica 15 Novembre 2020

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La paura che aiuta

La paura รจ di per sรฉ un meccanismo positivo perchรฉ ci avverte che siamo davanti a un pericolo. La paura ci spinge a prendere consapevolezza di una minaccia e induce in noi comportamenti che tendono a salvaguardare la nostra incolumitร . I bambini per esempio sono portati naturalmente a evitare situazioni di pericolo proprio perchรฉ sono spaventati davanti a determinate situazioni. Si tratta quindi di una modalitร  di reagire molto primitiva e costitutiva non solo dellโ€™essere umano, ma anche degli animali.

La paura che blocca

Talvolta perรฒ la paura rischia di bloccarci, perchรฉ tende anche a ingigantire il pericolo. Puรฒ accadere che a causa della paura, la realtร  ci appaia in maniera distorta. Per questo motivo la paura genera in noi comportamenti irrazionali che non ci consentono di vivere serenamente. รˆ utile quindi che accanto alla paura ci sia anche unโ€™adeguata dose di coraggio: se cโ€™รจ in noi solo paura senza il coraggio, rischiamo di rimanere bloccati, cosรฌ se in noi cโ€™รจ solo coraggio, senza unโ€™adeguata valutazione del pericolo, diventiamo imprudenti e irresponsabili.

La paura che distorce

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Se ora andiamo a rileggere il comportamento del servo che va a seppellire il suo talento nel racconto di Mt 25,14-30 ci accorgiamo che รจ decisamente dominato dalla paura.ย  La paura gli fa vedere la realtร  in una maniera del tutto distorta: il padrone, lo sappiamo dal racconto, รจ un uomo che, senza apparente motivo, mette una fortuna ingente nelle mani dei suoi servi. Basti pensare che un talento equivaleva a seimila giornate di lavoro! Si tratta quindi di un gesto di notevole fiducia. Eppure questo servo, a differenza degli altri, รจ cosรฌ spaventato da immaginare questo padrone come un uomo spietato che pretende da lui risultati straordinari. La paura lo porta a immaginare un futuro di fallimento e di punizione. Lโ€™esito di quella storia, che non รจ scritto da nessuna parte, viene di fatto costruito dal servo stesso. Paradossalmente a causa della paura quel servo mette in atto proprio quei comportamenti che lo porteranno ad andare verso la conclusione che egli stesso teme.

La paura della competizione

La paura molto spesso รจ proprio paura di fallire, paura del giudizio, paura di essere esclusi o considerati inadeguati. Si tratta di una paura che nasce quindi da una spinta verso la competizione, una gara a cui siamo purtroppo educati fin da piccoli: siamo incitati a essere i piรน bravi, siamo premiati se siamo i primi della classe, siamo riconosciuti se otteniamo risultati migliori degli altri. Ecco da dove nasce allora la paura di questo serve: si sente in una competizione nella quale non riesce a stare. Il mondo corre, ma egli non si sente adeguato a quella corsa. Del resto, come dice don Abbondio al cardinal Borromeo nel cap. XXV de I promessi sposi: ยซIl coraggio, se uno non ce lโ€™ha, mica se lo puรฒ dare?ยป.

La paura di perdere

Forse proprio per dare il senso di questa competizione rischiosa, Gesรน usa in questa parabola il linguaggio dellโ€™economia, il linguaggio cioรจ degli affari. Si parla infatti di soldi, di banche, di interessi. Se guardiamo la vita e le relazioni alla luce dellโ€™economia, di quello che possiamo guadagnare o perdere, tutto acquista allora il sapore del rischio. Gli altri diventano concorrenti da sbaragliare, il mondo diventa un tribunale che da un momento allโ€™altro potrebbe dichiarare il mio fallimento.

La paura di rischiare

Il servo di questa parabola รจ uno che non riesce a sostenere il peso della competizione. Il mondo corre troppo. Gli altri sembrano sempre piรน avanti, piรน efficaci e piรน intraprendenti. Non tutti hanno la forza di rimanere in gioco. Lโ€™ultimo servo รจ uno che si dichiara sconfitto, preferisce tirarsi indietro. Per questo motivo va a seppellire la ricchezza che gli รจ stata affidata, tutto quello che gli รจ stato consegnato. Seppellire una somma ricevuta in affidamento permette, secondo la legge rabbinica, di essere esonerati da ogni responsabilitร . In fondo questo servo sta dicendo esattamente questo: ยซnon sono responsabile!ยป. Anzi: ยซnon voglio essere responsabile!ยป. Ma capiamo bene che andando a seppellire quella ricchezza, il servo sta seppellendo se stesso. Sta mettendo sotto terra la vita che gli รจ stata affidata e sta dicendo che di quella vita che gli รจ stata donata egli non vuole saperne niente, non ne vuole essere responsabile.

La paura da superare

Il cammino con Gesรน รจ un itinerario per essere liberati da tutte queste paure. E, di conseguenza, anche dalle false immagini, che queste paure producono, di Dio e degli altri. Occorre guardare in un certo senso nella direzione giusta. Prima di tutto accorgersi della fiducia che ci รจ stata data: come le vergini in Mt 25,1-13 si ritrovano fra le mani una lampada che rappresenta la vita che hanno ricevuto, cosรฌ anche questo servo ha ricevuto una ricchezza che non รจ sua, una ricchezza semplicemente da custodire. Quel denaro da tutelare, se non da investire, rappresenta il compito, la missione che Dio affida a ciascuno di noi, perchรฉ nessuna vita รจ senza senso!

Il secondo passo allora che ci aiuta a sfuggire a paure deleterie รจ lโ€™attenzione sul nostro compito piuttosto che sulla competizione con gli altri. Il padrone descritto da Gesรน in fondo non pretende un risultato, ma la cura del compito. Quella cura in realtร  รจ prima di tutto per il servo, perchรฉ quella responsabilitร  dร  un senso alla sua vita. Bastava affidare il denaro ai banchieri, perchรฉ lโ€™idea che Gesรน esprime attraverso questa parabola รจ che lโ€™importante รจ vivere, giocarsi, se necessario anche rischiare. Il padrone non pretende che necessariamente si produca. La logica di Gesรน รจ molto diversa da quella visione culturale nella quale siamo immersi ancora oggi: vali se produci! Vali se sei utile per la societร , vali se sei un presbitero che fa tante cose, vali se sei un uomo o una donna di successo, vali se sei continuamente presente sui socialโ€ฆ

Per Gesรน la tua vita vale sempre, per questo ti chiede di non rinunciare a giocarti quello che sei, non perchรฉ devi portare a casa il risultato, ma per evitare di affossarti con le tue mani, cioรจ per evitare di essere infelice. In fondo, comunque vada, questa ricchezza che cโ€™รจ nelle tue mani vale la pena di usarla!

Leggersi dentro

  • Quale nome daresti alla tua paura piรน profonda?
  • In che modo la tua vita รจ a servizio del Regno di Dio?

P. Gaetano Piccolo S.I.
Compagnia di Gesรน (Societas Iesu)Fonte


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