don Antonio Savone – Commento al Vangelo del 13 Novembre 2020

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Le liturgie di fine anno liturgico come quelle dellโ€™ormai imminente tempo di Avvento si incaricano di consegnare ai credenti come una sorta di duplice invito. invito a vegliare per recuperare lโ€™altra faccia delle cose. Invito motivato: infatti, sembra quasi che nella vita sia facile cadere in una sorta di torpore e di insipienza che Gesรน cristallizza nel non accorgersi.

รˆ successo ai tempi di Noรจ, dice Gesรน, quando non si accorsero della serietร  dellโ€™ora. Succederร  allo stesso modo per la venuta del Figlio dellโ€™uomo.

La possibilitร  di salvarsi รจ alla nostra porta e bussa quotidianamente interpellandoci. Da che cosa dovremmo essere salvati? Proprio dalla mancanza di uno sguardo profondo, anzitutto. Non era forse questo ciรฒ che mancava alla generazione contemporanea di Noรจ? Ad avere la meglio su quegli uomini non fu chissร  quale malvagitร  (facevano cose irreprensibili) ma lโ€™indifferenza: vivevano come se nonโ€ฆ Nessuno era piรน in grado di dare un senso a quello che faceva, nessuno ricercava la veritร  di ciรฒ che stava vivendo: lโ€™illusione di credere che per una vita degna di essere vissuta basti il lavoro (mangiavano, bevevano) e gli affetti familiari (prendevano moglie, prendevano marito).

Non รจ forse il rischio che corre questa nostra generazione? Quello di essere soltanto assorti nella soddisfazione dei propri bisogni, paghi soltanto della felicitร  della propria casa tanto da farci sommergere dal diluvio dellโ€™appagamento? La soddisfazione ossessiva dei propri bisogni finisce, non poche volte, per saturare lโ€™organo del desiderio. Non siamo forse talmente zavorrati da tutto quel sistema di sicurezza che abbiamo inventato per escogitare ogni possibile imprevisto, da rischiare di andare a fondo?

รˆ possibile sfuggire a questo meccanismo: proprio come accadde a Noรจ e come รจ accaduto a non pochi uomini nel corso della storia, credenti e non. Uomini che avevano un orizzonte di senso, in grado di immaginare e anticipare lโ€™imprevedibile vivendo onestamente, come in pieno giorno. Noรจ non cedette a quella illusione secondo la quale quello che tu stai vivendo ha la sua giustificazione in se stesso. E anzitutto sfidรฒ la solitudine a cui lo aveva ridotto una scelta non comune, deriso comโ€™era perchรฉ costruiva una barca sulla terra ferma.

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Il dono che vogliamo invocare dal Signore รจ quello di nuovi Noรจ, capaci di presagire lโ€™oltre di ogni cosa diventando segno per i propri fratelli.

Noรจ, invece, intuisce che la vita รจ anche altro e per questo fu risparmiato dalla catastrofe: ne aveva giร  presagito lโ€™incombere. Capace di anticipare il futuro, Noรจ, e non ripiegato nella riedizione nostalgica di un passato che non รจ piรน. Mentre, per gli altri, il diventare consapevoli coincise con lโ€™accadere del diluvio: troppo tardi per non soccombere. Uomini colpevoli proprio di inconsapevolezza. Lโ€™invito, dunque, a imparare a leggere ciรฒ che accade: consapevoli del momento presente, ripete Paolo nella lettera ai Romani, non annegare nella banalitร  del presente.

Noรจ ci viene consegnato questโ€™oggi come compagno di viaggio, lui che, pienamente inserito nella vicenda del suo tempo, si ritrovรฒ capace di cogliere ciรฒ che cโ€™รจ oltre ogni cosa prevenendo gli eventi.

Come Noรจ anche noi chiamati a diventare infaticabili costruttori di arche.

Arche dentro le quali custodire spiragli di luce che rischiarano i tanti passi pure percorsi al buio.

Arche dentro le quali raccogliere frammenti di bene che pure danno speranza a questi nostri giorni.

Arche che in qualche modo indichino il progetto di bene e di luce di cui Dio ci ha reso testimoni e realizzatori.

Arche capaci di salvare la benedizione comunque pronunciata da Dio sul mondo e sulla storia.

Ci sono eventi โ€“ attesta Gesรน โ€“ che, in qualche modo evidenziano lo spessore e la profonditร  di certi percorsi personali. Puรฒ accadere che persone che fino a quel momento hanno vissuto esperienze comuni, reagiscano in maniera diversa a quegli eventi. รˆ questo il senso di quellโ€™ โ€œuno sarร  preso e lโ€™altro lasciatoโ€.

Ma io, quali occasioni mi do perchรฉ la mia esistenza non sia un vano rincorrersi dei giorni ma sia capace di โ€œscoprire la carica di rivelazione del quotidiano, lโ€™epifania racchiusa nellโ€™istanteโ€ (Bernanos)


AUTORE: don Antonio SavoneFONTE CANALE YOUTUBETELEGRAM

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