Ne avessimo la possibilitร , vorrei che fissassimo la nostra attenzione sul gesto di Gesรน come su un fotogramma e stessimo a contatto con la sorpresa che quel gesto continua a suscitare. Credo sia uno dei gesti piรน profetici che Gesรน abbia compiuto ma anche il gesto meno compreso in oltre due millenni di cristianesimo. Infatti, Israele prima, la comunitร cristiana poi, non ha tardato a riammettere nel rapporto con Dio una mentalitร mercantile: a tanto, tanto. Dioโ aggiungiamo pure la vita, lโamore, gli affetti, i legami, gli impegniโฆ โ tutto ridotto a merce di scambio.
Cosโera diventato per Israele il fatto che Dio abitasse in un tempio? Aveva favorito la presunzione di possedere Dio in maniera unica e definitiva. Il rapporto con Dio era coniugato secondo il versante di un formalismo religioso contro il quale piรน volte si erano scagliatiย gli antichi profeti: lโadempimento di un rito, la ripetizione di una formula restituiva la convinzione di aver incontrato Dio. In quel tempio si credeva che Dio si offrisse al miglior offerente. Il baratto restituiva lโillusione di poter comprare lโaccondiscendenza di Dio, come se quello che lโuomo era disposto a pagare fosse il criterio per avere o meno accesso a Dio. Illusione, appunto, che riduceva Dio a un manufatto, un idolo, lo considerava destinatario di una transazione commerciale, lo immaginava come una persona potente che in qualche modo poteva essere piegata alla propria volontร . Era solo lโillusione dโIsraele? Non รจ forse lโillusione che soggiace a una prassi cristiana che poco sa (non come sapere ma come sapore) di Gesรน Cristo?
Il gesto che Gesรน compie con tanta forza, invece, รจ lรฌ a ricordare che Dio non รจ mai merce in vendita. Vorremmo sentire tutto il suo zelo, la passione che ha per ciascuno di noi e non rivestire i panni di chi allora come oggi lo contesta.
Ancora una volta Gesรน entra nel tempio della nostra vita per mandare allโaria uno stile che persegue solo interessi personali. Guai a fare di una istituzione religiosa come di un rapporto, una relazione, un affetto, un comitato di affari! Una simile realtร non ha futuro, รจ una realtร senza scampo: non rimarrร pietra su pietra!
Cosa resta dei nostri legami quando sono coniugati secondo un versante commerciale? La loro deflagrazione รจ a portata di mano. Risorge, invece, rimane per sempre solo ciรฒ che porta i segni della dedizione. Dio lo si incontra non grazie a offerte o sacrifici ma mediante un cuore che, libero da ogni schiavitรน, si apre a legami dโamore. Non lo si incontra, anzitutto, in una casa di pietra o in un sistema religioso ma attraverso la persona di Gesรน Cristo il quale fa dono della sua esistenza proprio per favorire una comunione mai interrotta con Dio. Quella comunione resterร a disposizione anche quando lโuomo dovesse rinnegarla o tradirla. Ciรฒ che conta, dโora in avanti, รจ solo il dono gratuito di sรฉ per il bene dellโaltro. Non abbiamo altro tempio che il nostro corpo per far sรฌ che Dio si renda presente alla storia di ogni uomo. Dopo essersi manifestato attraverso lโesistenza di una persona, il Figlio, che diventa criterio di vita per tutti coloro che credono in lui, Dio continua a manifestarsi attraverso lโesistenza dei figli, di ciascuno di noi. ร nel confronto aperto con le contraddizioni della vita che i figli rendono il culto gradito a Dio dimostrando di saper amare come Gesรน ci ha insegnato, di giudicare e di scegliere come ha giudicato e scelto lui. Sarร il suo corpo spezzato il luogo nel quale Dio sarร riconosciuto dal centurione romano il quale, al vedere Gesรน morire in quel modo, riconoscerร in lui il Figlio di Dio.
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Cosรฌ i figli di Dio: a dire la veritร di quello che siamo non รจ una professione verbale di identitร ma il segno di una vita offerta per qualcuno. In che modo i nostri corpi, le nostre storie diventano il segno di un Dio che parla allโuomo?
Glorificate dunque Dio nel vostro corpo!
Si glorifica Dio nel corpo quando si รจ disposti a servire, quando ci si abbassa per lavare i piedi dei fratelli, quando non si usa la lingua per condannare e uccidere il fratello ma per edificarlo nel bene.
Si glorifica Dio nel corpo quando le mani. i piedi e le gambe si mettono al servizio dellโannuncio del vangelo e della salvezza degli uomini.
Si glorifica Dio con il proprio corpo quando se ne fa un dono dโamore e un mezzo di dialogo con lโaltro.
Come guardo? Cosa guardo?
Come parlo? Cosa dico?
Le mie mani trattengono o sono aperte al dono?
I miei piedi si arrestano o si lasciano mettere in cammino?
AUTORE: don Antonio Savone
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